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mercoledì 19 dicembre 2012

UE - Imu alla Chiesa: Commissione verso il sì

Procedura d'infrazione per l'Italia, decisione attesa il 19 dicembre.

La Commissione europea sembra indirizzata verso un via libera condizionato all'Imu sui beni della Chiesa dal 2013.
Dopo le modifiche del governo Monti, infatti, il provvedimento non violerebbe le norme Ue sugli aiuti di Stato, come invece è stato dal 2006.
Ma recuperare le somme pregresse è impossibile.
La decisione della Commissione sulla procedura d’infrazione aperta contro l’Italia è attesa mercoledì 19 dicembre.
«COSTRETTI ALLA CHIUSURA». Dietro la vicenda del pagamento dell'Ici da parte della Chiesa, «c'è una questione gravissima per il futuro del Terzo settore italiano, e quindi non solo degli enti cattolici». Radio Vaticana ha dato così voce a esponenti delle onlus e delle scuole cattoliche, secondo cui il recente regolamento del governo sulle esenzioni per gli immobili utilizzati da enti non profit, tra cui molti istituti scolastici paritari, ha messo molti di questi davanti all'obbligo di pagare una tassa che li costringe, automaticamente, alla chiusura.
«È una situazione che sta creando problemi gravissimi, considerando che la legge ha anche un valore retroattivo al 2012», ha spiegato Paolo Beni, membro del coordinamento del Forum del Terzo settore e presidente Arci.
«Abbiamo il sentore che molte organizzazioni si trovino di fronte alla scelta drammatica di non rispettare la legge oppure pagare l'Imu e interrompere l'attività».
«A RISCHIO UN SERVIZIO PREZIOSO». Beni ha continuato: «Parliamo di un settore che svolge un servizio prezioso di coesione sociale e di sostegno alle fasce più deboli. La normativa attuale è confusa e contraddittoria. Non eccepiamo che l'esenzione sia riconosciuta solo agli enti che operano senza fini di lucro e con una comprovata utilità sociale. Ma la norma definisce 'attività commerciali' anche quelle attività economiche che gli enti-non profit svolgono nell'ambito del perseguimento delle proprie attività istituzionali di interesse sociale. Sono parametri per definire la 'commerciabilità' che, tra l'altro, sono in contrasto con la legislazione fiscale. Noi chiediamo di rivedere questo provvedimento, cambiandolo anche in forma retroattiva, con una sanatoria».
SCUOLE MATERNE CRISTIANE: «TESTO POCO CHIARO». Di norma confusa ha parlato anche Luigi Morgano, segretario nazionale della Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana (Fism). «Il testo va chiarito. Prevede, infatti, l'obbligo del pagamento dell'Imu anche per le scuole paritarie, a meno che 'non chiedano solo una retta simbolica, o che copra solo una porzione della spesa sostenuta per il servizio'. È una scelta compiuta per adeguarsi alle indicazioni dell'Unione europea che però ignora un'altra indicazione che ci arriva dall'Europa: permettere, attraverso il sostegno statale alle scuole paritarie, la libertà di scelta in campo educativo».
«AIUTI STATALI IN DIMINUZIONE DA 10 ANNI». Morgano ha proseguito: «Senza gli aiuti statali, in costante diminuzione da 10 anni, è infatti impossibile abbassare le rette scolastiche. In più la situazione socio-economica delle famiglie si è aggravata. Una situazione di questo genere non è sostenibile per molti istituti paritari perché molti costi - quelli per il riscaldamento, il personale, i pasti - non sono sopprimibili. Non si può svolgere questo servizio in deficit. Molte parrocchie e congregazioni si sono fatte carico del risanamento, ma se la situazione va avanti il rischio di chiusura per molti istituti obbligati al pagamento dell'Imu è reale».

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