Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 30 aprile 2014

EGITTO – Repressione, condanna a morte per 683 pro Morsi


Processo contro oltre 1.200 sostenitori della Confraternita. Pena capitale anche per la guida spirituale Badei. La Casa Bianca chiede l'annullamento: «Profonda preoccupazione». Scontri all'Università di al Azhar al Cairo.
28 Aprile 2014 - Il tribunale di Minya in Alto Egitto ha condannato a morte 683 pro-Morsi, tra cui la guida spirituale Badei, e ha deferito il caso al Gran mufti d'Egitto, nell'ambito del processo contro oltre 1.200 sostenitori della Confraternita.
La stessa corte ha commutato in ergastolo la pena capitale a 492 pro Morsi dei 529 condannati a marzo 2014. Per 37 di questi ultimi è stata invece confermata la pena capitale. Ora possono ricorrere in Cassazione. La maggior parte degli accusati per violenze e scontri avvenuti a Minya il 14 agosto sono contumaci.
USA: «PROFONDAMENTI PREOCCUPATI». Gli Stati Uniti, che hanno chiesto l'annullamento della pena tramite un comunicato della Casa Bianca, si sono detti «profondamente preoccupati per il continuo ricorso in Egitto di processi e sentenze di massa».
SCONTRI A IL CAIRO. Intanto nel Paese la tensione è alle stelle. Soprattutto all'Università di al Azhar al Cairo dove si sono registrati violenti scontri fra forze dell'ordine e studenti pro-Morsi in corteo. Secondo testimoni due poliziotti sono rimasti feriti, mentre una vettura di un professore dell'Ateneo è stata data alle fiamme. I dimostranti sarebbero centinaia. Le forze della sicurezza stanno usando gas lacrimogeni per disperderli.
Il processo nei confronti degli oltre 1.200 pro Morsi era iniziato il 22 marzo e due giorni dopo il giudice aveva deciso di condannare a morte una prima tranche dei condannati, (529) e aveva sottoposto il caso a Gran mufti. Il caso aveva sollevato proteste a livello internazionale.
LEADER MOVIMENTO 6 APRILE IN CARCERE. In Egitto però la situazione si sta facendo sempre più incandescente. Il tribunale degli Affari urgenti del Cairo ha dichiarato fuorilegge il Movimento 6 Aprile, il più importante della rivolta contro l'ex presidente Hosni Mubarak.
Il tribunale ha chiesto al presidente ad interim egiziano Adly Mansour, al premier Ibrahim Mahlab, al ministro dell'Interno Mohamed Ibrahim, al titolare della Difesa, il generale Sedki Sobhi e al procuratore generale Hisham Barakat, di vietare tutte le attività politiche del Movimento del 6 Aprile, la chiusura dei suoi uffici e l'organizzazione di dibattiti e manifestazioni.
SPIONAGGIO E DANNO DI IMMAGINE. Il movimento è accusato di spionaggio e di avere commesso atti che hanno danneggiato l'immagine dello Stato egiziano. I leader del gruppo, in carcere dal dicembre 2013, sono stati condannati in appello a tre anni di prigione, con l'accusa di disordini e incitamento alla violenza, e per aver violato la legge sulle dimostrazioni.

UCRAINA - Turchinov: «Est Ucraina fuori controllo»


Kiev: «Perse Donetsk e Lugansk». Esercito in massima allerta

30 Aprile 2014 - L'Ucraina dell'Est rimane in caos, mentre Kiev si prepara al peggio. Le forze militari ucraine, ha spiegato il presidente Oleksandr Turchinov in un incontro con i capi delle amministrazioni regionali come riferito dell'agenzia Unian, sono state messe in massima allerta per il rischio di un attacco russo.
Per Turchinov esiste un pericolo reale che Mosca scateni una guerra continentale contro Kiev.
OCCUPAZIONE A GORLIVKA. Intanto i secessionisti filorussi hanno occupato nella mattinata del 30 aprile la sede del municipio e il commissariato di Gorlivka, cittadina di 250 mila abitanti 40 km circa a nord di Donetsk, Ucraina orientale. L'ha riferito il sito online locale Ostrov. Il blitz è stato realizzato da alcune decine di uomini armati e in tuta mimetica.
«KIEV NON CONTROLLA PIÙ LE REGIONI SUD-ORIENTALI». Il presidente ucraino così ha dovuto ammettere che Kiev ha perso il controllo delle regioni dell'Ucraina sud-orientale di Donetsk e di Lugansk. «Le autorità e le forze dell'ordine non sono in grado di ottenere il controllo delle regioni di Donetsk e Lugansk e dei loro capoluoghi», ha riconosciuto. Turchinov ha aggiunto che ci sono stati vari tentativi di destabilizzare la situazione anche nelle regioni di Kharkov, Odessa, Kherson, Nikolaiev e Zaporozhie.
«EVITARE IL CONTAGGIO». Per il presidente ucraino «il nostro obiettivo numero uno è di impedire che il terrorismo si estenda dalle regioni di Donetsk e Lugansk ad altre regioni». «Abbiamo già deciso di creare delle milizie territoriali composte di volontari in ciascuna regione», ha aggiunto, citato dai media ucraini.
SCONTRI A KIEV IN PIAZZA DELL'INDIPENDENZA. La stessa capitale ucraina però ha vissuto nella serata del 29 aprile momenti di tensione. Nella Piazza dell'Indipendenza (Maidan Nezalezhnosti), simbolo della protesta ucraina contro il regime corrotto, ci sono stati scontri con feriti tra ultranazionalisti e attivisti moderati.
Gli estremisti, circa un centinaio di persone vestite tutte di nero, con il passamontagna e una fiaccola in mano, stavano marciando in corteo per ricordare le cento vittime della rivolta (chiamate i 'cento celesti') quando sono stati fermati all'altezza di una barricata dagli esponenti delle forze di autodifesa del Maidan. Ne è scaturita una rissa nella quale sono stati usati bastoni, petardi, lacrimogeni e anche armi con proiettili di gomma. Il bilancio finale è stato di alcuni feriti, ma non gravi.
RIUNIONE CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU. Il 29 aprile si è svolta anche una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu in cui è stata di nuovo sollevata la questione degli osservatori Osce catturati dai separatisti filorussi a Slavjansk. Il capo degli affari politici dell'Onu, Jeffrey Feltman, ha ribadito la «forte condanna» delle Nazioni Unite per il rapimento degli osservatori. Nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina, Feltman ha sottolineato che «la situazione nell'Est e nel Sud del Paese continua a deteriorarsi, e l'attuazione dell'accordo di Ginevra è in stallo».

ITALIA - Dl Droga, la Camera conferma la fiducia


Scontro su tabelle cannabis, si preannuncia battaglia al Senato.

La Camera ha confermato la fiducia al governo sul decreto legge tossicodipendenze. I sì sono stati 335, 186 i no. Il via libera finale sul provvedimento è previsto il 30 aprile, ma già si annuncia battaglia al Senato: il Nuovo centrodestra (Ncd) ha infatti contestato il diverso trattamento riservato alla cannabis: inserita nella tabella delle droghe pesanti se ottenuta da sintesi di laboratorio, ma collocata tra le droghe leggere se 'naturale' ogm, e contenente quindi, secondo Ncd, un'analoga quantità di principio attivo dannoso rispetto alla cannabis di sintesi.
Il provvedimento potrebbe dunque subire modifiche nel passaggio a Palazzo Madama. Tuttavia, come ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in conferenza stampa, «siamo giunti a un buon risultato e a un testo equilibrato».
MESSAGGIO FORTE AL PAESE. Il punto, ha spiegato, è che «c'è la necessità di dare un messaggio forte al Paese, e cioè che drogarsi non è normale e dobbiamo sconfiggere la cultura della normalizzazione del drogarsi che sta provocando danni enormi sia agli adulti sia ai giovani».
Sul fronte farmaci invece, ha aggiunto, il dl «ci dà una libertà maggiore nell'utilizzo efficace dei farmaci off label». Il testo del dl si basa su una «impostazione condivisa» anche secondo Eugenia Roccella, che tuttavia ha annunciato battaglia in Senato sul 'nodo' cannabis.
GIOVANARDI SODDISFATTO. Si è detto soddisfatto Carlo Giovanardi, secondo cui il provvedimento arrivato in Aula «ricalca la filosofia della stessa legge Fini-Giovanardi».
Resta invece critico il giudizio di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, il cui esponente Fabio Rampelli, intervenendo in Aula, ha rivolto il «benvenuto a questo governo di spacciatori». E il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha chiesto che il Senato «voti modifiche sostanziali al decreto». In campo sono scesi anche operatori e associazioni del settore che, pur dando 'luce verde' al dl, hanno chiesto che al più presto venga avviato un percorso di riscrittura della normativa sulle dipendenze.

