Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 6 dicembre 2012

ITALIA - I neonazisti di Alba Dorata sbarcano in Lombardia

Alle regionali del prossimo marzo si presenterà la nuova lista di estrema destra xenofoba, modellata su quella greca. Raccogliendo e amplificando l'eredità leghista.

Morto un papa se ne fa un altro, recita un vecchio adagio che a onor del vero si adatta benissimo a tutte le situazioni, incluse le meno confessionali. È il caso delle manie di separatismo che in Lombardia hanno sempre riscosso un certo consenso. Defunta la Lega, schiacciata dal suo stesso ridicolo apparato che di fronte agli scandali si è rivelato in tutta la sua tragicomicità, ecco che dalle sue ceneri rinasce un partito che ne coglie l'eredità. Ma stavolta il verde dei pascoli montani lascia spazio ad un più elegante e urbanizzato nero.
In Lombardia è infatti nata la cellula italiana del ben noto partito di estrema destra Alba Dorata, che in Grecia è riuscito a piazzare ben diciotto dei suoi rappresentanti in parlamento. Presente in cinque sedi sul territorio lombardo, Alba Dorata intende presentarsi alle elezioni regionali del 10 marzo 2013. Il programma? Scontato: il solito déja vu di elementi federalisti («Promuoveremo un referendum per la creazione di una nuova forma giurisdizionale indipendente chiamata Cantone Lombardia») misti ad una xenofobia che fa impallidire persino quella della Lega, non fosse altro per il fatto che la politica anti immigrazione «non c'è bisogno di metterla nel programma, la gente lo sa». Tant'è che gli ideologi dorati sono «per la concretezza e i diritti sociali» e, manco a dirlo, «prima di tutto degli italiani». E poi? Poi, forse, ancora degli italiani.
E siccome va di moda, la nuova destrissima lombarda propone persino di imitare il centrosinistra. «Faremo anche noi le nostre primarie e sceglieremo il candidato alla presidenza del Pirellone». E mentre Bossi inneggiava al Dio Po, i dorati risorti dalle sue ceneri sbagliando mira, appena un po' più a destra della pira dove si è spenta la Lega, auspicano un messianico ritorno della «nuova lira». Che non è, come si può ben immaginare, l'arpa di Davide. Qui si parla di moneta: perché, va da sé, l'euro non trova i favori dei nuovi destrorsi padani. Pardon, cantonali.
Che dire? Niente di nuovo sotto il sole delle Alpi. Antieuropei, xenofobi e persino, per loro stessa ammissione, «antisionisti». Qualunque cosa ciò voglia dire. Ma non c'è da rimpiangere il papa verde ora che quello nero si profila all'orizzonte, perché entrambi nascono dalla medesima radice violenta e fatalmente identitaria che nutre della sua linfa ideologie che la storia ha ormai definitivamente bollato come sbagliate. Il prossimo 10 marzo staremo a vedere.

Belinda Malaspina

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