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martedì 4 dicembre 2012

ITALIA - Ogni neonato italiano ha già 3,5 mln di debito pubblico

Rapporto Save children: futuro cancellato per bimbi e giovani. Fermi a terza media 18 bambini su 100

Roma, 4 dic. - Un quadro desolante, con i neonati italiani "ipotecati" con una quota di debito pubblico pari a 3,5 milioni a testa, 18 giovani su 100 "dispersi" e fermi alla terza media, con punte di 25 su 100 in Sicilia e Sardegna, 5 minori su 100 a cultura zero. E ancora, 15 minori su 100 vivono in territori altamente inquinati e 7 su 100 in territori con contaminazioni mafiose. E saranno appena 15 su 100 gli under 18 nel 2030, mentre nel 2050 gli ultraottantenni saranno quanti i bambini da 0 a 2 anni.

Save the Children ha presentato oggi il terzo "Atlante dell'infanzia (a rischio)" in un incontro-dibattito alla presenza, tra gli altri, di Vincenzo Spadafora, Garante Nazionale per l'infanzia e adolescenza e del presidente Istat Enrico Giovannini. Quella che emerge dai dati è la storia di bambini sempre più fragili e poveri di futuro, esposti a sfide sempre più difficili. Neonati e già con un'ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa, il più alto d'Europa. Destinati ad essere sempre meno nel prossimo futuro, 15 ogni 100 nel 2030 (-1,5% rispetto ad oggi), con sempre meno peso politico (4% incidenza voto, -0,2%).

La terza edizione dell'Atlante di Save the Children fornisce un quadro molto preoccupante - spiega Valerio Neri, direttore generale dell'associazione - Possiamo leggere la stragrande maggioranza di queste mappe con il sottotitolo: 'indice del consumo di futuro dei bambini e dei giovani italiani', un indice che corre parallelo alla crisi economica, al debito pubblico, alla scarsità di asili nido, alla miseria della spesa sociale per l'infanzia in alcune aree del paese, alla mancanza di una politica per l'infanzia nazionale e organica, alla pochezza del sostegno pubblico alle famiglie giovani".

Inizia prestissimo l'erosione dell'"indice di futuro": insieme alla loro cameretta i 560.000 neonati quest'anno si ritrovano in eredità un'ipoteca di 3.500.000 euro di debito pubblico a testa (il più alto d'Europa). A cui si somma la povertà che cresce anziché arretrare fra la popolazione under 18: 7 minori ogni 100 in Italia, pari a 720.000, vivono in povertà assoluta, cioè privi di beni e servizi che assicurino loro un livello di vita accettabile. 417.000 nel solo Sud, con un aumento rispetto al 2010 di 75.000 piccoli grandi poveri, l'equivalente dell'intera popolazione infantile di Taranto e Messina.

D'altra parte, spiega Save the children, quanto possono 25 euro pro-capite all'anno in servizi per l'infanzia e famiglie? A tanto ammonta la spesa pro-capite da parte dei comuni per famiglie e minori in regioni come la Calabria, oltre 8 volte in meno rispetto all'Emilia Romagna (282 euro annui). Con uno sbilanciamento nell'offerta di servizi cruciali come gli asili-nido: in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Molise è compreso fra 2 e 5,5 il numero di bambini (ogni 100 da 0 a 2 anni) in carico agli asili nido pubblici o ad altri servizi integrativi, a fronte dei 27-29 in Valle d'Aosta, Umbria, Emilia Romagna

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