Martedì, 29 Aprile 2014

Decreto droga, la Camera approva il testo

In Aula 280 sì, 146 no e due astenuti. Ora la misura al Senato.

Sì dell'Aula della Camera al decreto legge tossicodipendenze. Il testo è stato approvato con 280 sì, 146 no e due astenuti, e ora passa al Senato.

Mercoledì, 30 Aprile 2014

ITALIA - Renzi a Porta a Porta su Senato, stipendi magistrati e riforma Pa


Il premier: «Le misure faranno discutere». Poi critica l'Anm. Riforma verso l'intesa nel PD. Primo voto il 10 giugno.

29 Aprile 2014 - È una presa di posizione dura quella che il premier Matteo Renzi ha voluto inviare alle toghe italiane dagli studi di Porta a Porta, gli stessi che più volte hanno ospitato le invettive di ben altro genere di Silvio Berlusconi contro i giudici.
«RISPETTO PER LE LEGGI». «La storia dell'Anm che toccare lo stipendio dei magistrati sia un attentato alla libertà e all'indipendenza della magistratura è offensiva per il decoro e dignità dei magistrati che non guadagnano quella cifra e per i cittadini. Mi auguro che ci sia da parte della magistratura rispetto per leggi dello Stato», ha detto il presidente del Consiglio.
Ma le domande di Bruno Vespa sono state l'occasione per parlare anche della riforma del Senato, annunciando per il 10 giugno il primo voto in Aula, e per parlare di quella della pubblica amministrazione.
IL 30 APRILE SI PRESENTA LA RIFORMA DELLA PA. «Domani (il 30 aprile), presentiamo i provvedimenti che noi proponiamo con un metodo un po' diverso. Molte misure faranno discutere». Nessun decreto legge, però, non ancora: «Il dettaglio lo vedrete nelle prossime settimane».
Una riforma ambiziosa: «Io so che è difficile ma come disse John Kennedy si scelgono gli obiettivi non perché son facili. La cosa più difficile che possiamo fare è cambiare la pubblica amministrazione e lì non ci basta nemmeno la Nasa, forse i marine», ha scherzato il presidente del Consiglio.

Un pin per eliminare le code


Per i cittadini, Renzi ha annunciato l'introduzione di una «identità digitale», il che vuol dire «dare a tutti un pin» che permetta l'accesso alla Pa. «Il pin vuol dire mai più code per un certificato e non pagare più in un certo modo la bolletta».
«BECCARE I FANNULLONI». Inoltre «servono dirigenti che facciano i dirigenti, non è possibile poi che il premio di produzione aumenti con l'indennità e a prescindere dai risultati e dalla situazione del Paese. Se il Paese va male, anche i dirigenti devono stringere la cinghia. L'obiettivo è beccare i fannulloni e farli smettere e valorizzare i tanti non fannulloni incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio».
85 MILA ESUBERI? CIFRA TEORICA. Gli 85 mila esuberi indicati da Cottarelli tra i dipendenti della Pa? «È una cifra teorica», ma «non si fa così. Anche perché con il blocco del turnover la percentuale dei dipendenti pubblici in Italia è ora simile a quella degli altri Paesi: noi siamo al livello della Francia. La Germania ha una percentuale minore, ma perché non conteggia gli operatori della sanità. Non faccio gli esuberi del povero dipendente, nessuno verrà licenziato perché il governo ha da tagliare. I dipendenti non li dobbiamo far lavorare di meno, ma di più».
RUBINETTI CHIUSI AI COMUNI POCO SERI. Si può risparmiare in tanti modi, soprattutto evitando gli sprechi: «I comuni che si comportano in modo poco serio gli chiudi il rubinetto, perchè non vale che uno virtuoso deve pagare anche per quello spendaccione. Privatizzare le municipalizzate? Può essere una soluzione, a Firenze l'ho fatto».
Fondi in arrivo, invece, per la scuola: «Il 2 maggio sblocchiamo 244 milioni dal patto di stabilità».

«Se fallisco mi fanno fuori»


Nessuna intenzione di arrendersi: «Vado avanti perché penso che questo Paese, se risolve questioncine come il fisco e la giustizia, diventa un Paese leader mondiale». Se non riesco «mi fanno fuori politicamente, più di così non posso fare».
Spazio anche a messaggi diretti ai rivali per le Europee: «Quando i professionisti sono all'opera a fare i fuochi di artificio tutti i giorni, noi paghiamo il biglietto e assistiamo», ha detto Renzi riferendosi alla campagna elettorale di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi.
«IL VOTO AL M5S È UN URLO». Grillo «non ha a cuore l'Italia ma il suo spettacolo, vuole che l'Italia vada male». Il voto al M5s alle Europee, è «come un urlo, poi cosa hai risolto?».
Frecciate anche al leader di Forza Italia: «Vedo che in questi giorni di ritrovata vivacità di Berlusconi gira la battuta del simpatico tassatore. Lo ringrazio per il simpatico, ho dubbi di esserlo ma certo non sono un tassatore».
E ancora: «No, non la penso sulla giustizia come Berlusconi. Rispetto le sue opinioni perché sono abituato a rispettare gli altri, a non odiarli, non ritenerli nemici. Ma rispetto, chiedendo lo stesso rispetto, le sentenze della magistratura. Si possono rimettere in discussione? Non commento e le rispetto».
«CLIMA SFAVOREVOLE ALLA RIFORMA DELLA MAGISTRATURA». Per risolvere i problemi della giustizia italiana, secondo Renzi, bisogna cambiare prospettiva: «La responsabilità civile dei magistrati già c'è, con una procedura molto complicata. Abbiamo molti margini di lavoro» ma «finché i toni saranno da derby ideologico e da campagna elettorale» non ci potrà essere «nessun intervento sulla giustizia, non finché ci sarà chi dice che la magistratura è un cancro».

ITALIA -Elezioni Europee, i partiti senza bussola nel Mare Nostrum


Questo commento è stato pubblicato oggi su L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi.

Forse basterebbe passare dal latino al tedesco, da “Mare Nostrum” a “Unser Meer” perché l’Europa guidata da Angela Merkel capisse l’allarme italiano sul Mediterraneo. Allarme rosso. Al Viminale già scorgono all’orizzonte del Mare nostro e di tutti l’arrivo di ottocentomila essere umani che nessuna Lampedusa, per quanto generosa, potrebbe accogliere. Ma la polemica politica arriva ancor prima degli sbarchi annunciati, e allora al ministero dell’Interno mettono a fuoco i binocoli e si correggono: tranquilli, la situazione è complessa, ma sotto controllo. Le masse si vedono, in particolare in Libia. Ma non è detto che salperanno. Così suona la retromarcia.

