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giovedì 6 dicembre 2012

COSTA D’AVORIO - Sancisce la parità uomo-donna

Nel Paese africano una nuova legge stabilisce l'uguaglianza tra i coniugi: stessi doveri e stessi diritti.

È stato in materia di revisione del progetto di legge sul matrimonio che i dissensi tra i partiti di maggioranza al governo, i repubblicani (Rdr) e il partito democratico della Costa d'Avorio (Pdci), hanno causato, lo scorso 14 novembre, la caduta del governo di Jeannot Kouadio Ahoussou. Il 21 novembre si è instaurato il nuovo governo capeggiato dall'economista Daniel Kablan Duncan e, quello stesso giorno, i parlamentari ivoriani hanno votato a larga maggioranza, 213 deputati su un totale di 229, il famoso disegno di legge sul matrimonio. Il nuovo testo modifica radicalmente quello che era in vigore dal 1964 e consacra la sostanziale parità di uomo e donna all'interno della coppia.
«L'uomo non è più il capo della famiglia», titola il quotidiano Le Patriote. È la scomparsa di questo concetto di capofamiglia, che rischia di «portare alla distruzione della cellula famigliare», ad aver lasciato nel dubbio anche il Pdci che poi, alla fine, ha votato il disegno di legge. A partire dal momento in cui il presidente Ouattara avrà firmato il testo, la famiglia in Costa d'Avorio sarà governata congiuntamente da entrambi gli sposi, che insieme assicureranno «la guida morale e materiale della famiglia», provvederanno all'educazione dei figli preparando il loro avvenire. Inoltre, «il domicilio della famiglia deve essere scelto di comune accordo da entrambi i coniugi». Quanto alle responsabilità economiche, esse ricadranno su entrambi i coniugi e la donna avrà il diritto di esercitare la professione che si è scelta.

La nuova legge, che soddisfa le organizzazioni per i diritti delel donne, non raccoglie unanimi consensi. Quantomeno sorprendenti sono le argomentazioni avanzate da alcune parti, come ad esempio dal quotidiano d'opposizione Notre Voie, secondo il quale la legge è inapplicabile perché contraria alla cultura e ai costumi africani. «Un testo che stabilisce una uguaglianza tra uomo e donna all'interno del focolare domestico è una legge non africana», deplora il quotidiano, spiegando come la legge porrà problemi per l'apposizione del nome ai nuovi nati. A oggi in Costa d'Avorio, come in molti altri stati africani e non solo, i figli portano il cognome del padre: secondo Notre Voie, presto le donne potranno rivendicare questo diritto e, circostanza reputata ancora più grave, la legge aprirebbe le porte al riconoscimento delle unioni omosessuali.
In campo sociale la Costa d'Avorio si è già trovata piuttosto avanti: già nel 2006 la poligamia è stata dichiarata contraria alla legge. Adottando l'articolo del codice civile in cui si specifica che «nessuno può contrarre un nuovo matrimonio prima dello scioglimento del precedente», la Costa d'Avorio è stato il primo Paese dell'Africa francofona a dotarsi di tale normativa.

Anne Collet
Articolo originale su SlateAfrique, traduzione di Belinda Malaspina

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