Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


giovedì 20 dicembre 2012

Italia - Monti lancia il manifesto. Un futuro centrista.

Deciso il programma. Poi le liste. L'annuncio il 23 dicembre, ma potrebbe non candidarsi lui. Il Cav va in guerra col centro.

Presentare un 'manifesto' programmatico intorno al quale raggruppare partiti, movimenti e personalità politiche che sostengono Mario Monti; successivamente sciogliere il nodo sulle modalità della discesa in campo: lista unica o “federazione”.
PRESTO L'ANNUNCIO. È questa la road map su cui, secondo diverse fonti, sta ragionando il capo del governo in vista di un suo (ancora non annunciato) coinvolgimento nella campagna elettorale.
Il presidente del Consiglio, hanno spiegato fonti che hanno potuto parlare con lui, «è intenzionato a presentare agli italiani un 'manifesto' che di fatto sarà il programma di governo».
SABATO O DOMENICA. L'annuncio, è spiegato, dovrebbe essere fatto durante la conferenza stampa di fine anno, che dovrebbe slittare di uno, massimo due giorni.
Come ha fatto capire il ministro Riccardi, sabato 22 o domenica 23 dicembre.
Casini è stato il più esplicito: «In cuor suo ha deciso», ha detto il leader Udc che poi, su richiesta del Professore, ha corretto il tiro: «Deciderà».
RELAZIONI DEI MINISTRI. Il premier, giorni fa, ha chiesto ai singoli ministri di preparare delle relazioni in cui ricordare cosa è stato fatto, ma anche cosa resta da fare.
E proprio ciò che per varie ragioni, politiche e di tempo, non è stato possibile realizzare durante l'anno di governo formerà la base del programma elettorale.
E solo chi aderirà integralmente al manifesto potrà avere un ruolo nell'operazione 'politica' del Professore.
IL NODO: CANDIDARSI O NO? Nessuna schiarita, invece, sulle modalità tecniche della discesa in campo. L'argomento, secondo diverse fonti, è stato affrontato nell'incontro che il premier ha avuto a Palazzo Chigi con Montezemolo, Casini, Cesa e Riccardi.
Ma il nodo non sarebbe stato sciolto.
IPOTESI APPOGGIO ESTERNO. Secondo rumor, il Prof potrebbe defilarsi e non candidarsi in prima persona, rilanciando la sua agenda e garantendo solo un appoggio esterno.
Si ragiona ancora però sull'idea di una lista unitaria 'pro-Monti' anche alla Camera (al Senato la scelta appare ormai obbligata) dove far confluire tutti i soggetti politici interessati.
ALTRIMENTI UNA FEDERAZIONE. L'alternativa è una sorta di federazione in cui le singole anime sarebbe unite dall'agenda comune e dal sostegno a Monti a Palazzo Chigi. Al momento appare invece tramontata l'ipotesi di una candidatura diretta dello stesso premier alla Camera, in considerazione del fatto che Monti è già senatore a vita

Fini, Montezemolo, Olivero, Dellai, Giannino: via al toto-nomi

Di certo così l'hanno spuntata i moderati, e non nell'ottica del rassemblement auspicato da Silvio Berlusconi.
Anche Gianfranco Fini, che pure non ha partecipato al vertice per motivi istituzionali, ha poi sentito il premier e ha avuto un lungo colloquio con Luca Cordero di Montezemolo.
OLIVERO (ACLI) IN CAMPO. I nomi cominciano a emergere: Andrea Olivero - uno dei fondatori del movimento animato da Montezemolo, Riccardi e Dellai - ha rassegnato le dimissioni dalle Acli: «Il mio percorso personale mi porta ad assumere il rischio di un impegno diretto in politica».
Si candiderà, così come farà Dellai, mentre è ancora titubante Montezemolo che ha sempre precisato di non volere sedere in parlamento.
Riccardi, invece, ha detto di non ambire a un posto nel futuro governo.
'FERMARE IL DECLINO' È UN PARTITO. Ha lanciato invece la sua lista Oscar Giannino, e 'Fermare il declino' è diventato un partito.
Ora tocca al Prof e al suo discorso nel week end: «Monti sente che l'opera di cambiamento iniziata è incompiuta. Si difenderà anche dall'accusa di aver fatto solo una politica di rigore. È attento, ma ha anche paura visti i messaggi sulla moralità della sua candidatura che sono arrivati», ha spiegato Riccardi.
I moderati prendono forma, con buona pace del Cavaliere.
 

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