Tuttavia, i dati statistici dicono che nei primi quattro mesi di quest’anno sono giunti via mare 25 mila migranti: più della metà di quelli contati nell’intero 2013. E non occorrono Sibille Cumane né vedette al Viminale per sapere che il futuro sarà sempre più drammatico per chi accoglie, e soprattutto per chi scappa arruolandosi, a rischio della propria vita e con tutti i pochissimi risparmi accumulati, nelle mani di trafficanti senza scrupoli.

Non è, dunque, soltanto l’enormità del fenomeno, incontenibile come ogni tempesta di mare e dell’animo, a esigere l’intervento dell’Europa. E’ la ragion stessa dei valori in gioco, che partono dal doveroso soccorso verso i fuggitivi dell’Africa, da considerare nostri fratelli non soltanto quando giocano da campioni di calcio nelle squadre europee. Che passa dalla capacità politico-strategica di saperli inserire e integrare con gradualità e buonsenso in tutti i Paesi del continente. Che richiede durezza nel punire il crimine di pochi trafficanti che sfruttano il dolore di tanti disperati. L’Europa non potrà consolare tutta la sofferenza del mondo, e meno che mai potrà farlo da sola la nostra piccola, grande Italia, che non si tira indietro quand’è in ballo il cuore suo e degli altri: le numerose operazioni navali e militari confermano che nessuna missione è impossibile, se fatta con lungimirante umanità.

“Meglio gli arrivati che i morti”, è il crudo, ma efficace pensiero di chi ha potuto salvare molte vite. Ma anche la carità si fa coi soldi, e qui è in ballo ben più di un atto caritatevole. E’ in ballo l’ambizione di aiutare gli africani in Africa, perché nessuno ama lasciare la famiglia e la patria. E’ un tema capitale per quest’Europa che non c’è. Ma che arriva, pure lei, con il voto di maggio. Ne discutano i vari partiti e candidati che navigano senza bussola nel Mare Nostrum.

30 - 04 – 2014 Federico Guiglia

martedì 29 aprile 2014

ITALIA - Tutti gli annunci di Matteo non ancora rispettati da Renzi


Tempi e contenuti dell’iniziativa riformatrice solennemente annunciata dal premier sono frenati da ostacoli politici e corporativi difficili da superare. Ecco il divario (su scuola, lavoro, bonus e riforme istituzionali) tra proclami e fatti

Matteo Renzi aveva messo a punto un calendario ambizioso di interventi radicali in tutti i gangli vitali della vita pubblica. Il ritmo arrembante con cui era stato preannunciato un programma rigoroso e vincolante di grandi riforme ogni mese sembrava aver conquistato cittadini, mass media, osservatori scettici. Tuttavia la realtà odierna sconfessa, o quanto meno ridimensiona, la forza dirompente delle solenni promesse del premier. Mentre la minoranza del Pd si organizza esibendosi al Teatro Eliseo.

RIFORME ISTITUZIONALI NELLA PALUDE

Preannunciata tra la fine di febbraio e le Idi di marzo, la nuova legge elettorale, approvata in modo rutilante dalla Camera dei deputati, è arenata tra le mura di Palazzo Madama. Complice il timore diun inusitato ballottaggio per il governo tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle e lo stallo sulla revisione del Senato, il meccanismo di voto vedrà la luce – salvo colpi di scena – prima della pausa estiva.

CERCASI JOBS ACT

Marzo avrebbe dovuto rappresentare uno spartiacque storico per le regole sul lavoro, le relazioni industriali, l’innovazione degli ammortizzatori sociali. Nulla di tutto ciò è stato previsto nell’unico provvedimento messo in cantiere dall’esecutivo e dal responsabile del Welfare Giuliano Poletti. La portata del decreto legge che porta il suo nome, frutto di un logorante braccio di ferro tra Nuovo Centro-destra, Scelta Civica, riformisti del PD da una parte e sinistra del Nazareno e CGIL dall’altra, è limitata a modifiche dei contratti a termine, delle regole sull’apprendistato e sulla formazione pubblica.

Il cuore della riforma è rinviato a un disegno di legge delega i cui tempi appaiono incerti. A quel punto si conosceranno i pilastri del Job Act che avrebbe dovuto rivoluzionare e rilanciare il tessuto produttivo-occupazionale del nostro paese. Per ora restano evanescenti i confini del nuovo Codice del lavoro, del contratto unico flessibile e indeterminato con garanzie crescenti nel tempo, di una rete moderna di ammortizzatori sociali orientati al Welfare to work.

TEMPI QUASI SCADUTI PER LA NUOVA BUROCRAZIA

Un architrave del programma annunciato dal Presidente del Consiglio prevedeva il rinnovamento strutturale entro aprile della Pubblica amministrazione. Il calendario potrebbe venire rispettato in “zona Cesarini”, visto che in settimana il governo approverà il testo base di riforma messo a punto dal ministro competente Marianna Madia.

L’obiettivo di conferire efficienza alla macchina statale passa per una strategia di tagli e assunzioni mirate. Una mescolanza di mobilità obbligatoria e sblocco del turn over che dovrebbe tradursi in una nuova entrata per ogni cinque uscite dal servizio. Permettendo così una riduzione non traumatica di 85mila dipendenti pubblici prevista dal progetto di spending review redatto da Carlo Cottarelli.

L’ALLENTAMENTO BLANDO DEL PATTO DI STABILITA’ INTERNO

Sempre sul piano locale emerge una clamorosa contraddizione tra impegni assunti dal premier e concrete realizzazioni. Un punto che riguarda l’allentamento del Patto di stabilità interno, cavallo di battaglia dell’ex primo cittadino di Firenze. Perché, come rivela il Sole 24 Ore, nel provvedimento fiscale promosso da Palazzo Chigi i progetti di riqualificazione, ammodernamento, messa in sicurezza degli edifici scolastici potranno beneficiare di 544 milioni di euro.

NUMERI IN CONTRADDIZIONE

Cifra ben diversa dai 3,5 miliardi “pronti per essere impiegati in tempi brevi”, preannunciati da Renzi nel corso della sua prima conferenza stampa da capo dell’esecutivo. Il testo del decreto legge governativo in materia tributaria è molto chiaro. All’articolo 48, riferendosi agli investimenti realizzati dalle amministrazioni comunali per l’edilizia educativa, il provvedimento prevede un’esclusione dai vincoli di bilancio di 244 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015. A tali risorse vanno aggiunti 300 milioni destinati allo stesso scopo dal Fondo comunitario per lo sviluppo e la coesione relativo al periodo 2014-2020.

A QUANTO AMMONTANO LE RISORSE PER LA SCUOLA?

Ma le somme stanziate dai programmi dell’Unione Europea per la ristrutturazione delle scuola non erano pari a 3 miliardi? Guardando a questa cifra il premier aveva promesso la creazione di una “cabina di regia” per velocizzare le pratiche edilizie e consentire a sindaci e presidenti di provincia di “intervenire sui luoghi ove vivono e studiano i nostri figli”.

CHI BENEFICIA DEL BONUS FISCALE

Altro tema cruciale relativo al provvedimento tributario concerne le fasce economico-sociali che riceveranno il bonus fiscale sui redditi IRPEF. La platea per ora coinvolge esclusivamente le retribuzioni da lavoro dipendente medio-basso. Ripetere, come fa Renzi da giorni, che il beneficio verrà allargato a pensionati, persone prive di stipendio, e partite IVA, richiede un’accurata analisi sulle coperture di bilancio. E un necessario confronto con il capo del Tesoro. L’unica certezza su una misura di significativa portata finanziaria è il rinvio alla legge di stabilità di fine anno.

