L’ Argentina fa di nuovo notizia. La nazione che ha gestito con successo la
ristrutturazione del debito estero dopo la grande crisi finanziaria del
2001-2002, e che ha evitato il pacchetto d’austerità beneficiando di una
notevole ripresa economica, è ora sotto attacco da una combinazione di sentenze
di tribunale e mosse aggressive dei mercati finanziari.
Elliot Capital Management, un fondo avvoltoio con sede nel paradiso fiscale
delle Isole Cayman di proprietà del finanziere conservatore Paul Singer (un
grande contribuente della campagna di Romney), ha rifiutato i termini della
ristrutturazione del debito, accettati da oltre il 92% degli obbligazionisti
nel 2005 e nel 2010. Ha richiesto il pagamento per intero e ha perseguito
attivamente il proprio caso in diversi tribunali in tutto il mondo. Pochi mesi
fa la fregata argentina Libertad, che ironicamente vuol dire libertà in
spagnolo, è stata sequestrata in Ghana dopo che un giudice locale ha deciso in
favore di Elliot Capital Management. Il giudice Thomas Griesa ha recentemente
decretato in un tribunale di New York che il governo argentino deve pagare 1,3
miliardi di dollari allo stesso fondo avvoltoio – il valore totale delle
proprie partecipazioni più gli interessi maturati a partire dal 2001 – sulla
base di un’ inusuale interpretazione delle clausole pari-passu(1) dei contratti di debito.
Elliot e altri “fondi avvoltoio” non sono investitori convenzionali.
Comprano titoli a prezzi scontati durante una crisi con l’ esplicita intenzione
di portare i paesi in difficoltà in tribunali sotto giurisdizione straniera,
mentre cercano di ottenere il pagamento totale senza una rinegoziazione del
debito. Ovviamente questi fondi non si preoccupano di sottigliezze come il modo
in cui questo debito è stato accumulato, del principio per cui i debiti devono
essere elargiti sulla base della capacità del debitore di ripagare, o su come i
pagamenti forzati influiscono sul benessere dei più deboli. Loro rappresentano
la finanza mondiale nella sua forma più aggressiva e sfruttatrice.
La sentenza di Griesa contiene anche un’ ingiunzione che vieta a parti
terze di “favorire” qualsiasi violazione del suo ordine, impedendo in tal modo
all’ Argentina di essere in grado di continuare i pagamenti ai creditori che
avevano accettato la ristrutturazione. Questo ha implicazioni enormi, perché
mette in questione tutta le ristrutturazioni dei debiti che sono non solo
probabili, ma anche necessarie per preservare la finanza internazionale. Ad
esempio, perché i detentori dei titoli greci dovrebbero accettare una
ristrutturazione del debito che potrebbe essere una soluzione necessaria e
beneficiare tutti se sanno che i fondi avvoltoio si possono rifiutare e
ricevere un sostegno giuridico nei tribunali internazionali?
La sentenza inoltre contraddice le leggi statunitensi sui fallimenti
interni, che forzano la minoranza dei creditori ad accettare gli accordi
accettati dal 70% dei creditori. Se la sentenza verrà sostenuta nelle corti
superiori (sia l’ Argentina che gli altri creditori si sono già appellati)
creerà una situazione impraticabile per il mercato mondiale dei titoli. I
creditori faranno una scommessa a senso unico nel caso non venga accettata la
ristrutturazione, le uniche opzioni saranno tutto (pagamento completo) o niente
(default).
Ma l’ Argentina non affronta solo questo attacco. Questa settimana l’
agenzia di rating Fitch, che in precedenza diede la tripla A ai titoli
statunitensi sub-prime, ha declassato i titoli argentini quasi a livello
spazzatura. Molti analisti finanziari prevedono ora un nuovo default argentino.
Ma non c’è motivo per credere che il paese sia vicino al default. Il saldo
delle partite correnti è in pareggio, le riserve internazionali sono sopra i 46
miliardi di dollari e il rapporto tra i debt service payments (pagamenti per
debiti sia in conto capitale che interessi) e le esportazioni è inferiore al
20%.
Nel passato recente l’ Argentina è stata una delle economie mondiali con la
crescita più rapida, dove la disoccupazione è crollata dal 22% al 7%. Quindi
cosa spiega tutti questi declassamenti e tentativi di minare il paese sui
mercati finanziari e sui media?
Il vero motivo può essere il grande successo dell’ economia del paese dopo
il suo default e il processo che ha portato alla ristrutturazione forzata del
debito. Dopo il 2002, l’ Argentina ha rifiutato le misure d’ austerità promosse
dal FMI, rinazionalizzato settori chiave della produzione come l’ aviazione, le
pensioni e recentemente il petrolifero, aumentato le protezioni sociali e i
trasferimenti di reddito per i poveri, e in generale ha ridotto la povertà. I
salari reali sono aumentati e le diseguaglianze sono state diminuite.
Questa è una pericolosa storia di successo. Mostra che c’ è una vita dopo
il default e che l’ austerità non è la miglior via per uscire dalla crisi.
Queste due lezioni spaventano chiaramente i mercati finanziari e i loro alleati
all’ interno del sistema giuridico, e ovviamente c’è il timore che altri paesi
con difficoltà finanziarie possano emulare questo esempio. Da qui il desiderio
di dimostrare che questa, dopo tutto, non sia una storia di successo, e di
mantenere la pressione sull’ Argentina attraverso le sentenze dei tribunali, i
downgrade e misure simili.
Ironia della sorte, questo potrebbe rivelarsi controproducente. Non solo
queste mosse sono profondamente ingiuste e antidemocratiche – e minacciano
anche lo stesso sistema finanziario. Concedere ai fondi avvoltoio di avere la
precedenza sugli altri obbligazionisti che accettano la ristrutturazione mina
ogni possibilità di rinegoziazione dei debiti, senza il quale nessun sistema di
credito può funzionare. Il “livello di rancore” della decisione di Griesa
mostra quanto sia importante avere un sistema giuridico che non sia solo a
favore degli investitori privati che vogliono solo fare profitti. Permettere
alle agenzie di rating con estesi conflitti d’ interesse di funzionare senza
una regolamentazione e creando alternative pubbliche genera disinformazione
irresponsabile.
Anche un sistema capitalista profondamente ingiusto non può sopravvivere a
lungo. Così, ancora una volta, la finanza internazionale e i suoi partner
mordono le mani di coloro che li hanno nutriti, con conseguenze potenzialmente
disastrose anche per la finanza stessa.
NOTE:
(1) pari passu (in uguali proporzioni): Clausola tramite la quale il debitore attesta che le obbligazioni contratte verso il creditore, in rapporto al rimborso del prestito e alle garanzie concesse, pongono quest’ultimo in una posizione di parità nei confronti degli altri creditori.
(1) pari passu (in uguali proporzioni): Clausola tramite la quale il debitore attesta che le obbligazioni contratte verso il creditore, in rapporto al rimborso del prestito e alle garanzie concesse, pongono quest’ultimo in una posizione di parità nei confronti degli altri creditori.
JAYATI GHOSH E MATIAS VERNENGO – guardian.co.uk
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