Sicuramente una legge di questo tipo è sinomimo di un Paese civile
che ha sufficiente sensibilità per capire che no, uomini e donne, alla fine,
dopo tante battaglie, tante recriminizioni e chilometri di manifestazioni, non
sono uguali. Con buona pace delle femministe che si sono battute per decenni
per la parità. Ma forse pensavano a una parità spontanea.
Un Paese, che è bene ricordarlo, ha abrogato
le leggi sul delitto
d’onore (che riconoscevano le attenuanti per chi ammazzava la
moglie traditrice) nel
1981 (legge n. 442 del 5 agosto).
Si sperava che, con il tempo, uomini e donne si rispettassero in quanto esseri
umani (evitando di demonizzare un genere: fino a trent’anni fa
le donne, traditrici cattive). Letta ha detto che il governo ha dato un
“chiarissimo segnale di
contrasto e di lotta senza quartiere al triste fenomeno del femminicidio“.
Pur restando il fatto che più sicurezza per
le (potenziali) vittime e più certezza della pena per i (potenziali) colpevoli
è un enorme e civile passo avanti, il presidente del consiglio, probabilmente, non si è soffermato sulle
statistiche. E’ infatti stato appena pubblicato l’ultimo
rapporto sull’omicidio volontario in Italia da parte di Eures-Ansa.
Il femminicidio, un tema che fa vendere
Oppure le conosce, ma dato che l’argomento
“tira”, “fa vendere”, allora meglio
cavalcare l’onda. Angelino Alfano, nella conferenza stampa di
Ferragosto, in definitiva ha anche lui cavalcato l’onda parlando di stalking e
femminicidi (il 30% degli omicidi, naturalmente volontari, che sono cosa ben
diversa dai colposi e dai preterintenzionali).
Il dato che emerge dal Rapporto Eures-Ansa
parla di 526 omicidi volontari nel 2012 (di cui oltre il 50% premeditato) con
un totale di 367 maschi e 159 femmine (il 30,2%). Alfano ha parlato di 505 omicidi
totali, ma diciamo che siamo più o meno nei numeri giusti.
Quello che in tutto questo manca è il pregresso.
Un morto, anzi no, una strage, una
carneficina
Quanti erano gli omicidi? Stanno calando? O
stanno aumentando? E, a questo punto, è
vero che le donne muoiono di più? O a fronte di una
diminuizione globale degli omicidi, in percentuale, ne muoiono di più? E, tra
l’altro, dove si trova l’Italia, dove il femmincidio sembra una vera e propria
emergenza, nel ranking internazionale?
Perché poi capita di sentire il giornalista
di SkyTg24 dire
nei titoli di apertura: “Nel 2012 uccise 505 donne”. E, a ruota, dato che
bisogna fare notizia, se ne esce anche
La Repubblica con lo stesso titolo. Scrivere una cosa del genere
significa non avere la
più pallida idea di quanti siano gli omicidi in Italia.
E per chi fa cronaca non è un bel biglietto da visita.
Vuoi vedere che si muore meno?
E quindi? Allora non è vero che c’è un
femminicidio al giorno, perché se ci fosse dovremmo avere almeno 365 donne
morte in un anno. E ne abbiamo meno della metà (a Dio piacendo, questo è
pacifico). E, considerando che siamo più o meno 60 milioni di persone, forse non c’è alcuna emergenza.
Resta il fatto che ammazzare il prossimo,
soprattutto se è più debole (anche solo fisicamente) non è un bella cosa, ma
l’omicidio, il crimine
in generale, è endemico di ogni società: c’è il male perché diversamente non
potrebbe esserci il bene. Il male
funge da “collante” per tenere coesa la società che contrasta
il male con il bene. E progredisce.
I morti, in numeri
Ma andiamo a vedere i numeri di questa
emergenza. Abbiamo detto che, secondo
Eures-Ansa, gli omicidi volontari (premeditati e non) sono
stati nel 2012, in totale, 526. Ora andiamo un po’ indietro (colonna uno,
l’anno, colonna due il numero degli omicidi volontari totali riferiti a
quell’anno):
- 2011: 551
- 2010: 530
- 2009: 590
- 2008: 611
- 2007: 631
- 2006: 617
- 2005: 598
- 2000: 756
- 1995: 1.006
- 1990: 1.633
Gli anni Novanta con le stragi di mafia
sono stati gli anni più sanguinosi sia rispetto agli anni precedenti (nel
quinquennio 1971-75 gli omicidi sono stati in media 542, poi sono saliti tra il
1981 e l’85 a oltre 1.000) che a quelli successivi: il dato dell’omicidio
volontario, è evidente,
è in discesa da almeno un ventennio. Per dire che non è una
roba dell’altro ieri.
Più donne morte, ovvero meno donne morte
Le donne, come sarà facile intuire, morivano
anche prima e, numericamente, dato che c’erano più omicidi, ne morivano di più
anche se, percentualmente, ne morivano di meno: il bello di giocare con le
statistiche. Un esempio: nel
2004 sono morte 701 persone vittime di omicidio volontario. Di
queste 598 erano maschi e 183
erano femmine.
