Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 4 dicembre 2012

EGITTO - Nuovi scontri davanti a palazzo Morsi

Rabbia contro la modifica dalla Costituzione. Lacrimogeni sui manifestanti. Il presidente scappa dal palazzo.

Martedì, 04 Dicembre 2012 - Si infiamma la protesta in Egitto contro Mohamed Morsi.
Nuovi scontri si sono verificati il 4 dicembre al Cairo davanti al palazzo del presidente, che ha deciso di allontanarsi in fretta per evitare la rabbia di decine di migliaia di manifestanti.
La polizia ha sparato lacrimogeni sui dimostranti mentre tentavano di scavalcare le barriere in filo spinato dopo aver sfondato il cordone delle forze dell'ordine.
DECINE DI INTOSSICATI. «Il presidente ha lasciato il palazzo dopo aver concluso tutte le sue riunioni ufficiali», ha detto una fonte presidenziale, che non ha voluto essere identificata.
Anche le forze di sicurezza si sono ritirate dal perimetro esterno del palazzo presidenziale al Cairo. Secondo alcune fonti, ci sono state decine di intossicati dai gas.
APPELLO ALLA CALMA DAGLI USA. I fratelli musulmani, attraverso il loro segretario generale Mahmoud Hussein, hanno criticato i manifestanti per i tafferugli. «Tutti hanno il diritto di manifestare senza violenza, ma attaccare la polizia davanti al palazzo presidenziale significa che i manifestanti non conoscono il senso della libertà», ha affermato.
E dagli Stati Uniti, l'amministrazione Obama ha lanciato un appello alle opposizioni in Egitto perché le proteste in corso nel Paese restino pacifiche.
«MORSI COME MUBARAK». Le manifestazioni degli ultimi giorni in Egitto sono contro il decreto con cui Morsi ha aumentato i suoi poteri a discapito della magistratura e proposto una costituzione basata sulla sharia a discapito della laicità dello stato e preoccupati per l’islamizzazione del medesimo.
Migliaia di manifestanti si sono riuniti anche nella seconda città del Paese, Alessandria, oltre a Luxor e Assiut, urlando slogan simili a quelli che venivano pronunciati contro l'ex raìs Hosni Mubarak.
Morsi e i Fratelli musulmani sono stati accusati di aver «venduto la rivoluzione» del 2011.
GIORNALI IN SCIOPERO. Sempre il 4 dicembre, 11 giornali di opposizione e indipendenti egiziani non sono usciti per protestare contro gli articoli, giudicati troppo severi, sulle libertà civili e di stampa previsti dalla nuova Costituzione, su cui è stato indetto un referendum per il 15 dicembre.

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