Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


lunedì 15 settembre 2014

ITALIA - Tutte le balle di Matteo Renzi: eccole in rigoroso ordine alfabetico !!


Tutte le balle di Matteo Renzi – Il Fatto Quotidiano ce le ricorda una per una in rigoroso ordine alfabetico !!

Articolo 18 
“Non parlo dell’articolo 18” (Giuliano Poletti, Pd, ministro del Lavoro, 26-2). “Abolire l’articolo 18 entro fine agosto” (Angelino Alfano, Ncd, ministro dell’Interno, 11-8). “L’articolo 18 è un totem ideologico, inutile discuterne: bisogna riscrivere tutto lo Statuto dei lavoratori” (Renzi, 12-8). “Taglio di 3 anni per i nuovi assunti. Primo passo per cambiare l’articolo 18” (Corriere, 14-8). “Via l’articolo 18” (Enrico Zanetti, Sc, sottosegretario Economia, Libero, 14-8). “Poletti: non serve abolire l’articolo 18. Basta il contratto di inserimento” (Corriere, 17-8). “Il problema non è l’articolo 18, riguarda 3 mila persone” (Renzi, 1-9). Nel ddl delega “Jobs Act” c’è solo un accenno al “contratto a tutele crescenti”.

Auto blu
“Le auto blu andranno all’asta come abbiamo fatto a Firenze. Dal 26 marzo diremo ‘venghino signori venghino’” (Renzi, 12-3). “Vendesi auto quasi nuova colore blu. 100 auto blu all’asta online dal 26 marzo” (slide di Renzi, 12-3). “Le autoblu su eBay dovrebbero fruttare 370mila euro” (28-4). “L’auto blu piace usata e su internet scatta la corsa all’acquisto” (Repubblica, 28-3). “Pazzi per le auto blu: boom di offerte e prezzi più alti della media” (Corriere, 6-4). “Sono state vendute tutte le 52 auto blu messe all’asta su eBay” (Palazzo Chigi, 18-4). In realtà ne sono state vendute solo 7 e hanno fruttato appena 50mila euro.

Burocrazia
“Decreto ‘licenzierà’ i consiglieri di Stato” (Repubblica, 24-2). “Ora una violenta lotta alla burocrazia” (Renzi, 11-4). “Il piano anti-burocrazia. Renzi: ‘Entro mille giorni tutti i certificati online o inviati a casa entro 48 ore’” (Repubblica, 11-7).“Certificati online per dire addio alle code” (Stampa, 11-7). Tutto fermo.

Carceri
“Non è possibile un nuovo indulto-amnistia dopo 7 anni dall’ultimo. Non serio, non educativo e non responsabile. Sarebbe un autogol e un vulnus al principio di legalità che la gente non capirebbe” (Renzi, 12-10-2013). “Approvato in Senato il decreto carceri: risarcimenti e sconti di pena ai detenuti in celle sovraffollate, stretta sulla custodia cautelare, niente carcere se la pena non supererà i 3 anni. Lega e M5S: ‘Indulto mascherato’” (Stampa, 3-8). “La polizia ad Alfano: ‘Con lo svuotacarceri dimezzati gli arresti degli spacciatori’” (Repubblica, 18-8).

Casa
“Piano casa da 1 miliardo e mezzo” (Stampa, 1-3). “Arriva il piano casa con affitto e riscatto” (Repubblica, 2-3). “Riforma del catasto a breve” (Corriere, 5-6). “Altolà di Padoan alle spese: il pacchetto casa a rischio” (Repubblica, 26-8). “Sconto fiscale per chi affitta alloggi nuovi” (Corriere, 28-8). Bloccato quasi tutto per mancanza di fondi.

Conflitto di interessi
“Occorre una legge sul conflitto di interessi” (Delrio, 23-2). Mai vista.

Corruzione
“Caro Roberto… un’altra emergenza, strettamente connessa a quelle delle mafie, pure da affrontare – come ci ha di recente ricordato l’Unione europea – è la corruzione il cui costo ammonta a 60 miliardi ogni anno, pari al 4% del Pil italiano, circa metà dei danni provocati in tutta Europa” (Renzi, lettera aperta a Roberto Saviano, Repubblica, 2-3). “Senato, il ddl anticorruzione slitta al 10 giugno” (Messaggero, 27-5). “Renzi: Daspo a vita contro i corrotti. Stretta nel codice etico dei Dem” (Repubblica, 11-6). Il 16 giugno il ddl Grasso anticorruzione, discusso in commissione per un anno ed emendato da partiti e governo, è pronto per l’approvazione alla Camera. Ma il governo, previo colloquio di Renzi con B. e Verdini, lo blocca annunciandone uno nuovo. Che per ora non c’è né è all’ordine del giorno.

Costi della Casta
“Dimezzare subito il numero e le indennità dei parlamentari. E vogliamo sceglierli noi con i voti, non farli scegliere a Roma con gli inchini al potente di turno” (Renzi, 18-10-2010). Con l’Italicum e il Senato delle Autonomie, i parlamentari non si dimezzano, ma scendono da 950 a 730, e le indennità dei 630 deputati restano intatte. “Io da sindaco di Firenze guadagno 50mila euro netti l’anno. Perché un parlamentare o un consigliere regionale deve guadagnare molto più di me?” (18-7-2011). Ma con le sue riforme i deputati continueranno a guadagnare molto più dei sindaci. “Ridurre gli stipendi e dimezzare il numero dei parlamentari e abolire tutti i tipi di privilegi che fanno credere alla gente che i politici siano tutti uguali” (7-11-2012). Ora anche i sindaci e i consiglieri regionali nominati senatori avranno un privilegio in più: l’immunità parlamentare.

Crescita del Pil
“La domanda interna si rianima, il calo dei prezzi aiuta i redditi più bassi” (Mario Draghi, presidente Bce, 23-2). “Con misure serie, irreversibili, legate non solo alla revisione della spesa, nel primo semestre 2014 avremo già i primi risultati” (Renzi, 24-2). “‘Il taglio dell’Irpef può aumentare la crescita dello 0,4%’: per gli economisti tra 5 e 6 miliardi in più l’effetto sui consumi” (Stampa, 14-3). “Alimentari, trasporti e abiti: le famiglie spenderanno così 9 miliardi del bonus Irpef” (Repubblica, 16-3). “Il governo accelera sul Def. Sale la stima sul Pil: potrebbe salire all’1,1%” (Repubblica, 24-3). “La crescita del Pil quest’anno potrebbe arrivare fino all’1%” (Ignazio Visco, governatore Bankitalia, 12-4). “Abbiamo abbassato le previsioni di crescita del Pil rispetto al governo Letta. Sono prudenti, ma saranno smentite. Lo prometto” (Renzi, 8-5. Letta prevedeva un +1% annuo, Renzi un +0,8 annuo: verranno entrambi smentiti, ma al ribasso).

“Arriva il rimbalzino del Pil: secondo trimestre positivo. Attesa una crescita compresa tra lo 0,1 e lo 0,4%” (Stampa, 31-5). “Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente per la vita quotidiana delle persone” (Renzi, 24-7). “Renzi: ‘Difficile confermare il Pil a +0,8% del Def’” (Repubblica, 25-7). “Il Pil non me lo aspettavo così giù. La ripresa non arriva: avevamo previsto lo 0,8, invece sarà inferiore” (Renzi, 30-7). “Renzi: l’Italia non fallirà” (Corriere, 26-8). A fine anno si prevede una crescita negativa. Consumi ancora giù. Consumatori sempre più pessimisti.

Debiti della Pa
“Sblocco totale e non parziale dei debiti delle PA per dare uno choc” (24-2). Ma 22,5 miliardi il Tesoro li ha già pagati; altri 25 li ha già stanziati e coperti Letta; gli altri 47 sono fuori bilancio, mai certificati.

“Entro 15 giorni il decreto per sbloccare 60 miliardi alle imprese” (Renzi, 25-2). Poi si scopre che non è un decreto, ma un disegno di legge.

“Entro luglio pagheremo tutti i debiti della PA: oltre ai 22 miliardi già pagati, 68 miliardi totali” (Renzi, 12-3). “Il premier: subito 60 miliardi per pagare le imprese. Ma Padoan non è convinto” (Stampa, 26-2). “Così il governo restituirà grazie a Cdp 60 miliardi alle aziende creditrici” (Repubblica, 27-2). “Renzi si accorda con le banche per dare 60 miliardi alle imprese” (Libero, 5-3). “Crediti alle imprese, lo Stato paga tutto” (Repubblica, 8-3). “Caro Vespa, scommettiamo che rimborseremo alle aziende tutti i debiti della PA entro il 21 settembre, il mio onomastico? Se perde lei va in pellegrinaggio a piedi al santuario di Monte Senario, ma se perdo io sa dove mi mandano gli italiani?” (Renzi, 13-3). “Il grosso dei pagamenti avverrà nel 2015” (Delrio, 14-5). “Padoan: debiti PA a 6 miliardi: ‘Entro l’estate paghiamo’. Per Bankitalia sono 91 miliardi, Confindustria li stima in 100, il governo ne certifica molti meno” (Repubblica, 29-5). “Entro il 21 settembre dovremmo riuscire a pagare tutti i debiti della PA” (Renzi, 24-7). Al 21 luglio, sul sito del Tesoro, risultano pagati 26,1 miliardi, più 30,1 di risorse rese disponibili agli enti debitori ma non ancora pagate (totale: il 63% degli stanziamenti 2013). Il governo Renzi ha stanziato 13 miliardi. E adesso ha passato la palla a Cassa Depositi e Prestiti e alle banche.

Debito pubblico
“Nessuna preoccupazione sui conti pubblici” (Renzi, 2-8). “Debito pubblico record: 2168 miliardi. In 6 mesi 100 miliardi in più” (Stampa, 14-8).