LE RAGIONI DEL DIVARIO TRA PAROLE E ATTI

Una spiegazione plausibile della notevole differenza, in taluni casi del fossato, tra impegni assunti dal premier e realizzazioni dell’esecutivo viene offerta da Oscar Giannino. A giudizio dell’analista economico, Renzi è chiamato a concretizzare oggi tutti gli interventi riformatori che il ceto politico italiano degli ultimi venti e trent’anni ha preferito rinviare, abbandonare, annacquare. Una responsabilità storica che ha provocato un ritardo enorme per l’Italia rispetto alle democrazie industriali avanzate. E che l’attuale capo del governo è costretto a colmare, in una fase di recessione economica, in modo frettoloso e superficiale.

Ulteriore motivazione, scrive l’editorialista del Messaggero, va ricercata nella mancanza di un genuino e convinto supporto del Partito democratico verso gli obiettivi prospettati dal suo segretario. La cui leadership non è mai stata accettata dal “ventre profondo” del Nazareno, bensì digerita temporaneamente per opportunismo.

È una parte rilevante di quell’universo, ancorata alla conservazione dello status quo, che il premier dovrà sfidare a viso aperto per tenere fede all’originario e ambizioso calendario di riforme. Soltanto così potrà ambire, come Tony Blair e Gerard Schroeder, a imprimere una traccia profonda nella politica e nella sinistra italiana. (EdoardoPetti)

UCRAINA - A Karkhiv scontri tra ultras e filorussi


A Karkhiv i tifosi in marcia verso lo stadio fanno salire la tensione.

28 Aprile 2014 - Nel caos ucraino si sono inseriti anche i tifosi di calcio.
Alcune migliaia di utras dei club di calcio Dnipro e Metalist hanno attaccato il 27 aprile circa 300 filorussi a Karkhiv, Ucraina orientale: almeno 14 persone, compresi due agenti, sono rimaste ferite. Otto i ricoverati.
IN MARCIA PER L'UNITÀ DEL PAESE. I tifosi, secondo la versione della tivù filo Cremlino Russia Today, ma anche dell'agenzia ucraina Unian, intendevano marciare a sostegno dell'unità del Paese da piazza della Costituzione, dove erano radunati i filorussi, allo stadio del Metalist, dove in serata era prevista la partita tra le due squadre.
MASCHERATI E MUNITI DI MAZZE. Le violenze sono scoppiate quando gli ultras, molti dei quali mascherati e muniti di mazze, pietre, petardi e fiaccole, hanno raggiunto il luogo del raduno filorusso. Alcuni video girati da tivù locali hanno mostrato le aggressioni e i danneggiamenti a qualche auto. Secondo Russia Today, tra i tifosi c'erano anche diversi gruppi del gruppo di estrema destra 'Pravi Sektor', protagonista del Maidan

ITALIA - Governo, Renzi al bivio del Senato


Tirare dritto o accettare mediazioni. Verso senatori scelti dai Consigli Regionali. Bonus Irpef automatico.

28 Aprile 2014 - La strada di Matteo Renzi è arrivata a un bivio: il premier deve decidere se accettare una mediazione sulla riforma costituzionale, diversa da quella che avrebbe voluto, oppure tirare dritto, rischiando però la spaccatura definitiva all'interno del Partito democratico.
Dopo gli incontri con la relatrice alle riforme Anna Finocchiaro e il capogruppo al Senato Luigi Zanda, il 29 aprile è previsto che venga fatta chiarezza all'Assemblea dei senatori Pd, alla quale il premier è destinato a intervenire.
Nell'incontro svoltosi a Palazzo Chigi il 28 aprile, alla presenza del ministro Maria Elena Boschi, Finocchiaro e Zanda hanno fatto tastare il polso sia del Senato in generale sia del gruppo del Pd in particolare.
SUPERAMENTO DEL BICAMERALISMO PERFETTO. I punti certi sono l'adesione di tutta la maggioranza e di Forza Italia al superamento del bicameralismo perfetto e al fatto che solo la Camera possa votare la fiducia e sia l'Assemblea legislativa, mentre al Senato tocchi un ruolo di collegamento tra Stato e Regioni nonché alcuni compiti di garanzia: elezione del presidente della Repubblica, del Csm e di due giudici costituzionali, possibilità di chiedere alla Corte costituzionale un giudizio sulle leggi approvate dalla Camera.
APERTURA AD ALCUNE MODIFICHE. Renzi ha aderito ad alcune modifiche suggerite dagli interlocutori al ddl del governo, perché largamente condivise in Senato: maggior rappresentanza ai Consigli Regionali rispetto ai sindaci (il testo del governo dice metà per uno); più senatori per le Regioni maggiormente abitate rispetto a quelle con minore popolazione; riduzione dei 21 senatori di nomina quirinalizia.

Verso un Senato eletto da Consigli Regionali


Il nodo rimane però come debbano essere eletti i futuri senatori. Renzi ha insistito affinché siano i Consigli Regionali ad eleggere al proprio interno quei consiglieri che andranno a Roma in Senato. La proposta alternativa, lanciata dal ddl di Ncd, e fatta propria dall'altro relatore Roberto Calderoli e dal senatore Pd Francesco Russo, è che i cittadini contestualmente ai Consigli Regionali eleggano i senatori della propria regione.
Le Regioni spingono per la prima formula. Con la seconda opzione ci sarebbero dei senatori a tutti gli effetti politici nazionali e come tali tenderebbero a proiettarsi sulla politica nazionale, anche se il Senato non voterà la fiducia. Non dovrebbero tornare nei Consigli Regionali a confrontarsi con i problemi del territorio.
L'elezione da parte dei Consigli Regionali è più coerente con l'attuale sistema federale, ma moltissimi senatori spingono per la seconda ipotesi perché potrebbero venir confermati anche nel nuovo Senato con funzioni nazionali.
RESISTENZE DELLA MINORANZA PD. Il 29 aprile Renzi arriva all'Assemblea dei senatori consapevole che se mediasse su questa seconda ipotesi potebbe sminare il gruppo coalizzato dietro al ddl Chiti (che propone addirittura un Senato eletto come oggi), ma anche vincere le resistenze di Ncd, e dei maldipanciasti di Forza Italia. Mercoledì 30 aprile, poi, Finocchiaro e Calderoli devono proporre alla Commissione Affari costituzionali un testo base; l'idea è quella di prendere il ddl del governo correggendo i tre punti su cui tutti sono d'accordo, e lasciando alla fase degli emendamenti il momento della ricerca della mediazione. O dello scontro, che non esclude urne anticipate.

domenica 27 aprile 2014

ITALIA - Piemonte, elezioni regionali: Chiamparino sfida cinque candidati


Forza Italia si affida a Pichetto. Il M5s a Bono. Crosetto per Fdi-An.

In sei per il Piemonte. Tanti sono i candidati alla presidenza della Regione nel voto di maggio.
A sfidare Sergio Chiamparino (lista Chiamparino Presidente, appoggiato dal centrosinistra) ci sono Mauro Filingeri (L'Altro Piemonte a sinistra), Davide Bono (Movimento 5 stelle), Enrico Costa (Nuovo centrodestra e Unione di Centro), Gilberto Pichetto (Centrodestra per Pichetto, appoggiato da Forza Italia) e Guido Crosetto (Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale).
ESCLUSI I PENSIONATI. La commissione elettorale del Tribunale di Torino ha respinto la lista Pensionati per Pichetto ritenendola non idonea.
La decisione si riferisce al fatto che la lista è collegata al gruppo consiliare regionale Pensionati per Cota di Michele Giovine, condannato in via definitiva per le firme false che hanno portato, dopo quattro anni di battaglie legali, all'annullamento delle precedenti elezioni regionali del 2010 che portarono alla vittoria l'attuale governatore Cota sulla candidata del centrosinistra Mercedes Bresso.
VIA ALTRI DUE CANDIDATI. L'ufficio centrale regionale presso la Corte d'appello di Torino ha respinto anche altri due 'listini', inizialmente ammessi alla tornata elettorale, presentati a sostegno dei candidati presidenti: quello della 'Lista dei Grilli No Euro', guidata da Roberto Cermignani, e quella del movimento 'Bunga Bunga Usei', guidata da Marco Di Nunzio. Quest'ultima è stata respinta per il mancato collegamento con l'Unione sudamericana emigrati italiani.

