Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 18 dicembre 2012

ITALIA - Per qualche diritto civile in più. "È l'Europa che ce lo chiede"

Se la Ue auspica rigore il governo Monti è più che sollecito. Ora Strasburgo invita a inserire garanzie nell'ordinamento, al passo con i tempi. Si spera che l'Italia non tentenni.

Lo scorso 12 dicembre il Parlamento di Strasburgo ha invitato formalmente 11 dei 27 paesi che compongono l'Unione, per intenderci quelli con più spiccate venature retrograde, ad adeguare i propri ordinamenti a quanto scritto nella Relazione sui diritti fondamentali dell'Unione europea per il 2010-2011. Ovviamente, e quasi per definizione, l'Italia spicca tra questi. Che non ci si vuole far mancare nulla e se non si prende una multa o un richiamo pare non si sia contenti. La Ue chiede, in modo chiaro e senza lasciare spazio a fraintendimenti, che sia tolto ogni tipo di "restrizione all'accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva" che vengano rispettati i diritti dei migranti così come siano tutelati i diritti civili delle persone Lgbt.
"L'Europa lo vuole" è stato il mantra che Mario Monti, neanche fosse un pellegrino alla prima crociata, ha recitato in questi tredici mesi di governo ogni qualvolta aveva da far roteare la mannaia su pensioni, casa, pubblica amministrazione e automobilisti. E nel suo salmodiare è stato abbondantemente coadiuvato dalla, per sua ammissione non competente, ministra Elsa Fornero. Ora l'Europa chiede ancora, ma questa volta un'altra cosa. Chiede la formalizzazione di diritti per chi diritti non ha mai avuto ed anzi ha patito emarginazioni, insulti sberleffi, persecuzioni e peggio di altro ancora: l'Europa chiede diritti per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.

A guardarla bene si tratta di una cosa da nulla. Del tutto naturale in un paese civile: che ognuno faccia l'amore come gli va. E sia contento. Di norma, dal punto di vista delle responsabilità in questa materia, è competente il ministero che si occupa di Politiche sociali e di Pari opportunità. Aree di intervento della ministra Fornero anche se a lei debbono parere astruse e di difficile comprensione e probabilmente le guarda con lo stesso stupore con cui i bimbi, quando non sanno ancora leggere, rimirano nei libri quegli strani scarabocchi neri che si chiamano parole.
Questa volta non c'è molto da capire: l'Europa vuole che anche l'Italia diventi un tantino più civile e meno discriminatoria. Si tratta solo di introdurre nel nostro ordinamento norme per la tutela delle persone Lgbt. Sono norme che non costano e che quindi non sono neanche passibili di taglio. Certo questo dettaglio rattristerà un pochino la Fornero. Ma tutti hanno da patire delle frustrazioni. Quindi si presenti la ministra in parlamento e con voce stentorea, per quel che può, gridi: «L'Europa lo chiede». Magari aggiunga, a mo di contentino, che le misure in questione non faranno impennare lo spread e porteranno un po' di serenità a molte persone. Chieda a Monti di darle una mano, giusto per aggiungere un po' di calore umano alla richiesta. Magari funziona.

Castruccio Castracani

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