Ana Isabel
Sanchez 12 dicembre 2012 ABC Madrid
“È la peggiore
notizia che la Spagna potesse ricevere in questo momento”. È il commento
lapidario di un esponente del governo sulle conseguenze della crisi politica
italiana. In queste ore l’esecutivo di Mariano Rajoy non nasconde la sua
preoccupazione. Dopo l’uscita di scena di Mario Monti c’è grande incertezza su
chi sarà il suo successore e quale programma economico porterà avanti.
Quest'insicurezza sta minando la fiducia che i mercati avevano cominciato a
riporre nella periferia europea, e mette in pericolo i piani del presidente
spagnolo per scongiurare l’intervento esterno.
Finora il capo
dell’esecutivo è riuscito a schivare il cosiddetto salvataggio blando o di
seconda generazione grazie alla fiducia alimentata a settembre dalla Banca
centrale europea con l’annuncio del suo programma di acquisto del debito
pubblico. Rajoy sperava che la semplice esistenza di questo meccanismo avrebbe
continuato a intimidire gli speculatori e mantenuto lo spread sotto controllo fino
a quando le riforme e le misure di rigore avessero prodotto i primi effetti.
Tuttavia la
possibilità che Silvio Berlusconi possa tornare al potere e le dimissioni
annunciate da Monti hanno spazzato via la calma degli investitori. Il terremoto
politico italiano apre la porta a uno scenario in cui il nuovo governo potrebbe
interrompere il cammino di riforma e tagli al bilancio, perdendo la possibilità
di finanziarsi sul mercato. Le cifre sono sotto gli occhi di tutti. Berlusconi
ha lasciato lo spread a 575 punti, e a questo punto tutto è possibile in un
momento in cui l'Unione europea è in difficoltà nel prendere decisioni e
presenta limitati margini di manovra.
L'evoluzione in corso
lascia presagire un possibile ritorno dello spread ai livelli di alcuni mesi
fa, troppo alto per una crescita economica stabile e dunque insostenibile a
medio termine. Ora gli speculatori hanno un pretesto per tornare a scommettere
sulla fine dell’euro.
In questa situazione
il capo del governo proverà a sfruttare il più possibile il prossimo Consiglio
europeo che si terrà a Bruxelles giovedì e venerdì. “La Spagna è la stessa che
era venerdì scorso, il mercato la vede in modo diverso per colpa di ciò che è
accaduto in Italia. È evidente che il problema è europeo, e dunque va risolto a
Bruxelles”, spiega un esponente del governo.
Nonostante le
prospettive della delegazione spagnola non siano buone, considerando
soprattutto la vicinanza delle elezioni tedesche (novembre 2013), alcuni
collaboratori del presidente sono convinti che la crisi italiana possa spingere
alcuni partner europei a prendere coscienza del rischio incombente e procedere
con più decisione verso l’integrazione bancaria. I precedenti consigli
dimostrano infatti che l’Unione europea e soprattutto la cancelliera tedesca
Angela Merkel sono più propensi ad avanzare quando si ritrovano alle corde.
Rajoy chiederà ai
suoi partner un accordo che permetta di sciogliere i dubbi suscitati dalla
crisi italiana sui mercati e faccia fronte alla necessità di creare uno scudo
comune in grado di proteggere un paese dalla crisi di un altro. Secondo Rajoy
un passo avanti sostanziale verso l’unione bancaria, negoziato in questi giorni
dai ministri dell’economia dell’Unione, invierebbe ai mercati il messaggio che
tutti i partner andranno avanti insieme e che l’euro è irreversibile.
Il presidente
difenderà la firma dell’accordo che prevede la realizzazione dell’unione
bancaria al più presto possibile e con un calendario concreto di fasi di
applicazione. Per farlo dovrà trovare il modo di superare le reticenze del
Regno Unito, della Germania e dei paesi nordici, convinti che l’unione bancaria
non sia la soluzione alla crisi e dunque non sia una questione urgente. Rajoy
non potrà contare sul suo abituale alleato, perché Monti si presenterà al
Consiglio europeo fortemente indebolito essendo ormai un primo ministro
uscente.
La
ricaduta
Oggi la Commissione
europea e i governi si ritrovano a doversi preoccupare delle conseguenze di un
problema che sembrava ormai sotto controllo. Il presidente della Commissione
europea José Manuel Durão Barroso ha chiesto agli italiani che le prossime
elezioni “non siano un pretesto per mettere in dubbio le misure indispensabili
adottate dal governo Monti”, mentre il presidente del Parlamento europeo Martin
Schultz ha sottolineato che il possibile ritorno di Berlusconi “rappresenta una
minaccia” per la stabilità dell’Italia e di tutta l’Unione europea.
Ancora più importanti
del fatto che la Spagna possa essere costretta a chiedere aiuto sono le
conseguenze che la crisi potrebbe avere sull’euro. Alcuni alti funzionari Ue
sottolineano le reticenze della Germania verso l’acquisto illimitato di debito
da parte della Bce e i suoi timori sull'aumento dell’inflazione. Se Berlino
deciderà di mettere un limite, spiegano, non ci saranno fondi sufficienti per
sostenere un’economia delle dimensioni di quella italiana o spagnola. Se fosse
necessario chiedere nuovi contributi ai partner, l’euro potrebbe rischiare
grosso. “È possibile che non tutti siano d’accordo”, avvertono i funzionari. (Traduzione
di Andrea Sparacino)
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