 

INGHILTERRA - Euroscettici sono il primo partito


Lo Uk Independence party vola al 31%. Il Labour crolla al 19%.

27 Aprile 2014 - Il premier David Cameron è sempre più nella 'morsa' degli euroscettici. Il Sunday Times il 27 aprile ha pubblicato un sondaggio YouGov per le elezioni europee in cui lo UK Independence Party (Ukip) vola, per la prima volta, al 31%, staccando il Labour di tre punti, mentre i conservatori di Cameron arrancano al terzo posto, con un misero 19%.
CRITICHE A CAMERON. Ma i problemi per il primo ministro non finiscono qui, sono anche interni al suo partito. Di fronte al rischio di una storica debacle alle europee, l'ala più euroscettica dei tory è in fermento: sarebbe pronta subito dopo le elezioni di maggio ad andare a Downing Street e chiedere a Cameron di accelerare il rimpatrio dei poteri da Bruxelles. Secondo molti deputati, infatti, quanto fatto sino ad oggi dal leader conservatore non ha prodotto risultati.

 

MO - Abu Mazen: «Shoah crimine più odioso contro l'umanità»


Il presidente palestinese apre a Israele ed esprime solidarietà alle famiglie delle vittime dell'olocausto.

Domenica, 27 Aprile 2014 -L'aria in Medio Oriente resta tesa. Ma dalla Palestina arriva qualche segnale distensivo per migliorare i rapporti con Israele. Un grande passo l'ha fatto il presidente Abu Mazen che, dopo aver esortato il nuovo governo palestinese a respingere la violenza, in un'intervista ha dichiarato di considerare la Shoah «il crimine più odioso contro l'umanità nell'era moderna».
Secondo quanto ha affermato l'agenzia di stampa palestinese Wafa, le dichiarazioni sono state fatte dal Rais durante un incontro con un importante rabbino statunitense, Marc Schneier. Le parole di Abu Mazen sono state divulgate mentre Israele si accinge ad osservare, dalla sera del 27 aprile, la annuale 'Giornata della Shoah'.
«LA PALESTINA SI OPPONE AL RAZZISMO». «Quello che è accaduto agli ebrei durante l'Olocausto è il crimine più odioso contro l'umanità avvenuto nell'era moderna» ha detto Abu Mazen al rabbino Schneier. Il presidente palestinese, secondo quanto ha riportato la Wafa, ha anche espresso simpatia alle famiglie delle vittime e di tutte le molte altre persone innocenti uccise dai nazisti. «Il popolo palestinese», ha assicurato, si oppone recisamente al razzismo, «ed è impegnato in una lotta contro di esso».

TERRORISMO - Al Qaeda, appello del capo: «Rapite gli occidentali»


Il capo di al Qaeda: «Utili per scambio».

26 Aprile 2014 - Al Qaeda è tornata ad alzare la voce. Con un appello del suo capo Ayman al-Zawahiri nel corso di un'intervista audio pubblicata da Site, il centro americano di monitoraggio del mondo jihadista sul web.
Rapite gli occidentali, soprattutto gli americani, per ottenere la liberazione di prigionieri jihadisti, incluso l'egiziano accusato di cospirazione per gli attacchi del 1995 all'Onu e ad altri obiettivi di New York.
INCERTA L'AUTENTICITÀ. Un'intervista di cui non è stata accertata ufficialmente l'autenticità, anche se la voce sembra essere proprio quella di al-Zawahiri: «Chiedo ad Allah il Glorioso di aiutarci a liberare Omar Abdel-Rahman e gli altri musulmani detenuti. Chiedo ad Allah di aiutarci a catturare americani e occidentali per consentirci di scambiarli con i nostri prigionieri», ha affermato il leader jihadista, invitando i suoi seguaci a mettere fine alle lotte in seno ai loro gruppo.
«UNITI PER SOSTENERE LA JIHAD». «Il mondo musulmano deve sostenere la jihad con tutto quello che può e i militanti islamici devono essere uniti», perché la priorità sono gli interessi dell'Islam e del mondo musulmano e non quelli all'interno e fra le organizzazioni, ovvero interessi di parte.
IN SIRIA LOTTA FRA FAZIONI ANTI-ASSAD. Le lotte fra le diverse fazioni di ribelli hanno intralciato la battaglia con il regime di Assad in Siria, spingendo i gruppi rivali a rafforzare il loro potere nelle rispettive aree di controllo.
Al-Zawahiri ha già chiesto in passato unità in Siria per mettere fine alla guerra fratricida fra le fazioni ribelli, costata già migliaia di morti fra i combattenti anti-Assad.
MAXI RADUNO IN YEMEN. L'intervista al numero uno di al Qaeda segue il video del maxi raduno jihadista in Yemen, trasmesso nei giorni scorsi dalla Cnn, dove venivano evocate le scene dei campi di addestramento per terroristi in Afghanistan prima delle stragi dell'11 settembre. E nel quale è stata ribadita la «lotta alla croce, lotta all'America che porta la croce».
A parlare, nel video, è il numero due di al Qaeda e il capo dell'organizzazione nella Penisola Arabica, Nasir al Wuhayshi, che ha incitato un centinaio di seguaci, alcuni con il volto oscurato digitalmente, ad attaccare gli Stati Uniti.

UCRAINA - Yatseniuk accusa Mosca: "Vuole cancellare indipendenza Ucraina"


Il premier ucraino in visita a Roma. I separatisti filorussi: referendum su Donetsk l'11 maggio

Roma 26 apr. - Situazione sempre tesa in Ucraina orientale, con i separatisti filorussi che hanno annunciato sabato che il referendum della regione ucraina del Donetsk si terrà l'11 maggio come da loro stabilito. Il leader filorusso dell'autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk, Denis Pushilin, ha precisato che il quesito referendario sarà: "Approvate la dichiarazione di indipendenza della Repubblica Popolare del Donestk?" e che dopo il voto - considerato illegale dalla comunità internazionale - "si svolgeranno delle libere elezioni per decidere chi dirigerà la Repubblica".

Da parte sua il premier ucraino Arseny Yatseniuk, sabato in visita a Roma, ha detto che nelle ultime 24 ore l'aviazione russa ha violato lo spazio aereo ucraino per sette volte con "l'obiettivo di provocarci e accusare l'Ucraina di fare guerra alla Russia". "Noi comprendiamo le loro reali intenzioni. Vogliono cancellare l'indipendenza ucraina, minare le elezioni presidenziali, rovesciare le autorità filo-ucraine e filo-europee e restaurare l'impero sovietico".

Yatseniuk si è detto inoltre convinto che "Unione europea, Stati Uniti e comunità internazionale agiranno insieme" perchè sono in gioco valori mondiali, e crede anche "che la comunità internazionale farà di tutto per tutelare la pace e la stabilità mondiali" messi in pericolo "dall'aggressione russa" nell'est e nel sud dell'Ucraina.

sabato 26 aprile 2014

ITALIA - Casini: "Da Berlusconi tattica elettorale, il patto terrà"


Ora il leader Fi si smarca solo per recuperare voti


Roma, 26 apr.  - "Calma e gesso, Berlusconi smarcandosi sulle riforme fa un favore a Renzi perché sottrae voti a Grillo. Alla fine le riforme si faranno e con il concorso anche di Forza Italia". Il presidente della commissione Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini (Udc), non ha dubbi: Berlusconi "è politicamente lucido".