Europa
“Non sforeremo il 3%” (Renzi, 15-3). “L’intesa tra Obama e Renzi: ‘Giusto cambiare l’Europa’” (Repubblica, 28-3). “Renzi a Obama: ‘Convincere la Merkel a cambiare verso’” (Repubblica, 28-3). “L’Europa ci darà più tempo per rispettare il Fiscal compact sul debito: nell’apparato di sorveglianza europeo ci sono margini” (Padoan, 2-4). “Asse tra Renzi e Cameron per rivedere i trattati Ue” (Corriere, 3-4). “L’Europa deve cambiare. Ora contiamo come Berlino” (Renzi, 27-5). “Prima sfida Renzi-Merkel” (Stampa, 28-5). “Stimo la Merkel, non è un nemico. Ma basta austerità” (Renzi, Stampa, 31-5). “Non temo le pagelle Ue, ma vanno cambiate le regole. Basta con gli eurotecnocrati” (Renzi, 1-6). “Merkel frena la sfida con Renzi” (Stampa, 5-7). “Non prendo ordini dall’Ue” (Renzi, Stampa, 10-8). “Le riforme in Italia le decido io, non Troika, Bce e Commissione” (Renzi, 10-8). “Sulle riforme condivido dalla A alla Z le parole di Draghi” (Renzi, 12-8). “Riforme, Renzi rassicura Draghi. Due ore di incontro informale” (Stampa, 14-8). “Sforiamo il 3%” (Enrico Zanetti, sottosegretario Economia, Libero, 14-8). “Zanetti parla a titolo personale” (Padoan, 14-8). “Renzi prepara la battaglia: ‘La crisi colpisce tutti, non siamo noi il problema dell’Ue, la Merkel si ammorbidirà’” (Repubblica, 15-8). Nei fatti, il governo non contesta alcun trattato: rispetta il 3% e vuole rinviare il pareggio di bilancio strutturale al 2016.

Evasione fiscale
“Avanti con la lotta all’evasione: non con i blitz a Cortina o Ponte Vecchio, ma con la tecnologia” (Renzi, 9-4). “Fisco, anche le bollette per la caccia agli evasori. Nel piano l’incrocio delle banche dati, dai conti correnti alle utenze” (Corriere, 10-4). “L’evasione non si combatte con nuove norme. Serve la volontà politica. Più controlli? È una logica parziale, rafforza l’idea che l’Agenzia delle Entrate è il nemico. Invece dev’essere un partner, un amico” (Renzi, 20-4). Nessun cambiamento fissato o previsto in materia.

Famiglie
“Ora aiuti alle famiglie” (Renzi, Repubblica, 20-4). “Arriva lo sconto fiscale per le mamme lavoratrici: ecco gli aiuti alle famiglie. Il governo prepara l’intervento sul ‘quoziente’” (Repubblica, 22-4). “Sul bonus alle famiglie stop del Tesoro” (Corriere, 31-5). “Rinvio sul bonus alle famiglie numerose” (Corriere, 4-6). Nulla, non c’è un euro.

Fisco
“Maggio, riforma del fisco” (Renzi, 17-2). “Ora nuovo fisco” (Pierpaolo Baretta, Pd, sottosegretario all’Economia, l’Unità, 1-6). “Scontrini detraibili, il 730 sarà precompilato” Corriere, 28-2). “Nuovo catasto e 730 precompilato, parte la riforma delle tasse” (Corriere, 2-6). “Tasse e fatture digitali. Fisco più semplice” (Corriere, 21-7). Tutto fermo in attesa dei decreti alla delega fiscale.

Flessibilità
“Ue: più riforme più flessibilità. Renzi: vertice tosto ma è un successo. Accordo molto buono” (l’Unità, 28-6). “(La flessibilità ottenuta da Renzi in Europa) non è poco… Quando si calcola il deficit non viene considerata, o meglio viene considerata flessibile, una parte della spesa. Di fatto si allenta il Patto di Stabilità. Parliamo di circa 7 miliardi di euro” (Graziano Delrio, Corriere, 30-6). “Renzi non ha mai chiesto maggiore flessibilità” (Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze tedesco, Financial Times, 30-6). “Flessibilità, la sfida di Renzi” (Stampa, 3-7). “La crescita di Renzi spacca la Ue” (l’Unità, 3-7). “Renzi, scontro con i tedeschi sulla flessibilità” (Repubblica, 3-7). “Matteo snobba i falchi: ‘Il patto è con la Merkel, flessibilità o Juncker salta’” (Repubblica, 3-7). “La Bundesbank non si intrometta, non ci fa paura: decide la Merkel e la sua linea è un’altra” (Renzi, 4-7). “La flessibilità serve a tutti, non solo a noi” (Renzi, 4-7). “Duello Renzi-Ecofin sulla flessibilità. Padoan crede nella vittoria sui falchi: ‘Eviteremo manovra e infrazione’” (Repubblica, 9-7). “Governo-Ue, patto sulla flessibilità. Sul tavolo uno ‘sconto’ da 5 miliardi” (Repubblica, 17-8). “Sconto all’Italia, apertura Ue. Spiraglio da Bruxelles: sul tavolo in autunno” (Repubblica, 18-8). “La Commissione Ue frena: la trattativa sulla flessibilità? Solo una congettura” (Stampa, 18-8). “‘Flessibilità a chi fa riforme’. Renzi trova la sponda Bce” (Repubblica, 24-8). Nessun accordo raggiunto, nessun negoziato formale, solo il rinvio unilateraledel pareggio di bilancio al 2016 da parte dell’Italia.

F35
“Sì ai supercaccia F35, ma sui numeri il governo glisserà” (Stampa, 27-3). “Renzi a Obama: ‘L’Italia taglierà le spese militari’” (Repubblica, 28-3). “Difesa, il rebus dei tagli. Renzi: ‘Anche sugli F35’. Ma Pinotti rassicura i militari: ‘Sono necessari alla sicurezza’” (Repubblica, 29-3). “ ‘Le spese militari non vanno ridotte’ : pressing di Obama” (Stampa, 29-3). “Gli Usa confermano: ‘Dall’Italia nessun taglio alla fornitura di F35’ ” (Stampa, 6-4). “Taglio agli F35. Il governo insiste: 150 milioni in meno” (Stampa, 18-4). “Ecco il piano segreto per tagliare gli F35: via metà degli aerei. Il governo ha deciso: ne acquisterà solo 45” (Repubblica, 22-4). “Il Pentagono lascia a terra gli F35. Mogherini: discussione aperta. Inchiesta Usa sulla sicurezza dopo l’incendio a bordo di uno dei jet” (Corriere, 5-7). “F35, dopo i guasti la Pinotti frena: ‘Non compreremo niente che non sia sicuro e non funzioni perfettamente’” (Repubblica, 16-7). Nessuna riduzione degli acquisti di F35.

Giustizia
“Entro giugno faremo un pacchetto organico di revisione della giustizia che non lasci fuori niente” (Renzi, 17-2). “Basta con i nostri derby ideologici: fare della giustizia un asset reale per lo sviluppo del Paese” (Renzi, 24-2). “Caro Roberto… quello che va aggredito, hai ragione, è la ‘Mafia SpA’, presente in ogni comparto economico e finanziario del Paese… Gli appartenenti alle organizzazioni criminali sanno di non rischiare molto sul piano penale, anche perché manca il reato di autoriciclaggio. Il paradosso di un estorsore o uno spacciatore di droga che non viene punito se da solo ricicla o reimpiega il provento dei suoi delitti sarà superato con assoluta urgenza attraverso l’introduzione del delitto di autoriciclaggio. Aggredire i patrimoni mafiosi può essere una delle grandi risposte che il governo è in grado di dare, dal punto di vista economico, per fronteggiare la crisi” (Renzi, lettera aperta a Roberto Saviano, Repubblica, 2-3). “La riforma della giustizia si fa entro giugno” (Renzi 30-5, 31-5, 1-6, 7-6, 13-6, 14-6). “Giustizia, riforma a tappe. Pronto il testo che introduce l’autoriciclaggio” (Corriere, 22-4).

“A giugno la riforma della giustizia, partendo dai Tar” (Renzi, Repubblica, 20-4). “La riforma della giustizia sarà al Consiglio dei ministri del 30 giugno” (Boschi, 20-6. In realtà il 30 giugno vengono presentate 12 righe di generiche “linee guida”). “Nessuna stretta sulle intercettazioni” (Andrea Orlando, Pd, ministro della Giustizia, 26-6). “Stretta sulle intercettazioni” (Repubblica, 1-7). “Intercettazioni e privacy, quel testo segreto contro l’Italia degli origliatori. Processo alla gogna” (Foglio, 1-7). “Giustizia, la ricetta del governo in 12 punti” (Corriere, 1-7). “Renzi: processo civile in un anno” (Stampa, 1-7). “Ho incontrato Renzi e mi ha assicurato che i 12 punti della giustizia li scriveremo insieme” (Silvio Berlusconi, 3-7). “Riforma della giustizia entro il 20 agosto” (Orlando, 26-7). “Processo civile, boom dell’online e tempi giù del 62%” (Repubblica, 2-8). “Per cambiare la giustizia ci confronteremo anche con le opposizioni” (Orlando, Repubblica, 3-8). “Giro di vite sull’azione disciplinare contro le toghe del Tar” (Corriere, 15-8). “Giustizia, il governo accelera sulla prescrizione” (Repubblica, 17-8).

