Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 13 dicembre 2012

ITALIA - I soldi del sindacato

Dopo lo scandalo dei due immobili e dei 500.00 euro che ogni anno l’ILVA dava (o da ancora) ai tre sindacati CGIL, CISL e UIL, e che i rappresentanti locali non hanno saputo giustificarne l’uso, e pare non sia l’unico caso in Italia, ci si pongono due domande: ma quanto incassano i sindacati all’anno e perché non sono tenuti a presentare bilanci?

Le fonti di finanziamento del sindacato sono molteplici e poco trasparenti. Così come poco trasparenti sono i loro bilanci, dal momento che non esistono i "bilanci consolidati” delle confederazioni.
Alcune di queste fonti possono essere considerate un vero e proprio finanziamento pubblico. Tra queste:

Finanziamento ai patronati (nella maggioranza di derivazione sindacale): 260 milioni dall’ INPS, cui si aggiungono milioni dall'INPDAP e 15 milioni dall'INAIL.

Finanziamento ai CAF (Centri di Assistenza Fiscale). Ai CAF è stato assegnato il monopolio del visto di conformità delle dichiarazione dei redditi semplificate, quelle rese con il Modello 730.
I CAF ricevono una "tariffa" di circa 12 euro per ogni dichiarazione compilata. Su un totale di circa 7 milioni di 730 si arriva a 84 milioni di euro. (Per ogni dichiarazione 730 che necessariamente passa attraverso di loro, i CAF ricevono direttamente come sottoscrizione volontaria del contribuente un contributo medio di circa 25 euro, per un totale di 175 milioni).

A questo si aggiungono i finanziamenti ai CAF da parte dell'INPS per il calcolo dell' ISE (Indicatore della Situazione Economica) e dell' ISEE (Indicatore Situazione Economia Equivalente) necessari alle famiglie che hanno diritto alle prestazioni sociali. Si tratta di altri 45 milioni circa su base annua. Sempre l' INPS eroga ai CAF contributi per 60 milioni di euro per le dichiarazioni dei redditi dei pensionati.
A parere delle organizzazioni sindacali, i CAF non sono fonte di reddito, cosa poco credibile, è certo, però, che attraverso questi centri i sindacati mantengono rapporti con i propri iscritti a spese dell'Inps e, quindi, con soldi che escono dalle tasche dei contribuenti: perché continuare a mantenere in vita tali centri?

Un'altra fonte di finanziamento pubblico del sindacato è quella rappresentata dai distacchi sindacali e dai permessi retribuiti. I distaccati (sono alcune migliaia) presso il sindacato conservano lo stipendio pubblico comprensivo dei "premi produttività", che non sono su base individuale. Nel 1995 il costo dello Stato per i distacchi e i permessi sindacali era equivalente a 200 milioni di euro: non vi è ragione di ritenere che oggi sia inferiore.
Nel caso di dirigenti in aspettativa sindacale i contributi previdenziali sono considerati figurativi e posti a carico del sistema.

Questi i finanziamenti pubblici in senso stretto.

L'INPS, poi, garantisce al sindacato un flusso annuo di circa 372 milioni per le quote associative dei pensionati, trattenute direttamente sulle pensioni con il meccanismo della delega di carattere permanente (salvo revoca), nonchè a titolo di ritenute sulle prestazioni.

Infine, attraverso il meccanismo della trattenuta in busta paga, assicurato dai contratti dopo che il referendum del 1995 aveva cancellato l'obbligo di legge per le imprese, ai sindacati arriva una cifra stimabile (prudenzialmente) in almeno 600 milioni di Euro.

Si rammenti altresì che lo Statuto dei lavoratori riconosce ai sindacati ampie prerogative (assemblee retribuite, permessi sindacali per partecipare alle riunioni degli organi dirigenti, sedi, diritto di affissione) in base alle quali l'attività sindacale si svolge praticamente a carico dei datori di lavoro.

Certi privilegi andrebbero cancellati. Perché continuare a far sedere questi signori nei consigli di amministrazione dell'Inps?
Perché continuare a foraggiare queste organizzazioni che investono soldi in cortei, bandiere, trasferte e propaganda consentendo loro di comportarsi come un partito pur non avendo nessun mandato popolare? Il sindacato è forza contrattuale non un partito.
Cosa e chi tentino di rappresentare oggi le costose e potenti burocrazie sindacali, oltre che sé stesse, è veramente difficile da capire; l'unica certezza è che non rappresentano più lavoratori.

(Fonte Libero - Manuali di Conversazione politica)

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