Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 3 dicembre 2012

CINA e RUSSIA provano a frenare il web

Conferenza dell'Itu aperta a Dubai.

Fino al 14 dicembre si svolgerà la Conferenza Mondiale dell’Itu (International Telecommunication Union). Sul tavolo si discutono i trattati che regolano il flusso dell’informazione mondiale, per l’Italia c’è il ministro Passera
Cina e Russia da una parte, l'Occidente dall'altra. In gioco c'è la libertà d'espressione e dell'informazione su internet, ma anche altri interessi non meno importanti da bilanciare, come la cybersicurezza e il rispetto della privacy.
Si è aperta con questi presupposti, la mattina del 3 dicembre, la Conferenza mondiale dell'International telecommunication union (Itu), l'agenzia dell'Onu che ha il compito di stabilire gli standard delle comunicazioni globali.
PREVERTICE A BAKU. Preceduto da un prevertice a Baku, l'incontro di Dubai deve dirimere importanti questioni e mediare tra le posizioni diverse di quella che si configura come una vera e propria guerra fredda del web, tra blocco Occidentale da una parta, e Russia e Cina dall'altra.
Perché da Mosca e Pechino hanno già fatto sapere di voler puntare forte sulla cybersicurezza, inasprendo vincoli e controlli. Ed è logico pensare a possibili ricadute, non necessariamente involontarie e accidentali, sulla libertà d'espressione.
La posta in gioco è altissima, perché sul tavolo ci sono i trattatati che regolano il flusso dell'informazione mondiale, da rinegoziare per la prima volta dal 1988.
LA GERMANIA CONTRARIA A RUSSIA E CINA. Tra i più forti oppositori del blocco orientale, insieme agli Stati Uniti, c'è la Germania, che ha pubblicato un documento con il quale il governo federale di Berlino si oppone a qualsiasi limitazione dell'uso della rete.
Per l'Italia, all'incontro, è presente una delegazione guidata dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Ad avvertire tutti dell'importanza che la rete rimanga accessibile a tutti, è stato il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon. «Il nostro obiettivo deve essere quello di assicurare l’accesso all’informazione e alla comunicazione anche a quei due terzi della popolazione che non sono online», ha detto.
Per questo chi opera nel settore deve «agire in modo trasparente, democratico e inclusivo».

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