In una intervista a "Repubblica", Casini osserva: "Si poteva pensare che Berlusconi facesse il donatore di sangue a Renzi e Grillo in piena campagna elettorale accettando la situazione di ombra e subalternità in cui era precipitato? Da Vespa ha fatto il suo lavoro con il minimo dello sforzo".

Secondo il senatore Udc, Berlusconi "ha cercato di rimettersi al centro della scena evitando che le elezioni del 25 maggio diventino una sorta di referendum tra Renzi e Grillo. E in questo caso analizzare il perché ha detto certe cose è molto importante. Capisco lo zelo dei tanti amici di Renzi che si preoccupano, ma se si fa uno sforzo di lucidità si comprende che in realtà Berlusconi ha fatto una cortesia al premier".

"L'unico modo che Berlusconi ha per contenere Grillo, ed è in questo senso che sta facendo anche una cortesia a Renzi - ragiona Casini - è quello di rendersi competitivo e recuperare voti. E Berlusconi che si smarca da Renzi è il Berlusconi che può recuperare il consenso di quell'elettorato che nella sua afasia rischia di finire da Grillo. Ecco perché al di là delle apparenze Berlusconi ha fatto una cortesia al premier, perché per Renzi il vero rischio è che dalle elezioni si consolidi uno strano bipolarismo tra lui e Grillo. È chiaro che la maggioranza allargata sulle riforme non reggerebbe ad un risultato elettorale del genere. Per cui calma e gesso, Berlusconi fa il suo gioco, anche se lo condisce con alcune inaudite sciocchezze".

ITALIA - Confcommercio: "8 famiglie su 10 in difficoltà,fiduciose su Renzi"


Più lavoro e meno tasse gli interventi più attesi dal governo


Roma, 26 apr. - Il protrarsi della crisi, la mancanza di lavoro, il peso delle tasse continuano ad alimentare lo stato di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, rispetto alla propria situazione economica e alla propria capacità di spesa, avvertono nella maggior parte dei casi - quasi l'80% - una sensazione di precarietà e instabilità. Solo un quinto delle famiglie ritiene, invece, di essere in una condizione di solidità. Del resto, nonostante il miglioramento del clima di fiducia, il primo dal 2011 a oggi, l'incertezza è il sentimento prevalente con una quota di quasi il 40% delle famiglie che vivono adottando un comportamento di attendismo, in attesa dell'evolversi degli eventi. È quanto emerge dall'outlook Confcommercio-Censis su consumi e clima di fiducia per il primo semestre 2014.

È ipotizzabile che il leggero miglioramento del clima di fiducia sia stato favorito dal cambiamento del quadro politico a marzo. A conferma di ciò, il capitale di fiducia di cui sembra godere il governo guidato da Matteo Renzi risulta consistente: ben il 66% del campione ritiene, infatti, che il governo sia in grado di far superare al Paese la lunga fase di crisi economica, mentre poco meno di un quarto è convinto che non ci riuscirà, anche se a causa della gravità della crisi e non per inadeguatezza dell'esecutivo.

Ancora più alta è la quota - oltre il 75% - di chi ritiene che il governo riuscirà, almeno in parte, a realizzare il piano di riforme annunciato. Certo è che, in un quadro complessivo di difficoltà e crisi dei consumi, le famiglie hanno ben chiare le priorità che l'esecutivo deve affrontare subito per migliorare la situazione: creazione di nuovi posti di lavoro (56,3%) e riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese (32,1%).

SUDAFRICA - 20 anni dopo Apartheid ancora povertà e disuguaglianze


Situazione molto difficile, tra i giovani neri molta rabbia


Johannesburg - Sono passati 20 anni dalle storiche e memorabili giornate che segnarono la fine dell'Apartheid in Sudafrica, in concomitanza con l'elezione di Nelson Mandela a presidente della Repubblica.

Due decenni nei quali il Paese ha fatto molti passi avanti, ma anche ha dovuto scontrarsi con le persistenti disuguaglianze sociali, che oggi alimentano la rabbia e le proteste dei giovani neri delle township.

"Dobbiamo farlo - spiega un ragazzo - non abbiamo scelta. Se il governo non è pronto ad ascoltarci, allora magari la violenza li obbligherà a farlo".

Per molti neri la vita negli slum suburbani è una scelta obbligata, perché sono semplicemente troppo poveri per poter andare altrove, e le città dove vive la minoranza bianca sembrano un miraggio. "Qui - spiega un abitante di Soweto, township di Johannesburg - non conosciamo la libertà. Le nostre vite non sono cambiate. Non abbiamo bagni e acqua corrente, usiamo ancora la paraffina per cucinare e le candele per farci luce".

Il quadro, insomma, resta preoccupante e in costante fibrillazione.

Ma tra la popolazione più anziana c'è chi ricorda periodi anche peggiori. "La nostra gente scappava nella notte - ricorda una signora - e i bianchi gli sparavano. Un uomo è morto nel mio giardino. Adesso però tutto va bene, perché queste cose non accadono più. Qui a Soweto adesso va al 100 per cento meglio".

I dati economici sembrerebbero confermare questo generale miglioramento delle condizioni di vita, ma, contemporaneamente, mettono chiaramente in luce le profondissime disuguaglianze. Che rendono ancora non realizzato il sogno della Nazione arcobaleno.

UCRAINA - Nuove sanzioni dal G7 contro Mosca. Vertice Renzi-Yatseniuk


Il premier ucraino a Roma, incontra anche Papa Francesco

Kiev, 26 apr. - Mentre la situazione in Ucraina orientale è sempre più tesa (13 osservatori Osce fermati venerdì dai separatisti filorussi), il G7 annuncia che saranno inasprite le sanzioni contro Mosca per colpire alte personalità russe del settore energetico e bancario, come hanno precisato gli Stati Uniti.

Le sanzioni potrebbero prendere di mira "individui che hanno influenza sull'economia russia, in settori come l'energia e le banche", ha detto il consigliere aggiunto per la Sicurezza nazionale americana, Ben Rhodes, parlando ai giornalisti a bordo dell'Air Force One durante il volo del presidente Barack Obama dalla Corea del Sud alla Malaysia. Le misure - ha aggiunto - potrebbero essere adottate "all'inizio della prossima settimana". Un'altra fonte Usa ha dichiarato alla France presse che le misure potrebbero essere decise già lunedì prossimo.

Rhodes ha parlato alla stampa dopo che i paesi del G7 - Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti - hanno annunciato l'adozione di nuove misure contro Mosca. Nella dichiarazione congiunta, le nazioni del G7 hanno affermato di aver "concordato di imporre in tempi rapidi ulteriori sanzioni contro la Russia".

Intanto il premier ucraino Arseny Yatseniuk è Roma. In mattinata ha incontrato a palazzo Chigi il presidente del Consiglio Matteo Renzi e successivamente sarà ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. Renzi incontrerà sabato anche altri due leader europei: il premier polacco Donald Tusk alle ore 18 e il premier francese Manuel Valls alle 20:30.

venerdì 25 aprile 2014

ITALIA - Berlusconi attacca Renzi. Il premier: calma e gesso


Italicum spiaggiata e se va avanti riforma Senato, non sarà costituzionale

Roma, 24 apr. - Silvio Berlusconi attacca il premier Matteo Renzi: sugli 80 euro del dl Irpef ("A me mai sarebbe stata consentita una mancia del genere a fini elettorali", ha detto durante Porta a Porta) ma anche sulle riforme oggetto del 'patto' con il premier, sia per il Senato sia per la legge elettoarale. Infatti "La legge elettorale per il momento è spiaggiata al Senato e se andrà avanti la riforma del Senato, difficilmente questa legge elettorale sarà costituzionale". Il leader di Forza Italia ha spiegato di aver avuto una conversazione con alcuni costituzionalisti che gli "hanno detto che, riferendosi a un sistema monocamerale, non può considerarsi costituzionale". Per questo, ha osservato, "dovremmo approfondire questo fatto e ne parleremo al Pd perché era un dubbio che non avevamo avuto". "I patti non erano questi, saggezza imporrebbe che si facesse prima la legge elettorale della riforma del Senato" ha aggiunto l'ex premier.