“Accelerazione sulla giustizia. Orlando da Napolitano, che raccomanda: ‘Massima attenzione ai temi divisivi’: intercettazioni, prescrizione e falso in bilancio” (Corriere, 19-8). “Giustizia, scontro sulle intercettazioni” (Repubblica, 20-8). “Giustizia, si parte subito da civile e dalla responsabilità delle toghe” (Corriere, 20-8). “Giustizia, primo via libera. Ma serve più tempo per Csm e intercettazioni” (Corriere, 21-8). “Orlando vuole procuratori-manager” (Repubblica, 21-8). “Limiti ai pm e mini-bavaglio ai giornali. Stretta in arrivo sulle intercettazioni” (Repubblica, 22-8). “Giustizia, il piano del governo. Non solo il processo civile: subito anche la prescrizione” (Corriere, 22-8). “Il Guardasigilli assicura: niente rinvii” (Corriere, 26-8). “Prescrizione congelata e meno ricorsi in appello: ecco la riforma della giustizia” (Repubblica, 27-8). “Giustizia, il governo stringe sulla responsabilità dei giudici” (Corriere, 27-8).

“Giustizia, ecco la riforma. Ma sulle intercettazioni è scontro nel governo” (Repubblica, 28-8). “Sì alla stretta sugli ascolti dei non indagati” (Repubblica, 28-8). “La giustizia torna a dividere. FI attacca su intercettazioni e prescrizioni” (Corriere, 28-8). “Prescrizione congelata solo per i nuovi processi” (Repubblica, 29-8). “Giustizia, Alfano porta a casa la stretta sulle intercettazioni” (Stampa, 29-8). “Processo civile, subito un decreto. Sul penale il governo prende tempo: legge delega sui temi più dibattuti. Novità sulla prescrizione” (Corriere, 29-8). “Pensiamo a un tribunale con competenze più ampie per le imprese” (Renzi, 29-8. Ma il Tribunale delle Imprese l’aveva già istituito il governo Monti nel maggio 2012).

“Intercettazioni, nella riforma le linee guida” (Stampa, 30-8). “Renzi: giudici, chi sbaglia paga” (Stampa, 30-8). “La ‘rivoluzione’ giustizia: prescrizione congelata, nuovo falso in bilancio e vacanze dimezzate” (Repubblica, 30-8). “Ferie dei giudici, Orlando frena il premier” (Repubblica, 31-8). “Le 7 mosse ‘sblocca-giustizia’: un decreto e 6 ddl per recuperare efficienza” (Sole 24 Ore, 31-8). Per il governo è urgente solo il processo civile (decreto); non invece prescrizione, falso in bilancio e autoriciclaggio (ddl solo annunciati, senza una maggioranza in Parlamento che li voti).

Immigrati
“Cie, Alfano studia il taglio dei tempi di permanenza e pensa di abbassare il limite di 18 a 4-6 mesi” (l’Unità, 26-3). “Profughi nelle caserme di tutte le Regioni: ecco il piano Alfano” (Repubblica, 15-6). “Al via operazione Spiagge Sicure. Gli italiani stanchi di essere insolentiti da orde di vu’ cumprà, dobbiamo radere al suolo la contraffazione” (Alfano, 11-8). “Alfano: pronti a fermare Mare Nostrum” (Repubblica, 25-8). Approvata una legge delega sui Cie. Per il resto zero.

Italicum
“Occorre una legge elettorale per scegliere direttamente gli eletti e un tetto di tre mandati parlamentari, senza eccezioni” (Renzi, 3-4-2011. Ma, con le sue “riforme”, i partiti continueranno a nominarsi i deputati e per il Senato si aboliscono addirittura le elezioni. Nessuna traccia dei tre mandati). “Il Porcellum è la peggior legge elettorale possibile, in cui i parlamentari sono nominati” (Renzi, 15-4-2011). Infatti sostituisce la peggior legge elettorale possibile con la peggior legge elettorale possibile, in cui i parlamentari sono più nominati di prima.

“Vogliamo una legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere il presidente del Consiglio e i parlamentari in modo libero, come succede nei Comuni. I partiti devono consentire alla gente di scegliersi le persone, perché un cittadino possa guardare in faccia i propri rappresentanti. Poi se fanno bene li conferma, se fanno male li manda a casa e magari i politici proveranno l’ebbrezza di tornare a lavorare” (Renzi, 26-4-2012). “Facciano quel che gli pare, purché lo facciano e che a scegliere siano i cittadini” (Renzi, 1-10-2012). “L’importante è dare ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente, non necessariamente di incasellarsi in destra o sinistra. Comunque la pensi, puoi scegliere chi votare di volta in volta in base alla personalità di chi si candida, delle idee che esprime, del programma” (Renzi, 7-11-2012). Ma con le sue “riforme” i partiti seguiteranno a impedire alla gente di scegliere e guardare in faccia i propri rappresentanti.

“Il Porcellum non è il male assoluto, peggio c’è solo il proporzionale puro. Ma è molto meglio ilMattarellum: almeno vedi in faccia i parlamentari, perché con queste liste elettorali possono mettere dentro di tutto” (Renzi, 19-11-2013). Ora, con le liste dell’Italicum, Renzi potrà mettere dentro di tutto. “Il Mattarellum è senz’altro migliore del Porcellum: se, per garantire la governabilità, si aggiungesse un premio di maggioranza del 25%, sarebbe perfetto. Ma la soluzione migliore sarebbe la legge elettorale per l’elezione dei sindaci” (Renzi, 22-11-2013). Sia il Mattarellum sia la legge dei sindaci consentono ai cittadini di scegliere: Renzi preferisce l’Italicum, che non lo consente. “Berlusconi e Grillo fanno le larghe intese per conservare il Porcellum” (Renzi, 19-11-2013). PoilelargheinteseconB.lehafatteRenzi per conservare il peggio del Porcellum nell’Italicum. “Nonostante i gufi, la legge elettorale è passata alla Camera ed entro settembre sarà approvata: non ci saranno mai più larghe intese e chi vince governa 5 anni. È una rivoluzione impressionante, chi vince governa. Politica 1 – Disfattismo 0” (Renzi, 12-3-2014). “Italicum entro l’anno” (Renzi, 2-8). Approvato dalla Camera, l’Italicum è uscito dall’agenda parlamentare: insanabili dissensi fra tutti i partiti.

Lavoro
“Il 17 marzo, all’incontro con la Merkel, avrò pronto il piano sul lavoro” (Renzi, 26-2). “Renzi: ora un Jobs Act da 100 miliardi” (l’Unità, 28-2). “Sussidio disoccupazione anche per i precari: 1.000 euro al mese per chi perde il posto. Il piano costerà 8,8 miliardi” (Repubblica, 28-2). “Ecco il Jobs Act targato Renzi: sussidio di disoccupazione anche per i precari. Col Naspi circa 1.000 euro al mese per chi perde il posto” (Repubblica, 1-3). “Il Jobs Act va bene così: tra 10 mesi vedrete i risultati” (Giuliano Poletti, Pd, ministro del Lavoro, Repubblica, 16-3). “Slitta a settembre il Jobs Act” (Corriere, 18-7). Il Jobs Act è un ddl delega spiaggiato in Parlamento. Ora il governo promette di approvarlo entro il 2014. Per i decreti attuativi passerebbe un altro anno.

Mafia
“Caro Roberto, so che… vi aspettate che la lotta alla criminalità organizzata diventi per davvero la priorità del governo. Questo impegno io lo assumo… Il cuore delle organizzazioni criminali è negli affari… e anche in quel confine sottile, sottilissimo, che esiste tra lecito e illecito con l’appoggio, con il consenso, con la collusione e qualche volta semplicemente col silenzio di chi ha ruoli di responsabilità nella politica, nelle amministrazioni e nell’economia. Sono questi i legami che dobbiamo smascherare e recidere. Faremo un lavoro serio e puntiglioso… per adottare le misure necessarie sul piano legislativo e amministrativo. Con una proposta organica in base al lavoro della commissione istituita a Palazzo Chigi con Cantone e Gratteri per elaborare strumenti e contributi per rendere più incisiva la lotta alla criminalità organizzata… Porterò questi temi anche sui tavoli del semestre Ue. C’è tanto lavoro da fare” (Renzi, lettera aperta a Saviano, Repubblica, 2-3). Niente di fatto, né di annunciato.

Manager pubblici
“Abbassando il tetto degli stipendi lordi a quanto guadagna il presidente della Repubblica, circa 250mila euro l’anno, risparmieremo 500 milioni” (Renzi, 14-3). “Manager di Stato, 500 milioni in meno: tetto a 248mila euro senza deroghe” (Repubblica, 14-3). “Ecco il ‘tetto’ agli stipendi dei manager pubblici. Da aprile scatta il limite: non oltre 311mila euro lordi” (l’Unità, 29-3). “Tagli ai manager, mossa del Tesoro. Da aprile scattano i primi risparmi” (Corriere, 25-3). “Da aprile tetto agli stipendi dei manager” (Repubblica, 29-3). “Stretta sui manager pubblici” (Corriere, 29-3). “Stipendi ai manager, subito i tagli” (Corriere, 29-3). “Arriva la stretta sui manager di Stato” (Stampa, 29-3). “Manager, nuova stretta del governo. Stipendi, tetto per tutti i dirigenti: taglio del 25% nelle società quotate” (Repubblica, 30-3). “Il tetto agli stipendi pubblici? Salito di 37 mila euro. Le retribuzioni dei burocrati ancorata alla Cassazione” (Corriere, 6-4). “La sforbiciata sui dirigenti può valere un miliardo l’anno” (Stampa, 8-4). “Gli stipendi dei dirigenti saranno agganciati al Pil. Palazzo Chigi apripista” (Repubblica, 8-4). “Per i superdirigenti il taglio dello stipendio vale fino a 65 mila euro l’anno” (Stampa, 10-4). “Stipendi ridotti a 238 mila euro, ma non per tutti” (Repubblica, 15-4). “Pronto il tetto agli stipendi. I dirigenti divisi in quattro fasce. Riduzioni anche per Bankitalia e Consulta” (Stampa, 18-4). “Dirigenti e manager di Stato, sorpresa di Pasqua amara: nuovo taglio di stipendi. La scure dei 240 mila euro su chi si era salvato dal primo tetto. Ora sacrifici anche in Rai, Ragioneria e vertici Polizia” (Repubblica, 20-4). La norma è passata, ma la platea degli interessati è molto più ristretta del previsto con risparmi di meno di 200 milioni, anziché di 500.

