Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


martedì 15 ottobre 2013

ITALIA - Cercasi politico competente


Il più eclatante risultato di questi ultimi venti anni di storia del nostro paese è davanti agli occhi di tutti: un sistema politico e soprattutto una classe di politici incompetenti e incapaci.

 Per chi ha vissuto gli anni 70-80 indipendentemente dall'idea politica non può che giungere a questa conclusione avendo ancora nella mente uomini come Berlinguer, Moro, La Malfa, Nenni, Pertini e via dicendo.

Mi sarebbe piaciuto vedere i politici di allora confronto con gli attuali politici e con le problematiche che il paese sta affrontando in un'epoca nella quale uno stato da solo può fare ben poco. Una cosa è certa: un politico in quanto tale dovrebbe avere una capacità di analisi in merito ai problemi della società più larga e più lungimirante di un cittadino qualsiasi.

Facendo riferimento agli eventi tragici di questi giorni relativi al barcone affondato a Lampedusa con centinaia di morti, qualunque cittadino ora, dopo che è accaduto l'irreparabile, è in grado di capire che una legge che impedisce di dare assistenza a chi è in difficoltà in mare o che invece dichiara indagati i superstiti per reato di clandestinità, è semplicemente una legge vergognosa. Ma scoprirlo dopo i fatti è molto facile. Oggi ascoltare i politici che si affannano a dichiarare che quella legge va cambiata, che questi episodi non devono più accadere, che l'Italia deve farsi valere in ambito europeo per affrontare il problema dell'immigrazione, non può che aggiungere alla vergogna anche la rabbia.

Fino ad oggi dove erano queste menti illuminate ? Non erano a conoscenza di quanto stava e sta accadendo in medio oriente e nei paesi nord africani per capire che la fuga da quei paesi di morte si sarebbe impennata ? O davvero si pensa che sia il colore della pelle di un ministro ad aver provocato l'incremento della fuga da quei paesi ? Possibile che ci sia bisogno di qualche morto, in questo caso qualche centinaio, per rendersi conto del problema ? E poi che questa consapevolezza sia raggiunta in base al numero di morti, come se la perdita anche di una sola vita umana in questa ma come in qualsiasi altra circostanza non rappresenti un evento tragico, è veramete squallido.

Insomma ormai non si fa più politica per passione o per ideologia ma semplicemente per convenienza, fare politica è un business, un investimento, un modo per garantirsi in pochi anni di lavoro (si fa per dire) una vita tranquilla.

La riforma delle riforme sarebbe una sola: chi entra in politica continua a percepire lo stipendio che pecepiva quando lavorava oltre le inevitabili spese, niente viatlizio, conservazione del posto di lavoro.

Credo che il numero di parlamentari si dimezzerebbe automaticamente senza fare alcuna legge.

ANTIPOLITICO.

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