Il nuovo slogan del
presidente del consiglio è "La sinistra che non cambia diventa
destra", un concetto che tenta di spostare l'attenzione dai disastri che
sta combinando il governo Renzi proprio in merito alle riforme. A questo grido
di battaglia risponde il produttore di battute e metafore per antonomasia,
PierLuigi Bersani, tornato in piena attività politica dopo i problemi di salute
degli ultimi mesi. E Bersano risponde a Renzi con: "Ci vuole lo stesso
tempo a fare la cosa giusta o la cosa sbagliata".
Ecco lo scontro politico
si può riassumere in queste due battute.
Da un parte in
giovanotto che parla di sinistra senza mai essere stato di sinistra, che pensa
sia sufficiente sfornare riforme e cambiamenti per essere considerato un
riformista ed un uomo di sinistra, dall'altra un politico sano e pulito che sa
benissimo che non basta una riforma per essere considerato uomo di sinistra e
che quello che conta sono i contenuti.
Le riforme dell'ex
sindaco di Firenze hanno molto poco di sinistra e sarebbe sufficiente a
dimostrarlo il fatto che sono concordate con un pregiudicato, protettore dei
mafiosi, per avere qualcosa di più che un semplice dubbio. Poi ci sono i
contenuti, che sono quelli che contano, a spostare completamente a destra le
riforme che si stanno mettendo in atto.
Mettendo insieme legge
elettorale, riforma del senato, riforma delle province stiamo andando verso uno
stato dove il cittadino avrà sicuramente meno peso sulla democrazia.
Il cittadino consegnerà
tutto il sistema ad una formazione politica che nella migliore delle ipotesi
con 37% dei consensi nel paese si prenderà tutto mettendo all'angolo qualsiasi
tipo di opposizione.
Con questa percentuale
minoritaria la formazione politica si prenderà più del 50% dell'una camera
elettiva e poi deciderà tutto il resto: Presidente della Repubblica,
composizione del Senato, Corte Costituzionale e via dicendo.
Stessa situazione per le
province la cui composizione, dopo la semplice trasformazione nel nome, sarà
scelta dai sindaci e consiglieri comunali pur mantenendo delle competenze
decisionali per la vita dei cittadini.
Se ancora si ha una
minima idea di che cosa possa significare destra o sinistra (concetto ormai
oscuro ai più purtroppo ... Renzi compreso) queste sono riforme di destra
perchè tolgono potere al cittadini che si troverà ad essere givernato da
persone scelte da altri, il contrario della democrazia.
Renzi usa la stessa
tecnica del condannato per distrarre i cittadini dalla sostanza della sua
azione politica, la battuta urlata, in maniera più educata e meno volgare del
condannato stesso, ma con lo stesso obiettivo.
Altro grido di battaglia
di questi giorni "Combatteremo in maniera violenta la burocrazia"
come se la burocrazia fosse un mostro a due teste che vive di vita propria.
La burocrazia è figlia
di due genitori che si chiamano: troppe leggi e leggi confuse. La burocrazia si
è sviluppata in Italia a causa dell'incapacaità della classe politica di
sfornare leggi adeguate, non superflue e soprattutto non interpretabili.
Qualsiasi legge in
Italia può affermare un principio e l'esatto contrario dello stesso ed è
interpretabile come minimo in tre modi diversi.
La burocrazia si
sconfigge in un solo modo: semplificando e sfrondando il sistema legislativo.
La burocrazia è figlia della politica italiana e lottare contro la burocrazia
significa per il politico lottare contro se stesso.
Ma a giudicare
dall'incompetenza ed "ignoranza" politica per esempio di molti nuovi
ministri appare ardua questa lotta senza quartiere annunciata dal Renzi
pensiero.
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