Manovra
“Palazzo Chigi: nessuna manovra” (Stampa, 7-3). “Non faremo manovre correttive” (Renzi, 10-4). “Basta sospetti, non servirà una manovra correttiva” (Padoan, Corriere, 6-7). “Smentisco che ci sarà un’altra manovra” (Renzi, 3-8). “Non ci sarà nessuna manovra” (Renzi, 4- 8). “Per il 2015 si profila, ad oggi, una correzione da 20 miliardi” (Enrico Morando, Pd, viceministro Economia, 18-8).

Marò
“Ho appena telefonato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Faremo semplicemente di tutto” (Renzi, 22-2). “Adesso i marò tornino a casa” (Renzi, 28-3). “Rivendichiamo con forza la giurisdizione italiana e il rientro immediato dei nostri militari” (Palazzo Chigi, 28-3). “Dopo il malore di Latorre, la situazione ormai è insostenibile” (Roberta Pinotti, Pd, ministro della Difesa, 3-9). I due marò restano in India.

Municipalizzate
“Municipalizzate, possibili risparmi fino a 13 miliardi” (Corriere, 9-3). “Lo spreco delle Spa pubbliche costa 13 miliardi. 7 mila società in rosso. Che ora entrano nel mirino del governo” (Repubblica, 29-3). “Stretta sulle municipalizzate. Il premier vede Cottarelli e Padoan: ‘Colpiremo i santuari della Pa’” (Stampa, 7-4). “Tagli, tocca alle municipalizzate” (Stampa, 7-4). “Cura dimagrante dello Stato: solo 1000 municipalizzate” (Repubblica, 19-4). “La giungla delle società pubbliche produce soprattutto buchi. Confindustria: liquidandole si risparmierebbero 12 miliardi” (Stampa, 3-7). “Verranno cancellate subito 1250 municipalizzate” (Corriere, 27-8). “Vendita ‘forzata’ per le municipalizzate” (Corriere, 28-8). “Incentivi, vendite e fusioni: così verrà disboscata la giungla delle partecipate” (Repubblica, 28-8). “Nel decreto Sblocca Italia le misure sulle società degli enti locali: nel mirino quelle in perdita e nate per gestire una sola attività” (Repubblica, 28-8). “Azzerate 1250 municipalizzate” (Corriere, 29-8). Nel decreto Sblocca Italia, nessuna misura sulle municipalizzate. Se ne riparla nella legge di Stabilità. Ottanta euro. “Dal 27 aprile 1.000 euro in più in busta paga” (Renzi, 11-3). “Dal 1° maggio 1.000 euro netti in più all’anno in busta paga a chi guadagna meno di 1.500” (Renzi, 12-3).“Una maestra, una mamma avrà in tasca quei soldi in più per uscire con le amiche” (Renzi, 12-3). “Renzi, meno tasse da aprile: le coperture ci sono, indiscutibili e oggettive” (Stampa, 12-3).

“I soldi ad aprile? Nun j’a famo. Lo faremo a maggio” (Renzi, 12-3). “Alimentari, trasporti e abiti: le famiglie spenderanno così 9 miliardi del bonus Irpef” (Repubblica, 16-3). “C’è una soluzione tecnica che riguarda gli incapienti” (Renzi, 9-4). “Bonus esteso ai redditi sotto gli 8 mila euro lordi, cioè agli incapienti” (Corriere, 9-4). “Bonus da 200 euro per i più poveri: una tantum a 4 milioni di redditi sotto gli 8 mila euro” (Stampa, 10-4). “Spunta un miliardo per gli incapienti” (Repubblica, 15-4). “Bonus in busta paga a 15 milioni di italiani: 80 euro per metà di loro e 30 agli incapienti” (Repubblica, 18-4). “Niente sgravi agli incapienti” (Repubblica, 19-4). “Ora aiuti alle famiglie e sgravi ai pensionati” (Renzi, Repubblica, 20-4). “Dare uno stimolo alle famiglie a reddito medio-basso può avere un effetto immediato. Se la fiducia si rafforzerà ci sarà più propensione a spendere che a risparmiare” (Padoan, Corriere, 20-4). “Per gli incapienti si interverrà probabilmente con la legge di Stabilità del 2015. Guarderemo anche ai pensionati a basso reddito” (Padoan, Corriere, 20-4). “Ho preso un impegno con partite Iva, incapienti e pensionati nel proseguire il lavoro di abbassamento delle tasse iniziato con i lavoratori dipendenti e lo manterrò” (Renzi, Twitter, 23-4).

Il Censis ha detto che con gli 80 euro aumenteranno i consumi del 15%” (Pina Picierno, eurodeputata Pd, 7-5). “Dal 2015 i pensionati saranno dentro la stessa misura prevista nel decreto Irpef degli 80 euro” (Renzi, 23-5). “Il bonus sarà allargato” (Renzi, 3-6). “Renzi, pressing sul Tesoro per ‘allargare la platea’ degli 80 euro” (Stampa, 27-7). “Saremo in grado di estendere la platea degli 80 euro? Non sono in grado di garantirlo, ci proveremo” (Renzi, 2-8). “Chiederemo uno sforzo a Padoan per estendere la platea destinataria del bonus fiscale” (Alfano, Stampa, 3-8). “La fiducia dei consumatori arretra ai livelli di marzo. Istat: terzo mese al ribasso, peggiore delle stime. Annullato l’effetto ottimismo degli 80 euro di Renzi. Il bonus non arriva nei negozi, spendere resta un tabù” (Stampa, 28-8). “Per l’Istat il bonus è un flop: a giugno consumi mensili al palo, quelli annui giù del 2,6%” (Repubblica, 29-8). “Italia nella doppia morsa di deflazione e recessione. Ad agosto i prezzi in calo dello 0,1%, è la prima volta dal 1959. Istat: ‘Sarà stagnazione’” (Repubblica, 30-8). Niente 80 euro per incapienti, pensionati e partite Iva. Le coperture per confermare il bonus nel 2015 a chi l’ha avuto nel 2014, se le troveranno, saranno nella legge di Stabilità.

Patto di stabilità interno
“Entro il 10 marzo, censimento per una verifica puntuale sul patto di stabilità per capire quanto possono sforare i Comuni” (Renzi, 26-2). “Mercoledì sblocco il Patto di stabilità soprattutto al Nord” (Renzi, 5-3). “Fondi europei fuori dai vincoli: libertà di spesa ai comuni virtuosi” (Repubblica, 16-3). “Fine del patto di stabilità interno” (Pierpaolo Baretta, Pd, sottosegretario Economia, Unità, 1-6). “I comuni virtuosi potranno investire” (Renzi, 21-8). Nessuno ha toccato il Patto di stabilità interno: qualche allentamento parziale c’è per l’edilizia scolastica e nelle pieghe dello “Sblocca Italia”, sempreché esca mai da Palazzo Chigi.

Pensioni
“Uno che prende 7 mila euro al mese di pensione, se ne prende 6.500 campa lo stesso. Chi ne prende 600 euro, se gli do 200 euro in più è meglio” (Renzi, 8-11-2013). “Il tema di un contributo straordinario da parte di chi prende una pensione robusta esiste. Cottarelli ce lo presenterà nei prossimi giorni” (Graziano Delrio, Pd, sottosegretario Presidenza del Consiglio, 13-3-2014). “Cottarelli: contributo dalle pensioni oltre i 2 mila euro” (Corriere, 13-3). “L’idea che chi ha una pensione di 2-3 mila euro debba dare un contributo, forse c’è per Cottarelli, ma io la escludo” (Renzi, 13-3). “Dal governo stop a Cottarelli, nessun intervento sulle pensioni” (Stampa, 14-3). “Renzi: le pensioni non si toccano” (Repubblica, 14-3). “Interventi sulle pensioni alte” (Poletti, Corriere, 17-8). “Sforbiciata alle pensioni d’oro” (Stampa, 18-8). “Frenata sulle pensioni: ‘Per il momento nessun intervento su quelle superiori a 3.500 euro’” (Stampa, 19-8). “Il piano del governo: prelievo di 1 miliardo dalle superpensioni oltre i 3.500 euro” (Repubblica, 19-8). “Pensioni d’oro, Renzi boccia Poletti. Scontro nel governo. Baretta: non si tocca chi prende meno di 2 mila euro” (Repubblica, 20-8). “Sulle pensioni d’oro si riapre la partita. Manovra da 20 miliardi” (Repubblica, 21-8). “3.500 euro al mese di pensione avvicinano di più a un reddito alto che medio” (Baretta, Stampa, 21-8). “Pensioni, nessun prelievo” (Delrio, 22-8).

Polizie
“Salta la fusione delle Polizie” (Stampa, 4-6). “Nessun accorpamento fra polizia penitenziaria e forestale” Renzi, 13-6). “Forze di polizia, risparmi per 1 miliardo e mezzo: stop assunzioni. Le ipotesi di accorpamento per Forestale e Penitenziaria” (Corriere, 18-7). L’unica certezza nel Def è che gli agenti di tutte le polizie, come tutti gli statali, avranno gli stipendi bloccati fino al 2020.

