Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 17 dicembre 2012

ITALIA - Chiesa e padroni cambiano Caimano

Vaticano, Europa, poteri forti nominano Monti capo del futuro governo al posto di Berlusconi. Il centrosinistra può attendere. Gli elettori si adeguino.

domenica 16 dicembre 2012- Che l'ultima discesa in campo di un Berlusconi oscillante fra montismo e antimontismo sia frutto di calcolo o di disperazione, un risultato l'ha comunque ottenuto: restituire alla destra il centro della scena e mettere nell'angolo un centro-sinistra che pareva avviato a vincere le elezioni.

Lo invoca l'Europa
Berlusconi ha dato a Monti il pretesto per riproporre come più serio e apprezzabile, al confronto, il governo più reazionario della seconda repubblica, quello con i ministri più incompetenti e gaglioffi. Gli ha dato l'occasione di farsi incoronare re d'Italia dai poteri forti e dal Partito popolare europeo. Che hanno già deciso come dovrà votare il popolo italiano.
Al grido «l'Agenda Monti non si tocca» hanno inveito contro Berlusconi perché Bersani intenda. Così il fu vincitore delle primarie - sbalordito di trovarsi contro, come capo della destra padronale, quel signore tanto per bene che aveva sostenuto «lealmente» credendolo un «moderato» - si è fatto piccolo piccolo, ha supplicato Monti di lasciarlo andare al governo almeno per finta, giurando in cambio di farlo capo dello stato, di consultarlo anche sul menù e di attenersi all'agenda Monti «più qualcosa» (ossia un mezzo matrimonio farlocco per Vendola, che conta come il due di picche e non potrà comunque toccare le magiche riforme Fornero contro pensionati, articolo 18 e lavoratori).

Lo vuole il Vaticano
E non sorprende che fra i poteri forti schierati con Monti siano in prima fila le gerarchie cattoliche, che in occasione delle ultime giravolte di Berlusconi hanno separato il loro destino dal suo con toni insolitamente duri. Quando il cavaliere trafficava con escort o concludeva le barzellette con una bestemmia, Fisichella, Ruini e Bagnasco si davano il cambio con Bertone per avvertire che si doveva «contestualizzare». Adesso no. Dopo un anno di prova, Cei e Vaticano sanno di poter fidarsi del messaiolo Monti, più potabile sia per le parrocchie che per le cancellerie europee, e per di più attorniato da cattolici fedeli (che sono anche meglio degli atei devoti): dal chierico di lungo corso Casini ai sindacalisti gialli Bonanni e Olivero, dal banchiere Passera al similpacifista Riccardi, cui probabilmente si aggiungeranno clerico-transfughi dal Pdl come Sacconi e dal Pd come Fioroni e alcuni renziani sfusi.
Rassicurate, le sacre gerarchie hanno quindi rotto ogni cautela e bocciato senza appello un ritorno del Cavaliere che «vanificherebbe» gli sforzi fin qui fatti dal Professore per togliere altri diritti ai lavoratori, ammazzare i pensionati, strangolare i consumatori, proseguire nelle pratiche leghiste anti- migranti, fingere di combattere la corruzione, aumentare le spese militari, gestendo contemporaneamente al meglio i valori non negoziabili della Chiesa e anche quelli immobiliari del Vaticano.

«E voi non siete un cazzo»
Pazienza se tre milioni di elettori, attirati da un vago «profumo di sinistra», hanno votato per niente e se molti altri milioni di italiani, che aspettavano da un anno di poter dire la loro, dovranno aspettarne altri cinque, ben che vada, durante i quali capo del governo sarà direttamente o per interposto Bersani (ma non ci giurerei), il nuovo Caimano, l'Adamo Smith de noantri. Come Dio, cioè lorsignori, comanda(no).

Walter Peruzzi

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