183. Di più delle 159 del 2012. Ma
percentualmente di meno (il 26,1% rispetto al 30,2%). Se andiamo ancora più
indietro, nel 2000 sono morte 756 persone di cui 556 maschi e 200 femmine, più di 159, ovvio, ma
siamo sempre al 26,5%. In sostanza la notizia non è che le
donne muoiono di più, ma che percentualmente muoiono di più.
Del morire in famiglia
Gli omicidi, vent’anni fa, erano soprattutto
di criminalità organizzata (mafia, camorra, ‘ndrangheta). Che non significa che
gli omicidi domestici non ci fossero, solo restavano mescolati ai grandi numeri e si
vedevano meno. Ora si muore soprattutto tra le pareti domestiche. Ma perché si
muore meno di criminalità organizzata.
Anzi, si muore meno (di omicidio volontario)
tout court. Ma si muore
davvero in famiglia: ci sono madri che ammazzano figli, figli
che ammazzano madri e padri, padri che ammazzano figli. Ci sono autori che, in
famiglia, ammazzano la moglie e i figli (un solo evento, ma più vittime e
questo conta parecchio).
Resta il fatto che a morire, numericamente,
sono più gli uomini. Il dato sugli autori di reato, cioè su chi ammazza, in compenso non è
cambiato: gli uomini hanno sempre ammazzato molto, ma molto di
più delle donne (nel 2012 il 91,4% degli autori di omicidio volontario
appartiene al genere maschile). In Italia e nel resto del pianeta.
Ma quanto ammazzano all’estero?
Un giro all’estero
Per esempio. In Lussemburgo nel 2008 ci sono state 12 vittime di
omicidio volontario. In Estonia 84, in Italia, come detto, 611,
in Finlandia 133, in Francia 839, in Germania 722, in Danimarca 54 e nel Regno
Unito 780 (se poi si esce per un attimo dalla Ue dei 27, si trovano oltre 16 mila omicidi negli Usa,
quasi 18 mila in Sud Africa, ma solo 600 in Canada).
I dati così, servono davvero a poco. Perché
si potrebbe dire che il
posto più sicuro in cui vivere è il Lussemburgo, seguito dalla
Danimarca e dall’Estonia. In realtà quelli sono solo numeri (come i 505 omicidi
di cui si è tanto parlato a Ferragosto e che, raccontati così, servono a
niente).
Leggere i numeri
Il dato vero è questo: l’indice di rischio per 100.000
abitanti. Cioè il tasso di omicidi per 100.000 abitanti. Nel
2008 l’Italia è 1
come valore, mentre, nell’ordine, Lussemburgo
2,5, Estonia 6,3, Finlandia 2,5, Francia 1,4, Germania 0,9,
Danimarca 1 e Regno Unito 1,3. Il che vuol dire che, in effetti, nel 2008 si
era più al sicuro in Germania che in Lussemburgo.
Per completezza: il tasso di rischio in
America è del 5,4, in
Sud Africa del 36,5 e in Canada dell’1,8. Le donne muoiono. Non
è un segreto. Ma parlare
di emergenza è una moda. E dire che è stata fatta una legge per
cui il consorte cattivo verrà buttato fuori di casa (per metterlo dove? E chi
controllerà che ci resti?) è un’operazione di marketing notevole.
Il rispetto per l’essere umano
Meglio sarebbe, forse, insegnare il rispetto
di genere nelle scuole: i bambini che tirano le treccine alle bambine non sono
“semplicemente bambini” sono bambini maleducati che vanno educati al rispetto.
Continuare a raccontare fiabe dove le bambine hanno la parte debole e i bambini
quella forte finora non
ha funzionato un granché.
Smetterla di raccontare che il principe
azzurro ci salverà (da chi? Da cosa? E, soprattutto, perché?) è il primo passo
verso il rispetto. Rispetto in quanto esseri umani. Perché, al di là dei
numeri, a morire sono
persone. E poco importa che siano maschi o femmine. Restano
persone.
La vera emergenza? L’incidente domestico
Persone che, tra l’altro, muoiono molto più
spesso di incidente domestico:
8.000 all’anno (21 al giorno, dato che ci piace tanto giocare con i numeri).
Ma l’incidente domestico non fa notizia. A chi importa di quella che scivola in
bagno sul bagnoschiuma? E di quell’altro che si fulmina mentre cambia la
lampadina?
Niente. Non ci interessa. Probabilmente è più
divertente il vittimismo, il piangerci addosso, è più divertente fare leggi che
nessuno, nemmeno nelle
più sfrenate fantasie, potrà far rispettare: perché è
impossibile. Ma una campagna di rottamazione di vecchi elettrodomestici ormai
pericolosi, sì, quella si potrebbe fare. Ma non ci interessa. Too easy.