Posti di lavoro
“Entro 15 giorni il pacchetto di misure per i giovani. I mercati ci osservano” (Renzi, 28-2). “Persi mille posti al giorno. Il record negativo per i giovani. Disoccupati al 13%: mai così dal 1977” (Corriere, 2-4). “Dato sconvolgente, scenderemo sotto il 10%” (Renzi, Unità, 2-4). “Un piano lavoro per 900 mila giovani: si parte a maggio” (Poletti, Repubblica, 5-4). “Ora un contratto per gli over 50: bisogna reinserire chi ha perso il lavoro” (Poletti, Stampa, 11-4). “L’agricoltura può creare 150 mila posti di lavoro” (Maurizio Martina, Pd, ministro dell’Agricoltura, Corriere, 13-4). “Via alla riforma, 15 mila posti per i giovani” (Renzi, 13-6). “Poletti: ‘Servizio civile per i primi 40 mila giovani. Risorse ok, a fine anno il via’” (Repubblica, 16-7). “L’80% dei 24 contratti di sviluppo è destinato al Sud. Attesi 25 mila posti di lavoro” (Stampa, 23-7). “Creeremo 900 mila nuovi posti di lavoro” (Renzi, 25-7). “Chi vuole restare al lavoro a vita ruba un posto alle nuove generazioni” (Madia, Stampa, 30-7). “Allo studio un paracadute per mandare in pensione i disoccupati con più di 55 anni” (Stampa, 4-8). “Abbiamo creato 100 mila nuovi posti di lavoro in due mesi” (Renzi, 1-9). “Negli ultimi due mesi 100 mila occupati in più” (Poletti, Stampa, 1-8). “Gli imprenditori siano responsabili, basta licenziamenti: il lavoro va salvato” (Federica Guidi, ministro Sviluppo, Repubblica, 28-8). “I disoccupati salgono ancora: persi mille al giorno” (Repubblica, 30-8). “Sblocca Italia, Lupi: ‘Almeno 100 mila nuovi posti di lavoro’” (Corriere, 31-8). Risultato: secondo l’Ocse, al 3 settembre, i disoccupati in Italia sono il 12,9%, e i giovani con meno di 25 anni il 40%. Secondo l’Istat, a luglio sono aumentati dello 0,3% su giugno.

Rai
“Voglio cacciare i partiti, lo sciopero della Rai (contro il taglio di 150 milioni, ndr) è umiliante. Se l’avessero proclamato prima delle elezioni europee avrei preso più voti” (Renzi, 1-6). Nessuna riforma della Rai: la legge Gasparri non si tocca.

Rientro dei capitali
“A rischio il decreto per il rientro dei capitali. Lo Stato avrebbe dovuto incassare 3 miliardi” (Corriere, 6-3). “Nessun condono sul rientro dei capitali. Non conosco la parola condono” (Padoan, 1-4). “Capitali all’estero, multe più basse per chi reinveste i fondi nell’azienda” (Corriere, 5-6). “Rientro dei capitali, ultima spiaggia” (Corriere, 2-7). Il ddl sui capitali all’estero è di fatto un condono fiscale ed è impantanato da mesi alla Camera per dissensi nella maggioranza.

Ripresa
“Anche sull’Italia, dopo la lunga recessione, spira una nuova aria di moderato ottimismo. Si vedono segnali di un ulteriore miglioramento dell’economia” (Pier Carlo Padoan, Pd, ministro dell’Economia, 12-4). “Lavoriamo per una ripresa col botto a settembre” (Renzi, 1-8). “La ripresa è un po’ come l’estate: magari non è bella come volevamo, arriva un po’ in ritardo, ma arriva” (Renzi, 5-8). “Ripresa più forte nel 2015” (Padoan, 7-8). L’Italia è in recessione e pure in deflazione.

Salario minimo
“Nel Jobs Act ci sarà il salario minimo” (Renzi, 12-3). “Morando apre il fronte del salario minimo: ‘Carcere se non si applica, serve una legge alla svelta’” (Repubblica, 6-4). “Dall’operaio alla colf, ecco il salario minimo” (Stampa, 6-4). Nessuna norma approvata sul salario minimo.

Sanità
“Stop alle scelte politiche per i direttori delle Asl” (Repubblica, 15-6). “Ticket in base al reddito, chiusi i reparti a rischio: ecco il Patto per la Salute” (Repubblica, 11-7). Nessuna riforma sanitaria alle viste, solo tagli.

Sblocca Italia
“Entro fine luglio arriva Sblocca Italia” (Renzi, 1-6). “Renzi annuncia un decreto Sblocca Italia sugli investimenti fermi” (Stampa, 2-6). “Parte lo Sblocca Italia” (Stampa, 3-6). “Censimento delle opere, project bond e incentivi. Sblocca Italia si sdoppia” (Repubblica, 12-7). “Renzi: sbloccheremo 43 miliardi” (Repubblica, 24-7). “Sblocca Italia con lo sconto fiscale ai proprietari di case in affitto” (Corriere, 26-7). “Arriva lo Sblocca Italia. Risorse aggiuntive per 4,5 miliardi” (Repubblica, 28-7). “Dalla Tav Napoli-Bari al valico del Frejus. Con lo Sblocca Italia pronti 3,7 miliardi” (Corriere, 1-8). “Nello Sblocca Italia i bond per le grandi opere. Obbligazioni emesse dalle imprese” (Corriere, 23-8). “Altolà di Padoan alle spese: Sblocca Italia senza fondi” (Repubblica, 26-8). “Sblocca Italia, scovate le risorse per i cantieri” (Stampa, 27-8). “Sblocca Italia per le opere: fino a 3 miliardi” (Stampa, 28-8). “4 miliardi per i cantieri” (Corriere, 29-8). “Sblocca Italia, Renzi ferma Lupi: ‘Quel testo non va, devi riscriverlo’” (Repubblica, 29-8). “Più cantieri e meno burocrazia, il governo cerca la ripresa. Stop vincoli per i lavori in casa. Fondi da 4 miliardi per attivare opere che ne valgono 10” (Repubblica, 30-8). “Mobilitati 10 miliardi per far ripartire i grandi cantieri” (Stampa, 30-8). “Nuove risorse per 3,8 miliardi” (Corriere, 30-8). “Il premier: via a opere per 10 miliardi” (Stampa, 30-8). “Sblocca Italia: sgravi e project bond, le tappe del decreto. Il governo ha voluto un provvedimento a costo zero, per questo è rimasto sospeso il bonus per l’edilizia e quello per gli affitti” (Corriere, 31-8). “Per far ripartire i lavori 700 milioni in due anni” (Corriere, 31-8). Nel decreto Sblocca Italia, quando sarà in Gazzetta Ufficiale, vecchie opere berlusconiane e soldi già stanziati dal governo Letta con destinazione cambiata: il governo Renzi aggiunge appena 200 milioni.

Scorta
“La volontà di rinunciare alla scorta: ‘Voglio restare me stesso, chi mi protegge è la gente, la mia scorta sono le persone normali’” (Renzi, Corriere, 18-2). Renzi ha la scorta.

Scuola
“Sono pochi 53 miliardi per la scuola” (Stefania Giannini, Sc, ministro Istruzione, 23-2). “Primo punto programmatico sarà il rilancio dell’educazione. Da giugno a settembre realizzeremo un piano straordinario per le infrastrutture scolastiche” (Renzi, 24-2). “Scuola, 2 miliardi per ristrutturare le aule. ‘Adegueremo oltre 2 mila istituti in deroga al patto di stabilità’” (Repubblica, 26-2). “Cercheremo una soluzione per dare una corsia preferenziale ai soldi per la scuola” (Renzi, 5-3). “Interventi per la sicurezza da 1 miliardo. Pronti ad agire” (Giannini, 8-3). “Così saranno ristrutturate le scuole: coinvolto anche Renzo Piano. Trovati 2,5 miliardi per gli interventi sull’edilizia fino al 2016” (Stampa, 10-3). “Tutti i numeri che leggete sull’intervento del governo sull’edilizia scolastica sono falsi. Tutti falsi. Nessuno sa davvero quante e quali sono le scuole su cui dobbiamo intervenire, né conosce i fondi disponibili. Qui nessuno sa niente, Renzi spara razzi nel cielo quello è il suo talento, ma poi noi arranchiamo dietro. Mancano tutti i dettagli, e che dettagli” (Roberto Reggi, Pd, sottosegretario Istruzione, 10-3). “Subito 3,7 miliardi per l’edilizia scolastica” (Giannini, 12-3).

“10 mila interventi di edilizia scolastica” (Repubblica, 13-3). “Lezioni in lingua alle elementari: la mia scuola parlerà inglese” (Giannini, 27-3). “Abbiamo stanziato 3,5 miliardi per la scuola” (Renzi, Repubblica, 20-4). “Anche la Giannini scende in trincea: ‘Mi batterò contro i tagli agli atenei’. La manovra taglia 30 milioni subito e 45 dal 2015 in poi al Fondo di finanziamento delle università” (Repubblica, 20-4). “Piano scuola al via. Pronto un miliardo per 20 mila cantieri. Si parte il 1° luglio. Tra il 2015 e il 2020 arriveranno altri 4 miliardi” (Stampa, 15-6). “Patto sulla scuola: ‘Un premio ai prof, ma dovranno lavorare di più’” (Repubblica, 2-7). “Partono le ‘scuolebelle’ di Renzi. Da domani arrivano gli imbianchini. Stanziati 150 milioni da usare entro dicembre” (Stampa, 20-7). “Via libera all’8 per mille per rilanciare l’edilizia scolastica” (Repubblica, 24-7). “Dietrofront del governo: stop alla pensione per 4 mila insegnanti. Via anche il limite dei 68 anni a professori e primari. Renzi irritato con i tecnici del Tesoro: ‘Troverò le risorse’” (Repubblica, 5-8).

