Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 3 dicembre 2012

SLOVENIA – Il socialista Pahor presidente

Il socialdemocratico ottiene il 67,44% dei voti e batte il liberale Turk. Il Paese sceglie l'austerity.

Il voto in Slovenia ha consacrato la vittoria dei socialdemocratici. Borut Pahor, ex primo ministro è stato eletto domenica 2 dicembre al ballottaggio nuovo presidente della Slovenia con il 67,44% dei voti, sconfiggendo il capo di stato uscente, il liberal-progressista Danilo Turk (32,56%). Secondo la commissione elettorale a Lubiana, l'affluenza alle urne è risultata del 41,95%, la più bassa mai registratasi in una consultazione elettorale nel Paese, dalla sua indipendenza nel 1991.
LA CRISI E IL MALCONTENTO SOCIALE. Dopo anni segnati dalla crescita, la Slovenia è oggi un Paese afflitto dalla crisi e alle prese con un malcontento sociale sfociato di recente anche in scontri di piazza.
«Spero che la mia vittoria possa essere anche un nuovo inizio per la Slovenia e dare a tutti una nuova speranza», ha detto Pahor, mettendo al primo posto il suo impegno per creare i presupposti di ritrovare in politica «il mutuo rispetto tramite un dialogo democratico».
Già in campagna elettorale Pahor aveva promesso di lavorare come un «presidente capace di aggregare», alludendo alla rottura di questi ultimi mesi tra il presidente Turk e il governo conservatore guidato da Janez Jansa.
APERTO ALL'ELETTORATO LIBERALE. Seppur saldamente di sinistra, Pahor si è infatti aperto all'elettorato del centro liberale e della destra, dando un appoggio indiretto al governo.

La linea dell'austerity e il rigore europeista


Pahor ha poi sottolineato che «in questo momento bisogna continuare con i tagli alla spesa pubblica per salvare il rating creditizio del Paese», sostenendo che solo così sarà possibile ottenere nuovi prestiti a interessi ragionevoli, necessari per far ripartire l'economia slovena.
Le prime analisi statistiche indicano che per il nuovo presidente hanno votato gli elettori di tutti i partiti politici sloveni, con l'eccezione di quelli della sinistra movimentista, guidata dal sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic, che ha appoggiato apertamente Turk.
BLOCCARE LE AZIONI DEL GOVERNO. La contrarietà di Jankovic alle politiche di austerità è arrivata negli ultimi tempi, per alcuni analisti, ai limiti di un ostruzionismo che minaccia di bloccare l'azione del governo. E Turk si era schierato esplicitamente con l'opposizione, proponendo l'idea di un governo tecnico.
«Mi congratulo con Pahor e ringrazio tutti quelli che oggi hanno votato», si è limitato a dire il presidente uscente, esprimendo preoccupazione per la bassissima affluenza. Si tratta infatti delle elezioni slovene con la più bassa partecipazione in assoluto.
LA SFIDUCIA DELLA POPOLAZIONE. Per la stampa da attribuire in primo luogo a un profondo sentimento di sfiducia di molti sloveni verso la loro classe politica: testimoniato nei giorni scorsi anche dalle prime manifestazioni di massa contro 'la casta politica', che hanno fatto registrare anche scontri violenti tra gruppi di 'indignati' ultrà e polizia.
Solo pochi anni fa la Slovenia veniva indicata come lo Stato economicamente più progredito tra quelli dell'ex Europa socialista diventati membri dell'Ue.
IL DEBITO PUBBLICO AL 50% DEL PIL. Oggi, con una grave crisi d'insolvenza del sistema bancario, il debito pubblico che ha toccato il 50% del Pil e la disoccupazione sopra il 10%, Lubiana è sempre più spesso citata tra i Paesi che potrebbero chiedere aiuto al fondo salva-Stati europeo

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