Pensare Globale e Agire Locale

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mercoledì 5 dicembre 2012

ITALIA - Il montiano senso del pudore

Continuano le stoccate al Sistema sanitario nazionale del governo Monti. Ora è la volta degli anziani "non attivi", che accanto ai giovani "choosy" frenano la rinascita italiana.

Prima ha detto che il Sistema sanitario nazionale è a rischio e bisogna trovare «nuove forme di finanziamento» perché la crisi colpisce tutti e il comparto medico non è «né esente né immune». Poi, alla cerimonia di chiusura dell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo che si è svolta ieri, ha lanciato un'altra stoccata alla Sanità, sempre con quel suo modo molto british: «L'invecchiamento è un successo dei nostri tempi e la Sanità ha dato per questo un contributo determinante, ma per questo e per il futuro bisogna cambiare mentalità. E' necessario avvicinarsi in modo nuovo al cambiamento foriero di grandi opportunità più che di minacce». L'esempio? Lui stesso: «Quando vedo nel 2012 il dato di invecchiamento attivo, penso che anch'io ho dato testimonianza di invecchiamento attivo, parecchio attivo credetemi».

Parliamo di Mario Monti, naturalmente, classe 1943, il professore che corona la sua vita di successi accademici e istituzionali ricoprendo su invito del capo dello Stato la carica di presidente del Consiglio di un'Italia sull'orlo del baratro. Essere ricchi e sani non è una colpa, tuttavia il pensiero non può non andare agli anziani indigenti, quelli che campano di pensione sociale o sulle spalle dei loro figli. Magari malati, per curarsi non hanno altra scelta se non affidarsi a una Sanità pubblica al collasso, dove per fare un'ecografia devi aspettare sei mesi se bastano.
Ma il pudore non è di questo governo di banchieri e professori, di questa classe privilegiata che, come per una crudele nemesi, rappresenta un'Italia sempre più anziana e impoverita. Accanto alla vecchiaia "attiva" di cui si fregia Monti rimproverando implicitamente i suoi coetanei abbrutiti da malattie e crisi economica - magari dopo una vita alla catena di montaggio che dal mondo della Bocconi e dell'università di Yale è lontana anni luce -, come non menzionare le bacchettate della ministra Fornero ai giovani «choosy» e «viziatelli» ? «Non è che entri in azienda e diventi manager», dice la Fornero. A entrarci, in un'azienda. A trovarlo, un lavoro. E quell'odioso «noi mamme dobbiamo convincere i ragazzi ad avere un po' di pazienza». "Noi mamme" chi?

Un anziano ma molto "attivo" presidente del Consiglio e una ministra non meno attiva e illustre con figlia ben piazzata nell'università "di famiglia" danno suggerimenti rispettivamente ai vecchi e ai giovani su come dovrebbero essere e non sono. Dal loro mondo dorato, si stupiscono che gli ottantenni non siano tutti sani e operosi uomini delle istituzioni e che i giovani si lamentino per il lavoro quando con un po' di pazienza potrebbero diventare professori universitari. E mentre noi, cittadini comuni, guardiamo i nostri genitori e i nostri figli e magari ci chiediamo in cosa hanno e abbiamo sbagliato, nessuno, in quell'informe miscuglio parlamentare di devoti sostenitori del governo tecnico, osa chiedere: "Presidente, ministro, ma che diavolo dite?"

Cecilia M. Calamani

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