“Scuole senza soldi, riapertura a rischio: l’allarme delle Province, colpite dai tagli per 9 miliardi: non possiamo garantire sicurezza e riscaldamento delle aule” (Repubblica, 8- 8). “Istruzione, le novità che troveremo sui banchi: informatica dalla primaria e alla maturità si parlerà inglese” (Corriere, 14-8). “Il 29 agosto presenteremo una riforma complessiva che, a differenza di altre occasioni, intende andare nella direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo” (Renzi, Tempi, 23- 8). “Scuola, nuovi concorsi e aumenti” (Stampa, 24-8): “Rivoluzione scuola, ecco il piano: ‘Meritocrazia e apertura ai privati’. Il ministro Giannini: mai più precari e supplenti, aumenti di stipendio ai professori migliori” (Repubblica, 26-8). “Scuola, piano per riassorbire i precari” (Stampa, 27-8). “Scuola, svolta sui precari: subito l’assunzione per 100 mila professori. Servirà un miliardo e mezzo” (Repubblica, 27-8). “Renzi, summit sulla scuola senza il ministro Giannini. Il contropiede del leader: tratto io, sarò giudicato su questo” (Corriere, 27-8).

“Precari da assumere ma senza cattedra fissa: sono 120 mila i professori a termine” (Corriere, 27-8). “Chi lavora di più prenderà più soldi. Rivoluzione del merito, ecco come funzionerà” (Repubblica, 27-8). “Scuola. Liceali, stage al museo. E alle elementari più maestri per classe. Piano istruzione da 3 miliardi l’anno” (Corriere, 28-8). “Medie e maturità, gli esami cambiano. Le linee guida della riforma puntano alla semplificazione delle prove alla fine dei cicli” (Repubblica, 28-8). “Renzi: troppa carne al fuoco, la scuola slitta” (Corriere, 29-8). “La scuola slitta a settembre” (Repubblica, 29-8). “Per studenti e prof ora si cercano i fondi. I perché del rinvio sulla scuola” (Corriere, 29-8). “Scuola, assunzioni congelate. Problemi con le coperture, rinviata la riforma. Oggi in Cdm nemmeno le linee guida” (Stampa, 29-8). “Scuola, niente assunzioni. Non basta 1 miliardo per stabilizzare i precari. Renzi rinvia la riforma al 3 settembre” (Stampa, 30-8). “C’è un anno di tempo per rivoluzionare la scuola italiana, nei prossimi 12 mesi occorre ripensare come l’Italia investe nella buona scuola. Nel bilancio dello Stato metteremo più soldi sulla scuola e assumeremo 150 mila precari. A partire da gennaio i provvedimenti normativi, perché il 2015 sia l’anno in cui si inizia a fare sul serio” (Renzi, 3-9).

Per l’edilizia scolastica, tra fondi vecchi e nuovi (244 milioni), è stato stanziato circa 1 miliardo: 450 milioni per le piccole ristrutturazioni (17.961 richieste), 400 per la messa in sicurezza (2.865), 244 milioni per nuovi edifici (404). La riforma epocale, a oggi, è un bel documento sul sito “passodopopasso”.

Segreto di Stato
“Abbiamo deciso di desecretare gli atti delle principali vicende che hanno colpito il nostro Paese e trasferirli all’Archivio di Stato. Per essere chiari: tutti i documenti delle stragi di piazza Fontana, dell’Italicum (sic, ndr) o della bomba di Bologna. Lo faremo nelle prossime settimane” (Renzi, Repubblica, 20-4). Ma nessun atto relativo alle stragi, per legge, può essere coperto da segreto di Stato: Renzi lo toglie là dove non c’è mai stato.

Senato
“Grillo firmi per la riforma del Senato per risparmiare 1 miliardo” (Renzi, 17-12-2013). “La grande svolta sul Senato che, insieme all’abolizione delle province, farà risparmiare 1 miliardo l’anno” (Renzi, 31-3-2014). In realtà il Senato costa ogni anno circa 500 milioni e, abolendo le indennità ai nuovi senatori e i rimborsi ai gruppi, se ne risparmierebbero appena 160. I costi di sedi e personale resterebbero pressoché intatti. “Abolizione del Senato: tra 15 giorni si porta in Parlamento, approvazione in Senato entro il 25 maggio” (Renzi, 12-3). “Penso che entro maggio si voterà il ddl al Senato” (Renzi, 18-4). “La riforma va approvata entro il 25 maggio per essere credibili negli incontri europei fissati subito dopo” (Maria Elena Boschi, Pd, ministro delle Riforme, Repubblica, 22-4). “Riforma del Senato entro il 10 giugno. O riesco a fare le cose o me ne vado” (Renzi, 28-4). “Entro giugno il sì sul Senato” (Renzi, 3-6). “Per la riforma del Senato siamo passati da una bella merda a una merdina, ma sempre di merda si tratta” (Roberto Calderoli, Lega Nord, relatore della riforma del Senato, 22-8). La riforma, che non abolisce il Senato ma le elezioni per il Senato, viene approvata in prima lettura l’8 agosto.

Spending review
“Vertice notturno Renzi-Padoan sulla spending review: tagli subito fino a 5 miliardi” (Messaggero, 24-2). “Pronto il piano Cottarelli: subito 6 miliardi di tagli. Nel mirino acquisti e sussidi” (Stampa, 24-2). “Tagli subito fino a 5 miliardi” (Messaggero, 24-2). “Subito 4 miliardi di tagli alla spesa” (Corriere, 24-2). “Subito 6 miliardi di tagli” (Stampa, 24-2). “Supervertice sui tagli dello Stato. Subito 500 milioni dagli stipendi d’oro” (Corriere, 15-3). “Spending review pronta” (Repubblica, 15-3). “Il premier e l’obiettivo tagli: ‘Entro 7 giorni il piano’” (Stampa, 16-3). “La cura Cottarelli. Dall’Arma ai treni: ecco i dettagli del taglia-sprechi” (Stampa, 18-3). “Politica e appalti, i tagli di Renzi” (Corriere, 20-3). “Parte lo Sforbicia-Italia: interverremo su tutte le sacche di micropotere e sottopotere, santuari che finora nessuno ha mai pensato di toccare, non risparmieremo nessuno” (Renzi, Qn, 6-4). “‘Spending review, ora i tagli agli uffici statali’: Cottarelli, lavoro in tre fasi, poi gli obiettivi da mantenere” (Corriere, 6-4). “Tagli e spesa pubblica centralizzati da maggio. Cottarelli: pronti ad avviare le nuove fasi della spending review” (Corriere, 6-4).

“Renzi vuole tagli per 6 miliardi” (Corriere, 8-4). “La prossima tappa sarà una campagna on line: ‘E tu cosa taglieresti?’. Partiamo subito, chiediamo ai cittadini di segnalare al governo gli sprechi, gli enti inutili, le complessità burocratiche, i privilegi odiosi, i pasticci amministrativi” (Renzi, Corriere, 9-4). “Stangata su banche e manager. Spending review da 4,5 miliardi” (Repubblica, 9-4). “Dai tagli alla spesa pubblica dovrebbero arrivare 4,5 miliardi” (Renzi, 9-4). “Niente manovra, tagli per 4,8 miliardi” (Padoan, 11-4). “Non vogliamo tagli lineari, ma tagli intelligenti” (Renzi, 18-4). “Cottarelli: 3,5 miliardi dalla Difesa” (Corriere, 24-4). “Il governo riparte dai tagli. Controlli e tetti alle spese” (Stampa, 4-6). “Il grande spreco di Stato tra stampanti e scrivanie: 30 miliardi da risparmiare” (Repubblica, 15-6). “Cento enti nel mirino per acquisti ‘anomali’. Via ai controlli di Cottarelli e Cantone” (Stampa, 3-7). “Il premier a caccia di 12 miliardi” (Stampa, 12-7). “La missione di Cottarelli: tagli di spesa per 17 miliardi” (Corriere, 18- 7). “Si sta diffondendo la pratica di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali. Il totale delle risorse che sono state spese prima di essere risparmiate ammonta a 1,6 miliardi per il 2015. Così potete dimenticarvi il taglio delle tasse perché non ci saranno risorse” (Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, 30-7). “Spending review, Cottarelli lascerà: scontro con Renzi” (Repubblica, 31-7).

“Cottarelli fuori? La spending review la faremo lo stesso anche senza di lui. Dai tagli di spesa avremo 16 miliardi e porteremo il deficit al 2,3%” (Renzi, 30-7). “Tutto più difficile con la mini-crescita. I tagli e la ricerca di 3,5 miliardi” (Corriere, 2-8). “Il premier ha deciso: niente manovra ma tagli ‘parzialmente lineari’ sulla spesa di tutti i ministeri. Cottarelli non sarà sostituito” (Stampa, 4-8). “Renzi volta pagina, ora punta tutto sul taglio della spesa” (Stampa, 8-8). “Spending review, si accelera: va diminuita la spesa pubblica di 17 miliardi nel 2015 e 32 nel 2016” (Corriere, 15-8). “Si parte dai 16 miliardi della spending review” (Delrio, Repubblica, 22-8). “Ricetta Cantone-Cottarelli per tagliare 4,5 miliardi sulle forniture agli uffici” (Corriere, 25-8). “Spending review, sprechi da 1 miliardo solo dalle bollette” (Repubblica, 25-8). “Risparmieremo su tutto” (Padoan, Corriere, 27-8). “Mezzo miliardo di risparmi dalle partecipate entro il 2015” (Cottarelli, 1-9). “I tagli saranno non per 17, ma per 20 miliardi. Il governo valuterà tagli non lineari del 3% per ciascun ministero. Lunedì con Padoan incontrerò tutti i ministri. Ognuno potrà e dovrà valutare le singole spese da tagliare” (Renzi, 3-9). Affossata la spending review, si faranno tagli lineari come ai tempi di Tremonti: quelli che Renzi aveva ripetutamente escluso.

