Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 20 dicembre 2012

PAKISTAN - Vaccini, la guerra del Pakistan

La poliomielite minaccia 240 mila bimbi. Ma i talebani fanno strage di medici. Temono un'operazione Cia anti-terroristi.

di Michele Esposito

In ballo c’è l’incolumità di centinaia di migliaia di bambini: 240 mila solo nell’area più a rischio. Potevano essere messi in salvo semplicemente con un vaccino anti-poliomielite. Ma in Pakistan, la follia cospiratrice che attraversa alcune fette della popolazione locale rischia di far saltare tutto.
Il 18 e 19 dicembre si è scatenata una vera e propria ondata di attacchi contro i volontari della campagna dei vaccini anti-polio messa in campo dal governo pachistano assieme all’Unicef e all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
IN PAKISTAN LA POLIOMIELITE UCCIDE. Una campagna necessaria perché il Pakistan è, con Afghanistan e Nigeria, uno dei soli tre Paesi al mondo dove permane la malattia, gravissima e altamente contagiosa, che può portare rapidamente alla paralisi e alla morte.
«Con la copertura del polio, stai cercando al Qaeda in casa mia?», è stata una delle risposte più gentili che i volontari si sono sentiti rispondere dagli uomini locali.
OTTO MORTI E DIVERSI FERITI. A qualcuno, però, è andata peggio: otto sono morti e diversi sono stati feriti. Così, la campagna anti-polio è stata cancellata. E senza vaccino troppi bambini sono a rischio.
L’operazione prevedeva il vaccino di 5 milioni di bimbi in tutto il Paese. Ma sin dalle prime battute, i volontari hanno dovuto far fronte a minacce e attacchi mortali di ignoti assalitori, probabilmente da ricondurre alle aree più radicali dei musulmani pachistani.

Volontari uccisi dalle tribù legate ai talebani


Il 18 dicembre, nel giro di poche ore, quattro volontarie sono state uccise barbaramente con diversi colpi di pistola a Karachi, del Sud del Paese, dove il giorno prima un altro infermiere era rimasto ucciso. Mentre una volontaria 17enne è stata freddata a Peshawar, capitale della provincia di Khyber Pakhtunkhwa e porta d’accesso per le aree tribali del Nord Ovest ancora legate ai talebani e ad al Qaeda.
Ma la strage dei volontari anti-polio è continuata anche il 19 dicembre, con l’uccisione di una responsabile locale della campagna e del suo autista nei pressi di Peshawar e l’assalto a un altro volontario in un villaggio vicino, ora in fin di vita.
Gli attacchi sono stati diversi in tutto il Paese e alla fine tutti i volontari sono stati richiamati dall’Oms e dal governo, sorpreso dal numero e dalla violenza degli assalti anche nelle aree lontane dalla zona ad influenza talebana.
IN ESTATE PROTESTA CONTRO I DRONI. Perché è soprattutto in quest’ultima regione, e in particolare nella provincia del Waziristan, che Islamabad sapeva di andare incontro alla reazione locale.
Già in estate, un leader tribale del Nord del Waziristan aveva lanciato un inaudito ricatto, vietando una campagna di vaccinazione per protestare contro i droni americani.
A queste latitudini sono in tanti a credere infatti che dietro la campagna contro la polio ci sia in realtà un’operazione di intelligence simile a quella messa in campo per scovare il covo di Osama bin Laden ad Abbottabad.
LA FALSA CAMPAGNA CONTRO BIN LADEN. In quell’occasione, infatti, il fisico pachistano Shakil Afridi era stato arruolato dalla Cia per organizzare una piccola campagna di vaccini (non anti-polio) e prelevare così il Dna della famiglia bin Laden.
Afridi è stato condannato a 33 anni di carcere per tradimento, ma gli effetti della sua operazione tardano ad attenuarsi. «La campagna anti-polio era già controversa, ma il coinvolgimento di Afridi nella morte di bin Laden ha portato ulteriori problemi», ha ammesso un medico impegnato nella nuova campagna.
Dopo il blitz del 2 maggio 2011 «la gente ha cominciato a dire cose strane», gli ha fatto eco Shazia Khan, infermiera di Mardan, nel Nord Ovest del Paese, dove non di rado si è vista chiudere la porta in faccia da famiglie che pensano stia cercando, con la copertura della vaccinazione, un nuovo nascondiglio dei terroristi.

Nessuna rivendicazione per gli ultimi attacchi


Gli attacchi delle ultime ore, tuttavia, non hanno trovato ancora alcuna rivendicazione.
Un portavoce dei talebani pachistani, che pure nei mesi scorsi avevano invitato i volontari a non lavorare con gli «infedeli», ha negato ogni responsabilità. E non è da escludere che a condurre gli assalti sia stata la stessa popolazione civile, ancorata ad assurde credenze popolari.
Come quella secondo cui i vaccini sono strumenti per indebolire la tempra e la fedeltà dei musulmani, pilotandoli verso i peccati occidentali. O ancora, come quella che imputa alla profilassi conseguenze irreparabili sulla fertilità e che ha già indotto diversi leader religiosi locali a lanciare la ‘fatwa’ contro il vaccino anti-polio.
VITA DIFFICILE PER LA VACCINAZIONE. «Non ho mai lasciato che i miei bambini ingerissero le gocce del vaccino e loro sono più forti che mai. Queste sporche gocce hanno preso la vita di bin Laden», ha affermato al quotidiano americano The Daily Beast Azhar ul-Haq, padre di otto figli che, probabilmente, resteranno vulnerabili alla malattia.
Anche perché, sebbene il presidente pachistano Asif Ali Zardari abbia condannato gli attacchi aprendo un’inchiesta sui colpevoli, le campagne anti-polio sono destinate a una vita difficile.
ALLARME PER 240 MILA PERSONE. L’allarme, tuttavia, resta. Solo nel Waziristan il virus nel 2011 ha colpito 198 persone, un record negli ultimi 10 anni.
Nei primi 10 mesi del 2012 il numero era sceso a 56, concentrati soprattutto nel Nord Ovest del Paese. Laddove l’ignoranza e la follia talebana continuano a mettere a repentaglio la vita di migliaia di bambini.

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