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sabato 26 aprile 2014

SUDAFRICA - 20 anni dopo Apartheid ancora povertà e disuguaglianze


Situazione molto difficile, tra i giovani neri molta rabbia


Johannesburg - Sono passati 20 anni dalle storiche e memorabili giornate che segnarono la fine dell'Apartheid in Sudafrica, in concomitanza con l'elezione di Nelson Mandela a presidente della Repubblica.

Due decenni nei quali il Paese ha fatto molti passi avanti, ma anche ha dovuto scontrarsi con le persistenti disuguaglianze sociali, che oggi alimentano la rabbia e le proteste dei giovani neri delle township.

"Dobbiamo farlo - spiega un ragazzo - non abbiamo scelta. Se il governo non è pronto ad ascoltarci, allora magari la violenza li obbligherà a farlo".

Per molti neri la vita negli slum suburbani è una scelta obbligata, perché sono semplicemente troppo poveri per poter andare altrove, e le città dove vive la minoranza bianca sembrano un miraggio. "Qui - spiega un abitante di Soweto, township di Johannesburg - non conosciamo la libertà. Le nostre vite non sono cambiate. Non abbiamo bagni e acqua corrente, usiamo ancora la paraffina per cucinare e le candele per farci luce".

Il quadro, insomma, resta preoccupante e in costante fibrillazione.

Ma tra la popolazione più anziana c'è chi ricorda periodi anche peggiori. "La nostra gente scappava nella notte - ricorda una signora - e i bianchi gli sparavano. Un uomo è morto nel mio giardino. Adesso però tutto va bene, perché queste cose non accadono più. Qui a Soweto adesso va al 100 per cento meglio".

I dati economici sembrerebbero confermare questo generale miglioramento delle condizioni di vita, ma, contemporaneamente, mettono chiaramente in luce le profondissime disuguaglianze. Che rendono ancora non realizzato il sogno della Nazione arcobaleno.

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