Tasse
“Bot, la tassa può aumentare. Se un’anziana ha da parte 100 mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro avrà problemi” (Graziano Delrio, 23-2. Poi Palazzo Chigi rettifica: “Solo una rimodulazione”). “Il calo delle tasse, si parte dall’Irap. Subito una riduzione del 10%” (Corriere, 24-2). “Patto con le imprese: meno Irap, sconti più leggeri. Sgravi Irpef, 50 euro al mese. Cuneo, detassati 10 miliardi: 8 alle famiglie sotto i 2.000 euro, 2 alle aziende” (Repubblica, 24-2). “La mossa di Renzi. Tasse più alte sui Bot per abbassare l’Irpef. Un miliardo di gettito in più dai titoli preferiti dalle famiglie” (Stampa, 24-2). “Prelievo sui Bot, primo scoglio. Delrio: agire sulle rendite. Poi la frenata del governo: nessuna nuova tassa” (Corriere, 24-2). “Cambieremo le tasse sui Bot” (Renzi, Repubblica, 24-2). “I dubbi del Tesoro sulla tassazione dei Bot: ‘Finirebbe per colpire solo le famiglie’” (Repubblica, 25-2). “Possibile tagliare l’Irap del 30%” (Renzi, 26-2). “Renzi pronto a soccorrere le imprese: allo studio un taglio del 30% dell’Irap” (Repubblica, 27-2). “Non disperdiamo le risorse.Taglio forte dell’Irap alle imprese. In un secondo tempo sgravi Irpef” (Morando, 6-3). “Irpef o Irap, il governo si spacca. Renzi: no al derby” (Repubblica, 8-3). “Taglio dell’Irpef e dell’Irap” (Corriere, 8-3).

“Irpef e Irap, tagli a metà. Padoan vorrebbe agevolare le imprese, ma Renzi cerca il compromesso. Spunta l’ipotesi dell’intervento bilanciato” (Stampa, 8- 3). “Riduzione contestuale del 10% dell’Irap e di 5,5 miliardi di Irpef” (Filippo Taddei, consigliere economico di Renzi, 8-3). “Padoan: ‘O tutto sulle imprese, quindi Irap e oneri sociali, o tutti sui lavoratori, attraverso l’Irpef’” (Sole 24 Ore, 8-3). “Serve un’azione duplice, riduzione Irap per le imprese e Irpef per i lavoratori” (Angelino Alfano, Ncd, ministro Interno, 8-3). “Irap e Irpef, ipotesi di taglio a rate, bilanciato a tappe” (Corriere, 10-3). “Accantonata l’idea di tagliare anche l’Irap. Difficile trovare i soldi per ridurre il cuneo dopo no dell’Europa all’uso dei fondi comunitari” (Stampa, 10-3). “Copertura doppia: il bacino a cui attingere sarebbe addirittura di 20 miliardi” (Corriere, 12-3). “Dal 1° maggio taglio del 10% dell’Irap alle imprese” (Renzi, 12-3). “Al posto del taglio Irpef spunta il bonus in busta paga” (Repubblica, 24-3). “Raddoppiano le tasse sui passaporti” (Corriere, 31-5). “Meno tasse, ma tagli di spesa” (Renzi, Stampa, 22-8). Oltre al bonus Irpef per i dipendenti sotto i 1.500 euro al mese, c’è stato il taglio del 10% (non del 20 o del 30) dell’Irap: entrambi vanno però confermati per l’anno prossimo. Intanto il governo autorizza i comuni ad aumentare la Tasi a tutti, fuorché alla Chiesa cattolica.

Tasi
“Allarme Tasi, ma il governo assicura: non costerà più dell’Imu” (Repubblica, 31-5). “Da Bankitalia allarme Tasi. Delrio: ma sarà meno del 2012” (Stampa, 31-5). “La Tasi sarà più cara dell’Imu per una famiglia su due. E per oltre due terzi di quelle che vivono in case modeste e hanno figli” (Repubblica, 23-8). “Dalla Tasi meno incassi rispetto alla vecchia Imu” (Stampa, 29-8).

Unioni civili
“Ci sarà una proposta ad hoc del governo sul modello tedesco” (Renzi, 27-7). Mai vista.

Vitalizi
“Cambiare in nome dell’equità e della giustizia le regole delle pensioni si può fare. Ma nel pacchetto ci deve essere a tutti i costi l’abolizione di qualsiasi vitalizio per i politici. Un Parlamento che legifera sulle pensioni degli altri tenendosi stretti i propri privilegi sarebbe inaccettabile” (Renzi, 25-10-2011). Nulla di fatto per abolire i vitalizi dei parlamentari, nemmeno per quelli condannati.

Zuzzurellone
“Andate in vacanza belli allegri” (Renzi, 7-8-2014).

sabato 13 settembre 2014

CILE - Via l'amnistia voluta da Pinochet


Bachelet: «Basta silenzi sui desaparecidos».

Basta con il silenzio sugli anni di piombo, è ora di fare un passo avanti sul fronte dei diritti umani. Il governo della presidente socialista cilena Michelle Bachelet vuole cancellare in parlamento la legge di amnistia approvata in pieno regime Pinochet, una normativa che protegge dalla giustizia sia i militari sia i civili accusati di crimini di lesa umanità tra il 1973 e il 1978. Con questa decisione il governo «adeguerà la legislazione cilena a quella internazionale» nelle materie riguardanti i diritti umani, ha sottolineato il ministro della giustizia Josè Antonio Gomez, in coincidenza con l'anniversario - il 41esimo - del golpe di Augusto Pinochet dell'11 settembre del 1973.
RICHIESTA DEI FAMILIARI. La cancellazione della legge approvata nel 1978 dal regime militare è una vecchia richiesta portata avanti dai familiari dei 'desaparecidos'. Durante una cerimonia a Santiago, la Bachelet si è riferita proprio a quella legge, sottolineando che «il Cile non ha perso la memoria, non ha dimenticato i figli di chi è stato perseguito e dei detenuti desaparecidos», e «i sopravvissuti, le vittime che sono riuscite a salvarsi, oltre agli stessi aguzzini e complici. Molti sono morti attendendo giustizia, molti restando il silenzio: basta attese dolorose e silenzi ingiustificati».
APPELLO A CIVILI E MILITARI. In una sorta di appello, e riferendosi ai 'desaparecidos', la Bachelet ha quindi chiesto a «chi ha informazioni» - siano essi civili o militari - «di consegnarle» alle autorità. I diversi organismi di diritti umani hanno accolto molto positivamente il progetto della Bachelet, visto che la cancellazione della legge viene costantemente richiesta fin dal ritorno della democrazia nel 1990, anche se la normativa non veniva di fatto rispettata ormai da anni dai tribunali. Ma proprio l'esistenza della legge impediva la condanna dei responsabili delle violazioni perpetrate nei primi cinque anni del regime di Pinochet. Il governo ha d'altra parte reso noto la creazione di un sottosegretariato per i diritti umani dipendente dal ministero della Giustizia. Secondo il rapporto sulla 'verità e la riconciliazione' approvato da Santiago nel 1991, nei quasi 17 anni della dittatura (tra il 1973 e il 1990) le vittime del regime sono state circa 3 mila, un migliaio delle quali 'desaparecidos'.

Venerdì, 12 Settembre 2014

giovedì 21 agosto 2014

ITALIA - Vita, morte, rinascita (?) del Partito Socialista Italiano


QUALCUNO SI RICORDA DEL PSI? Dopo il rovinoso naufragio in Tangentopoli sembrava niente più che un relitto del passato, un ricordo buono solo per i nostalgici della Prima Repubblica e gli amanti dei garofani. Giampaolo Pansa l’aveva annoverato tra i ”Cari Estinti” del pre – Mani pulite, in un suo libro di qualche anno fa. Nel 2007, però, è avvenuto il miracolo: dopo una sepoltura di 15 anni è resuscitato, con tanto di garofano e alla faccia del Pansa. Ma di questo gran ritorno non sembrano essersene accorti in molti. Oggi il Partito Socialista Italiano, guidato da Riccardo Nencini, non raggiunge l’1%. Probablimente, la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica non sa nemmeno chi sia questo Nencini e che è pure Viceministro dei trasporti. Non sa che, alleandosi con il PD, i socialisti sono riusciti ad ottenere in questa legislatura quattro seggi in Parlamento, a differenza che in quella precedente, in cui avevano corso senza alleati e non avevano raggiunto neanche per sogno la soglia di sbarramento. Non sa, insomma, nemmeno che il PSI esista.

UN CREPUSCOLO BEN POCO GLORIOSO per un partito che è il più antico d’Italia ―lo fondò nel 1892 Filippo Turati ― e protagonista fin dall’inizio della sua storia di lotte, campagne e vittorie per gli interessi dei lavoratori. Per l’introduzione della giornata di otto ore, per la ratificazione dell’età minima lavorativa, dobbiamo ringraziare il PSI. E non può essere nemmeno sottovalutato il suo ruolo sia nella resistenza ― cominciando dal sacrificio di Giacomo Matteotti e dei fratelli Rosselli fino all’organizzazione attiva in formazioni partigiane durante il conflitto ― sia il successivo contributo alla costituente. Alle fatidiche elezioni del ’48 si allea con i comunisti nel Fronte Popolare: dopo la sonora sconfitta della coalizione, il PSI si trova a cedere il ruolo di prima forza di sinistra al sempre più potente PCI. Il segretario, Pietro Nenni, rompe definitivamente coi comunisti nel 1956, all’indomani dell’invasione sovietica di Budapest. E il partito, durante gli anni Sessanta, diventa sempre più istituzionale partecipando alla formazione di vari governi di centrosinistra, molti dei quali presieduti dal democristiano Aldo Moro. Sono anni difficili, in cui il partito cambia più volte nome e alleanze, fino a toccare il suo minimo storico nel 1976: quando, come fondo di un progressivo declino, il PSI scende sotto la soglia del 10%. Ma nel congresso successivo viene eletto segretario Bettino Craxi, figlioccio di Nenni, il quale imporrà una svolta radicale al futuro del partito.