La reazione di Renzi è giunta in fretta: "Calma e gesso, sarà sempre più così in vista delle europee, sono fibrillazioni elettorali. Noi non rovesciamo il tavolo" avrebbe detto ai suoi il premier. Il ragionamento che trapela è che i sondaggi certo non aiutano Forza Italia e cresce anche nel Pd la voglia di accelerare.

Berlusconi da parte sua ha dato vita a uno show a tutto campo, dicendosi certo che se nelle "poche apparizioni televisive" che la par condicio gli consente riuscirà a toccare "il cuore dei moderati", potrà "superare il 25%" alle Europee.

Renzi è un "bravo" e simpatico "comunicatore" - ha affermato - ma si sta pian piano trasformando in un "simpatico tassatore perché quello che sta facendo è aumentare le tasse. "Con una mano dà 80 euro ad alcuni, con l'altra toglie la tredicesima ad altri". E ancora Il governo Renzi "non ha fatto nulla, Renzi ad oggi non ha portato a casa nulla, se poi il Capo dello Stato ha firmato la mancia allora porta a casa la mancia".

Durante la registrazione della puntata Berlusconi non ha risparmiato un attacco anche alla magistratura. Il leader di Fi ha ribadito infatti che la sentenza Mediaset è "assolutamente ingiusta", affermando anche che farà ricorso alla Corte di Brescia. Umiliato dai servizi sociali? "No - ha detto Berlusconi -, c'è stata una indignazione forte che mi ha fatto anche perdere il sonno, cosa che dura tuttora, per l'ingiustizia della sentenza Mediaset, una sentenza assolutamente ingiusta". "E chiederemo tra qualche giorno il ricorso alla Corte di Brescia", ha aggiunto.

Il leader di Forza Italia ha proseguito dicendo che affronterà "molto volentieri" i servizi sociali, perchè io "affronto tutte le situazione della vita con uno stato d'animo che deriva dalla mia serenità. Quando so di essere a posto, mi possono fare tutto quello che vogliono ma non mi scompongo".

Per quanto riguarda invece l'addio di Angelino Alfano e la nascita del Nuovo centrodestra, Berlusconi ha detto che gli ha provocato "più che un dispiacere, un dolore personale dato che in questi anni ho dato tanto senza chieder niente e nell'unico momento in cui ho chiesto qualcosa, loro hanno optato per il loro interesse pratico".

VATICANO- L'attico di Bertone: per guardarci meglio


E mentre sbarcano circa 800 migranti fra uomini donne e numerosi bambini, con l'impegno della Protezione civile  e la Polizia portuale a Pozzallo (Ragusa), mentre arrivano come da copione i tagli alle Università per 30 milioni subito e 45 milioni nel 2015 a finire così drammaticamente l'obiettivo di tutti i governi precedenti, cioè "La distruzione della conoscenza e del sapere in Italia", arriva una notizia da far accapponare la pelle.

L’ex segretario dello Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, prenderà possesso del suo nuovo mega appartamento personale.

Un super appartamento che con i suoi quasi 700 metri quadri può vantare una metratura d’eccezione, di gran lunga superiore ai già non modesti, almeno in quanto a dimensioni, appartamenti di tanti cardinali in Vaticano come nelle zone extraterritoriali di via della Conciliazione e di San Calisto.

Da notare che Papa Francesco e il suo segretario Paolin, risiedono in un bilocale e quando sono stati informati dell'accaduto volevano fermare tutto, ma purtroppo era troppo tardi.

E queste sono le cose che succedono solo in Italia dove la casta ecclesiastica monopolizza tutti i campi della politica e soprattutto la Scuola. Non a caso, proprio un altro Cardinale, Cardinal Bagnasco lanciò il suo anatema contro gli opuscoli contro l'omofobia che aiuterebbero tanti ragazzi non dico ad aprirsi, ma per lo meno a interrogarsi, darsi delle risposte, oppure a capire che l'omosessualità non è una malattia e nemmeno un reato; come ci hanno fatto intendere con delle uscite fuori luogo sia il condannato evasore a 4 ore alla settimana, e un latitante concusso con la mafia.

Dopo questa Settimana Santa dove Papa Bergoglio ha dimostrato che un Papa è un uomo, un uomo di fede e di carattere, che la sua empatia data a un semplice politico potrebbe farci incominciare a credere di nuovo in  ideali chiusi nei ricordi dove la dignità contava qualcosa, il Cardinal Bertone riesce così nel suo paradossale intento: farsi paragonare ad un semplice Presidente della Regione che con i nostri soldi  si compra preziose  mutande verdi.

Vorrei vedere il Cardinale mettere a disposizione il suo super-attico a quelle persone che in questa Pasqua non hanno mangiato, ai senza tetto, ai disoccupati, a quei profughi soprattutto siriani che scappano per non essere sbranati.

"Vergogna" ha detto Papa Francesco parlando dei barconi della morte , e spero lo dica quando vedrà il giocattolo di 700 mq di Bertone di cui non paga né ICI, né IMU, e tutto quello che paghiamo noi semplici uomini senza il dono dell'arroganza.

Pensi ad arredarsi il suo giocattolo e stia lontano dalla Scuola. Almeno quella pubblica, quella laica, dove siamo tutti uguali di fronte a qualsiasi Dio, qualsiasi scelta sessuale e politica.

La nostra scuola  che non si compra con ex-voti, offerte, o laute eredità, e così facendo sono felici di  tagliare fondi  per negare al nostro futuro di scegliere.

"Vergogna", adesso lo diciamo noi insegnanti della Scuola Pubblica, guardando questa Italia in cui le persone oneste non hanno di che mangiare e un Cardinale ci guarda dal suo super attico. Forse per osservarci meglio.

(Claudia Pepe)

RUSSIA - Putin: "Internet è un progetto della Cia"


Presidente russo ha messo in guardia contro le ricerche su Google


San Pietroburgo, 24 apr.- "Internet è un progetto della Cia": lo ha detto parlando con un gruppo di giovani giornalisti ad un forum sui media da San Pietroburgo il presidente Vladimir Putin che ha anche esortato i russi a non fare ricerche su Google.

"E' così che stanno le cose. E' così che è stato organizzato dagli americani. Sapete tutto questo è cominciato all'inizio di Internet come uno speciale progetto della Cia. E le cose non sono cambiate", ha detto Putin in un intervento alla televisione. Rispondendo ad una domanda di un giovane blogger pro-Cremlino, Putin ha anche messo in guardia dalle ricerche su Google: "Vanno tutte a finire nei server americani. Tutto è monitorato da lì"

RUSSIA - in Ucraina siamo costretti a reagire


Al via "esercitazione militare"


Mosca, 24 apr. - Le autorità ucraine "hanno dato il via libera all'uso della forza contro i civili" nell'Est del Paese, ha detto il ministro della difesa russo Sergej Shoigu, specificando che "siamo costretti a reagire a questa situazione" e annunciando nelle zone di frontiera una esercitazione militare di alcuni battaglioni. "Se oggi non si ferma la macchina da guerra, porterà a molti morti e feriti", ha aggiunto.

In precedenza c'era già stato il monito di Mosca all'Ucraina: se Kiev ha usato l'esercito contro la popolazione del proprio Paese, questo è un reato molto grave. Lo ha detto Vladimir Putin dopo l'attacco delle forze ucraine a Svlaviansk.

Intanto si aggrava il bilancio delle vittime dell'attacco lanciato dalle forze regolari ucraine contro i miliziani filorussi a Slavyansk, la città dell'est dell'Ucraina diventata epicentro della sommossa pro-Mosca. Secondo il ministero dell'Interno di Kiev, i morti nell'attacco a tre checkpoint dei filorussi sono cinque.

