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mercoledì 19 dicembre 2012

EGITTO - Le donne egiziane contro una Costituzione oscurantista

Dopo la prima tornata elettorale, in Egitto sembrano vincere i sì al testo ispirato alla legge islamica. Ma le donne si mobilitano in attesa del voto definitivo di sabato.

Da settimane le donne egiziane sono onnipresenti nelle manifestazioni, ad Alessandira o al Cairo, organizzate per protestare consto il referendum sulla nuova Costituzione. Erano in tante ai seggi lo scorso weekend, alla prima tornata elettorale: l'inviato speciale del quotidiano Le Monde Christophe Ayad ha osservato che «l'opposizione ai Fratelli musulmani sembra essere un fenomeno giovane, urbano e femminile». Le donne avrebbero in effetti tutto da perdere se la nuova Costituzione venisse approvata. La prima tornata referendaria, che ha chiamato alle urne una decina di governatorati ossia circa la metà dei votanti, vedrebbe al momento una maggioranza dei sì.

Se il testo è rifiutato da una congrua parte delle donne, comprese quelle che avevano votato per i Fratelli musulmani nel corso delle elezioni legislative, è perché le chiuderebbe in un vicolo cieco: la legge è stata redatta da un'assemblea composta da 94 uomini e sei donne, quattro delle quali hanno lasciato la seduta in anticipo; non sentendosi ascoltate, hanno preferito andarsene. Risultato: su 234 articoli non una riga sui diritti delle donne. E come se non bastasse il testo non menziona più il diritto all'educazione delle bambine, ma si preoccupa di indicare la donna come «garante della famiglia», precisando che lo Stato dovrà assicurare «un equilibrio tra il lavoro femminile domestico e quello fuori casa». Disposizioni che suonano come una minaccia di confinare la donna entro le mura domestiche.

I timori delle donne derivano anche dall'interpretazione della sharia, la legge islamica, nella Costituzione oggetto del referendum. In effetti se la precedente Costituzione si appoggiava già sulla legge islamica come ispirazione per i propri articoli, il nuovo disegno accorda un posto privilegiato alla dottrina sunnita, ben più tradizionalista, e conferisce più poteri all'università islamica Al Azhar, la somma autorità dell'Islam sunnita. I teologi di questo istituto dovranno essere consultati prima di dibattere qualsiasi questione legata alla sharia.
Dopo la seconda tornata referendaria, che avrà luogo il prossimo sabato, si chiarirà il destino delle donne egiziane. In caso di vittoria del sì, la nuova Costituzione entrerà in vigore e il parlamento verrà eletto per scrivere le leggi del Paese. Ma niente, in tal caso, lascia sospettare che i manifestanti delle città egiziane, uomini e donne, si placheranno e accetteranno la loro sconfitta.

Marine Deffrennes
Articolo originale su Terrafemina, traduzione di Belinda Malaspina

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