Mercoledì,
19 Dicembre 2012 - Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle parlando
della crisi economica ha difeso il suo Paese. «La grande maggioranza degli
italiani sa che la Germania non è responsabile dei problemi dell'Italia e del
suo elevato debito pubblico», ha detto in un'intervista al Corriere della
Sera.
«PROSEGUIRE CON LE RIFORME». «Noi tedeschi», ha spiegato, «non vogliamo diventare il capro espiatorio per le omissioni dei responsabili italiani del passato. Non vogliamo nemmeno che l'Europa diventi il parafulmine per una campagna elettorale populista. La Germania e il governo tedesco», ha continuato, «non partecipano alla campagna elettorale italiana. Ma ci siamo espressi con grande energia per la prosecuzione della politica di riforme che è stata avviata».
«LA CRISI DELL'EUROZONA NON È SUPERATA». Sulla crisi dell'Eurozona ha affermato: «Non è ancora superata», sottolineando l'importanza di dedicarsi alla «competitività, orientando nel frattempo più fortemente le finanze statali europee verso la crescita, con il motto 'not more spending, but better spending'».
«L'EGITTO È IN UNA SITUAZIONE DI FRAGILITÀ». Sul voto Onu per la Palestina, invece, Westerwelle ha affermato che «anche se l'Europa non ha votato in modo uniforme, abbiamo una posizione comune: siamo a favore di una soluzione 'due Stati' e chiediamo una ripresa dei negoziati diretti».
Per quanto riguarda la Siria, ha riconosciuto come positivo che «la coalizione nazionale si sia schierata per la democrazia e per il pluralismo religioso ed etnico come alternativa al regime di Assad», sostenendo, inoltre, che l'Egitto «è in una situazione di fragilità. Tutto ciò non può esserci indifferente, perché si tratta di un vicino dell'Europa e di un Paese-chiave per l'intero mondo arabo».
«PROSEGUIRE CON LE RIFORME». «Noi tedeschi», ha spiegato, «non vogliamo diventare il capro espiatorio per le omissioni dei responsabili italiani del passato. Non vogliamo nemmeno che l'Europa diventi il parafulmine per una campagna elettorale populista. La Germania e il governo tedesco», ha continuato, «non partecipano alla campagna elettorale italiana. Ma ci siamo espressi con grande energia per la prosecuzione della politica di riforme che è stata avviata».
«LA CRISI DELL'EUROZONA NON È SUPERATA». Sulla crisi dell'Eurozona ha affermato: «Non è ancora superata», sottolineando l'importanza di dedicarsi alla «competitività, orientando nel frattempo più fortemente le finanze statali europee verso la crescita, con il motto 'not more spending, but better spending'».
«L'EGITTO È IN UNA SITUAZIONE DI FRAGILITÀ». Sul voto Onu per la Palestina, invece, Westerwelle ha affermato che «anche se l'Europa non ha votato in modo uniforme, abbiamo una posizione comune: siamo a favore di una soluzione 'due Stati' e chiediamo una ripresa dei negoziati diretti».
Per quanto riguarda la Siria, ha riconosciuto come positivo che «la coalizione nazionale si sia schierata per la democrazia e per il pluralismo religioso ed etnico come alternativa al regime di Assad», sostenendo, inoltre, che l'Egitto «è in una situazione di fragilità. Tutto ciò non può esserci indifferente, perché si tratta di un vicino dell'Europa e di un Paese-chiave per l'intero mondo arabo».
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