CAPIRE L’ERA CRAXI è fondamentale per comprendere non solo il partito che da quelle ceneri è resuscitato, ma soprattutto per la vicenda di tangentopoli e della politica contemporanea nel suo insieme ― la famosa Seconda Repubblica, che pure molti danno già per estinta. Pierpaolo Pecchiari, segretario provinciale milanese del partito rifondato, oggi descrive così quegli anni:

«Per primi avevamo compreso il cambiamento della società e avevamo cominciato a darle una lettura diversa, che non fosse quella classica marxista. Il periodo più creativo è stato dal ’76 all’84, fino alla formazione del primo governo. Oggi l’eredità di quegli anni è soprattutto sentimentale, anche se sono convinto che alcuni spunti politici siano ancora validi: ad esempio, sulla questione palestinese appoggiammo prima di ogni altro in Italia la politica dei due stati. Erano tempi molto ideologizzati e sul terreno dottrinario iniziammo un aspro confronto con il PCI».

Craxi è il secondo capo del governo non democristiano nel dopoguerra, dal 1984 al 1987: comprende che in Italia l’unica alternativa di sinistra allo strapotere della Democrazia Cristiana non può venire dal Partito Comunista, troppo abbracciato all’unione Sovietica, ma da una forza di centrosinistra più moderna e diversa, che prova a costruire. Nel 1985 toglie addirittura la falce e il martello dal simbolo del partito, sostituendoli con il garofano rosso. Il partito si sposta progressivamente più al centro, secondo alcuni addirittura a destra. Non più un partito operaio, ma pensato e portato avanti dal ceto medio, dagli impiegati nel settore dei servizi, quando la globalizzazione è ancora alle porte. La città più socialista d’Italia è Milano, la Milano da bere. Alle elezioni del 1989, il partito fa registrare una ripresa e San Bettino ne è il padre padrone incontrastato.

LA DIASPORA DEL POPOLO NON ELETTO comincia con Tangentopoli, che ha in Craxi uno dei pesci più grossi nella sua rete. Il segretario viene condannato per Corruzione e finanziamenti illeciti al partito. Condannato in contumacia, visto che prima del verdetto si dà alla latitanza in Tunisia, ad Hammamet, dove morirà nel 2000. Questi avvenimenti sfasciano il partito e quello che restava della sua reputazione ― è il periodo in cui vengono coniate battute come ”Scatta l’ora legale. Panico tra i socialisti.”

Alle elezioni del 1994, col nuovo segretario Del Turco, non riesce ad andare oltre il 2,5%.

Nel congresso successivo, preso atto del tracollo e dell’indebitamento sempre più pesante del partito, se ne decreta la soppressione. A conferma dell’ormai scarsa aderenza di una certa parte dei militanti con i valori della sinistra classica, vari ”compagni” decidono di schierarsi con i nuovi allineamenti di centrodestra. «A partire dagli anni ’80, il conflitto col PCI è stato così forte da far entrare nel sangue del partito l’anticomunismo. Dopo tangentopoli, poi, in cui gli eredi del PCI non vennero toccati mentre il PSI venne fatto a pezzi, questo conflitto se possibile si è estremizzato. Molti ancora oggi non sono riusciti a dimenticare questo ”sgarbo”». Ancora più netto è stato il ”compagno” Renato Brunetta: «Sono un socialista riformista. Guardo dove sono i comunisti e sto dall’altra parte». Dopo queste vicende segue un interregno di quindici anni, in cui chi decide di non confluire direttamente in uno dei due poli dà vita a una serie di partitini destinati a null’altro che all’ onanismo politico. Socialisti Italiani, Partito Socialista Riformista, Federazione Laburista, Alleanza Democratica, tutti organismi che hanno scarsa o nulla rilevanza. Se ne accorgono anche gli interessati e, a un certo punto, l’aria di reunion tira sempre più intensa.

REUNION che viene preceduta da alcune iniziative. Nel 2006, una farraginosa commistione di socialisti e radicali dà vita alla Rosa nel pugno che, dopo gli scarsi risultati elettorali, si scioglie. Enrico Boselli, segretario dei Socialisti Democratici Italiani e membro del progetto, propone l’avviamento di una Costituente Socialista per rifondare lo storico partito. Nel 2007 vengono aperti i lavori; in qualche modo il congresso fondativo vero e proprio del nuovo partito incomincia il 4 luglio 2008 e Il 7 ottobre il neonato viene ribattezzato Partito Socialista Italiano. Subito salta fuori la solita croce e inconfessabile delizia del socialismo e della sinistra italiana, quella del litigio in famiglia: Bobo Craxi, figlio di Bettino, aderisce con i suoi Socialisti Italiani ma la sorella Stefania decide di stare fuori con il suo movimento dei Riformisti Italiani. E questa è solo una delle innumerevoli trame, lotte interne, tragedie greche recitate da bambini a cui piace sentirsi grandi e che non c’è spazio per elencare qui, ma che somigliano molto alla lotta tra due calvi per un pettine visto che alle elezioni del 2008 il neonato PSI raggiunge uno sconsolante 0,98%. Paradossalmente, il partito aveva più margine di manovra come sciame di gruppuscoli separati che gruppo ‒ forse ‒ unitario.

GLI ULTIMI ANNI sono trascorsi cercando di darsi un senso, di sopravvivere alle spinte centrifughe ― che come abbiamo visto sono sempre frizzanti ― e a fronteggiare dei problemi nuovi. Dice sempre Pecchiari:

«Negli anni ’80, ogni sede di Milano aveva 400 iscritti. Oggi 400 è grossomodo il totale dei tesserati di tutta la città. E poi l’età media è troppo, troppo alta. Si parla di moltissimi tesserati over ’70». Con questi numeri è difficile pensare di organizzare una militanza attiva. Anche gli altri partiti italiani hanno problemi simili, ma meno gravi.

Eppure il PSI le infrastrutture le avrebbe ancora: la sede milanese di via Andrea Costa sembra rimasta agli anni ’80 ma è ben utilizzabile, con un busto di Pietro Nenni che scruta benevolo la sala centrale; è stato rifondato lo storico giornale Avanti! (anche se solo online). Sembra però che manchi del tutto la capacità di mettere un minimo il naso fuori dal proprio cortile. Alle ultime amministrative a Bergamo, il partito ha ottenuto lo 0,38%. Non è esagerato dire, considerata la partecipazione e gli aventi diritto al voto, che hanno votato PSI solo i membri del partito e tutti i parenti e gli amici che si sono lasciati convincere a farlo. «Va anche detto che il bilancio annuale del PSI è di 780 000 euro, mentre ad esempio il PD spende 5 milioni l’anno solo in comunicazione. Con queste differenze è difficile competere».

MA A QUESTO PUNTO non sarebbe meglio confluire alla fine nel calderone democratico? «Attualmente, la base del PSI è più a sinistra del PD. Allo scioglimento del partito, è rimasta come base soprattutto la corrente mancina, che pure negli anni ’80 era minoritaria. Il direttivo nazionale invece non lo è; a dire il vero è spaccato in una corrente filogovernativa capeggiata da Nencini e una più ”di lotta”». Essere troppo filogovernativi, però, può essere un grosso rischio ― specie per un movimento di sinistra. E l’abbraccio mortale del renzismo sta schiacciando un po’ tutti i partiti di quell’area, con il 5 Stelle a far da incudine al suo martello. Come se non bastasse, il PSI non può nemmeno più fregiarsi del titolo di ”unico rappresentante del socialismo europeo in Italia”, visto che il PD è da poco entrato nel PSE. «Il PD però non sta facendo abbastanza nei confronti delle politiche di austerità. Certo, ci sono dei punti in comune: con la sinistra dei democratici stiamo raccogliendo firme per il referendum sulla legge 243. Se il PD avesse una struttura diversa, federativa come quella del Labour inglese, si potrebbe poi pensare a una confluenza, ma oggi non mi sembra che il partito sia intenzionato ad ammettere al suo interno voci autonome».

IN ITALIA LA SINISTRA VINCE QUANDO SCIVOLA AL CENTRO e questo slittamento può aprire spazio alla creazione di una forza sinistra che riempia quel vuoto. Il PSI potrebbe coltivare l’intenzione di candidarsi a polo attrattivo di quest’area: certo, non si vede all’orizzonte una forza in grado di federare il bacino elettorale senza litigare dopo tre mesi ― basti vedere l’esperienza della Lista Tsipras e l’incipiente disgregazione di SEL ― ma dato il suo passato burrascoso e il suo remoto di cattiva fama presso l’elettorato più rosso ― in larga parte certissimo che i socialisti siano tutti ladroni che tengono in casa un ritratto di Craxi e aspirano a diventare yuppies ― sembra difficile che il PSI possa ambire a diventare qualcosa di più che una cartolina inviata dal 1984 e un monumento alla litigiosità accecante dei rossi nostrani.

Forse, però, c’è un errore di fondo: l’idea stessa di creare un partito come collage di tante piccole forze in crisi d’identità, che non può funzionare.


Si chiami PSI o in qualsiasi altro modo ― SEL, Sinistra Democratica, chi più ne ha più ne metta. «Magari aggregandosi di volta in volta, come sul referendume per la legge 243, ci si può mettere d’accordo e sperare di costruire qualcosa». Prima il contenuto del contenitore, insomma. Ma il contenitore può essere un corpo centenario riesumato dopo 15 anni? «Oggi dobbiamo scegliere se il PSI diventerà un partito residuale, perso nel suo passatismo e nel culto del suo passato, o minoritario». C’è una bella differenza.

Stefano Colombo