Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


lunedì 14 aprile 2014

ITALIA - Laicità sotto attacco: è tempo di reagire

L'elezione di Bergoglio e la fine del ventennio berlusconiano hanno annacquato lo sdegno dei laici, sebbene sul fronte dei dei diritti non sia cambiato nulla.

L'Italia non è un paese laico, malgrado la Costituzione; su questo non ci piove, lo sanno anche i sassi ed è sempre stato così. Ma da un po' di tempo a questa parte, siamo peggiorati di parecchio: non si riesce ad aprire i social o leggere i giornali senza prendersi un pugno nello stomaco. Almeno quelli, si intende, che hanno a cuore la laicità e non come attrezzo retorico ottocentesco, ma come ideale per una società giusta, sulla strada verso il progresso civile. Qualcosa di molto concreto, a dispetto delle apparenze.

Una classe politica allo sbando, indifferente al cambiamento della società ma non allo scambio tra i diritti dei cittadini e qualche pacchetto di voti (con benefit annessi) che i potentati storici possono garantire, da sempre eterodiretta se si parta di "temi etici" e libertà individuali, sta producendo - quanto meno non ostacolando - il virulento ritorno della peggiore omofobia, l'attacco ora sotterraneo ora palese alla libertà delle donne, la confessionalizzazione sempre più evidente della scuola pubblica. Ed è solo qualche esempio.

In questo, la politica trova una sponda perfetta in una Chiesa che continua a godere di una valanga di privilegi e a restare invece impunita nello scandalo vergognoso della pedofilia di parecchi suoi ministri (scandalo del quale solo in Italia non si parla, grazie all'"omertà" dei media), agevolata dall'elezione di Bergoglio al soglio pontificio, una grande operazione di marketing che ha le portato un consenso sproporzionato alla sostanza dei fatti. Un pontificato beffardo e un papa che fa il simpatico ma non ha cambiato tutto questo di una sola virgola è solo una sciagura per i liberi pensatori.

Se esistesse davvero qualcosa come la coscienza pubblica, al netto degli ultras del cattolicesimo, avrebbe l'elettroencefalogramma piatto: una invasione così prepotente nella nostra vita e nessuno reagisce se non pochi volenterosi attivisti laici. Troppo poco. Se ci rubassero la macchina o ci svaligiassero la casa tutti ci arrabbieremmo a morte, invece ci rubano la libertà nemmeno ce ne accorgiamo. E' stupefacente e meriterebbe ben altra reazione.

Ecco dunque un compitino per laici e associazioni laiche, da svolgere velocemente, perché di tempo ce ne è poco: servono idee pratiche e concrete (niente speculazioni inconcludenti e voli pindarici) per raggiungere e interessare gli indifferenti e mobilitare quelli già consapevoli ma scoraggiati. Parlare a tutti, uscire dal piccolo circolo dei "laici di professione".

Bisogna risvegliare le coscienze anestetizzate. E poi bisognerà mostrarsi, e mostrarsi uniti; bisognerà fare numero, scendere in strada e farsi vedere, riempire le piazze, fare rumore. Coinvolgere anche i "cattolici adulti", perché anche a loro magari interessa non vedere più la religione brandita come una clava ideologica contro chi non si conforma alla dottrina e al potere temporale della Chiesa, il loro dio usato come strumento di oppressione e per la ricchezza di pochi.

Creare un movimento d'opinione, una lobby (uguale e contraria a quella dei cattolici oltranzisti) in grado di avere un peso sulla scena politica e sociale e di durare nel tempo, un presidio permanente e ben visibile in difesa della laicità.

Quanto meno, a breve termine, serve una proposta per una manifestazione unitaria che vada ben oltre, per esempio, i piccoli numeri del "Coraggio laico", fin troppo timida risposta al famigerato Family day di qualche anno fa. Bisognerà, al limite, anche turarsi il naso e accogliere nelle proprie file quei soggetti - sindacati, partiti, altre associazioni - che su questi temi hanno spesso barcollato (quando se ne sono interessati).

La secolarizzazione della società non ha mai frenato l'assalto di clero e clericali al Palazzo. Ecco perché si deve andare al mercato della politica con un pacchetto di voti potenziali che sia davvero interessante.

E' vero, si fa presto a parlare, ed è vero, le difficoltà sono enormi: superare i narcisismi tipici di troppi ambienti di "sinistra" e laici, anzitutto. E questo è l'ostacolo maggiore, storicamente, il punto da cui partire per ottenere visibilità, interessare l'opinione pubblica in una congiuntura economica e sociale difficile come questa. Ma se non altro adesso gli stimoli sono grandi, perché il pericolo è grande: il crescere in numero e baldanza dei reazionari, estremisti cattolici e fascistoidi è sotto gli occhi di tutti. Come nella Resistenza durante la guerra, si deve accantonare ogni divisione, ogni massimalismo, ogni snobismo intellettuale, nell'interesse generale. Non c'è più tempo.

Dunque, sotto con le idee.


Alessandro Baoli

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