Secondo il ministero, tutti i morti nei combattimenti sono miliziani filorussi, che Kiev definisce "terroristi". "Durante gli scontri, fino a cinque terroristi sono stati eliminati", si legge nel comunicato di Kiev. "Un soldato (delle forze regolari, ndr.) è rimasto ferito". Il ministero dell'Interno ha inoltre chiarito che tre barricate a Slavyansk sono state "distrutte".

Stamane, blindati delle forze regolari ucraine sono entrati a Slavyansk, epicentro della rivolta separatista filorussa dell'est Ucraina.

Un portavoce dei separatisti ha annunciato che è stato ordinato ai civili di lasciare il municipio della città.

Il personale civile presente nell'edificio municipale di Slavyansk "ha ricevuto l'ordine di lasciare" lo stabile, ha dichiarato Stella Khorocheva, portavoce del leader separatista filorusso Vyacheslav Ponomarev. "Gli uomini armati che assicurano la difesa del municipio restano sul posto", ha aggiunto.

giovedì 24 aprile 2014

ITALIA - Il politico in Italia ? Un mestiere facile


Qualche giorno fa ho sentito un giovane ministro in tv fare questa affermazione a proposito di un politico del suo partito: "Mi ha insegnato il mestiere .... ". Sono rimasto sconcertato da questa dichiarazione e dalla indifferenza del giornalista che ha lasciato scivolare via questa frase come se niente fosse.

E' lo specchio del quadro politico italiano da qualche anno a questa parte: non si fa politica per passione ma come se fosse un vero e proprio mestiere, arrivando a ricoprire certe cariche importanti e delicate come quella per esempio di ministro non per capacità ma soprattutto per essere nelle grazie del presidente del consiglio di turno, che sia Berlusconi, Monti, Renzi o altri ha poca importanza.

Una volta si faceva la gavetta iniziando a ricoprire il ruolo di garzone della sezione del partito, poi magari si ricopriva qualche incarico nella sezione giovanile, poi nella sezione di quartiere .... e così via fino ad arrivare magari ad incarichi nazionali ed essere inseriti in qualche lista elettorale.

Se non avevi passione per la politica sicuramente non potevi continuare per quella strada che era tutt'altro che facile.

Oggi invece il politico è considerato un mestiere e lla più diretta conseguenza sta nel fatto che arrivano a ricoprire incarichi politici anche di rilevanza personaggi totalmente senza esperienza politica e incompetenti.

Si perché al mestierante della politica non si richiede professionalità come per qualsiasi altro lavoro, ma semplicemente il politico di oggi deve far "rumore" lanciare affermazioni e parole d'ordine senza poi che qualcuno chieda spiegazioni o dettagli sulle sue proposte. Il condannato ha vinto elezioni politiche con questo sistema, abbassare le tasse, posti di lavoro, più giustizia per tutti e via dicendo senza mai che desse qualche spiegazione sul come ottenere questi obiettivi.

Oggi, in vista delle elezioni europee, il gioco si ripete e mentre da una parte c'è chi spara a zero sull'europa (euro moneta criminale, via dall'euro, il fiscal compact ci obbligherà a versare 50 miliardi l'anno, etc.), dall'altra c'è chi la difende a spada tratta promettendo di cambiare l'Europa dal dentro.

Ma nè gli uni nè gli altri forniscono spiegazioni in merito alle motivazione di quanto sostengono.

Qualcuno di coloro che sostengono la necessità di uscire dall'euro spiega forse come sarà possibile e dimostra le conseguenze di una tale scelta ? Assolutamente no oltre ad affermare euro moneta criminale non si va.

Qualcuno di coloro che fanno parte di una forza che a malapena raggiungerà il 4%, la soglia minima per entrare nel parlamento europeo, ci dice come intende cambiare l'europa, con quali forze e in che modo ? Ancora assolutamente no. In sostanza una politica approssimativa fatta esclusivamente di slogan e non di progetti e programmi realmente realizzabili.

Oggi poi abbiamo altri due maestri in questo spettacolo: Renzi e Grillo.

Antipolitico

ITALIA - Governo, Berlusconi attacca Renzi


Silvio: «Con la riforma del Senato, Italicum incostituzionale». E sul premier: «Simpatico tassatore». Condanna «ingiusta».

24 Aprile 2014 - Matteo Renzi? «Un simpatico rottamatore che si sta trasformando in un simpatico tassatore».
Così Silvio Berlusconi ha attaccato il premier a Porta a Porta sul decreto Irpef. «Per dare 80 euro, Renzi deve trovare dei fondi: sono 830 milioni di euro al mese. Ma ha mantenuto la tassa sulla casa e il prossimo anno gli italiani pagheranno 32 miliardi. E sui risparmi e i depositi ha aumentato il prelievo fiscale dal 20 al 27%».
«MANCIA ELETTORALE». Con una mano, quindi, Renzi darà 80 euro, «ma per tutti gli altri sparisce la 13esima. A me non sarebbe mai stata consentita una mancia del genere per fini elettorali», ha aggiunto.
PATTO CON RENZI IN BILICO. Il leader di Forza Italia ha anche dato un colpo al patto del Nazareno sulle riforme: «Per il momento la riforma della legge elettorale è spiaggiata in Senato», ha detto. «Se poi andrà avanti la riforma di Palazzo Madama, credo che difficilmente l'Italicum potrà essere costituzionale». Sul Senato non elettivo «non c'è nessun impegno da parte nostra» e il voto prima del 25 maggio è da escludere. «La riforma, così, non è votabile perché non è accettata neppure all'interno dello stesso Pd».
ITALICUM A RISCHIO. Berlusconi ha spiegato che alcuni costituzionalisti gli avrebbero detto che, «riferendosi al sistema monocamerale, l'Italicum non è costituzionale. Io penso che noi dovremo approfondire questo fatto, è un dubbio che prima non avevamo avuto».

L'addio di Alfano? «Un dolore personale»


L'ex Cavaliere ne ha avute anche per l'ex delfino Angelino Alfano, ora leader del Nuovo centrodestra: «Un dolore personale», si tratta di persone «alle quali in 20 anni ho dato tutto quello che potevo senza mai chiedere niente».
Nelle settimane della decadenza, «nel momento in cui avevo bisogno di essere sostenuto, Alfano e tutti coloro che sono usciti da Forza Italia non sono intervenuti».
«IL 46% DEI GRILLINI DISGUSTATI». Poi una stoccata al Movimento 5 stelle: «Il 46% di chi ha votato Beppe Grillo è deluso e qualche volta anche disgustato sia dai parlamentari sia dal loro comportamento. Se a questo 46% si può offrire qualcosa di solido, di veramente positivo per il futuro, è possibile recuperare voti».
SÌ AL RITORNO ALLE URNE. Sulla possibilità di tornare subito alle elezioni, Berlusconi ha chiosato: «Assolutamente sì in questa situazione, perché sono state obliterate tutte le regole democratiche».

Condanna nel processo Mediaset «ingiusta»


Il leader di Forza Italia ha quindi usato il 'salotto' di Bruno Vespa per contestare la sentenza di condanna nel processo Mediaset, definita «assolutamente ingiusta».
«C'è indignazione forte», ha aggiunto, mentre è previsto per lunedì 28 aprile il suo debutto come volontario alla Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone per i servizi sociali.
IL CAV GIARDINIERE. «È una grande struttura, ho visto le foto dei giardini che sono molto grandi, li ci sarà molto da fare per chi ama la natura come me», ha spiegato. Per quanto riguarda gli anziani «potrò dialogare con loro di politica e argomenti culturali e storici, ma anche fare cose più umili, non sono spaventato, spero di portare conforto morale e non solo».