MERKEL,
SONO SEMPRE RIUSCITA A TROVARE UN’INTESA CON MONTI -
Riconoscimento degli sforzi e dei sacrifici compiuti dall’Italia da parte della
Merkel che ha dato atto al governo del professor Monti di «aver attuato riforme
e preso decisioni fondamentali in brevissimo tempo», sottolineando che «Italia
e Germania devono imparare l’una dall’altra». La Cancelliera ha ribadito anche
la necessità di «attuare le proposte della Commissione su come portare avanti
la crescita economica». Angela Merkel ha, infine, aperto anche ad una visione
più comunitaria dell’Europa ribadendo che l’interesse della Germania è anche
che le nazioni vicine «stiano bene e che tutti gli altri paesi abbiano un
positivo sviluppo economico, altrimenti la Germania non potrà mantenere la sua
prosperità».
PAROLE
DI DISTENSIONE - Parole di distensione dunque, che fanno ben sperare anche se si
tratta pur sempre di parole: la vera partita, dopo gli incontri bilaterali
nella cornice della Capitale si giocherà al prossimo “Eurogruppo” previsto per
il 9 luglio. Un successo comunque viste le premesse della vigilia: a
confrontarsi, faccia a faccia, erano proprio i due leader che furono descritti
come “il vincitore” e “la vinta” dell’incontro di una settimana fa. In quest’ottica,
proprio per evitare tensioni con la Cancelliera, Monti aveva teso la mano alla
Merkel precisando, in un’intervista rilasciata al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung,
che «non ci sono né vincitori né vinti».
IL
FRONTE INTERNO TEDESCO - È cosciente Monti del peso che
il fronte politico interno tedesco ha sulle decisioni da prendere. Non naviga
in acque calme la Merkel impegnata in una campagna elettorale che si prospetta
difficile: sono proprio i “cedimenti” di fronte alle richieste di Spagna e
Italia nell’ultimo vertice europeo, infatti, che hanno fatto storcere il naso
in Germania, soprattutto nel partito dell’alleato Horst Seehofer, la Csu, asse
portante della Grosse Koalition.
LO
SCUDO ANTI-SPREAD - Le decisioni prese una settimana fa a Bruxelles
rimangono ancora tutte da definire. L’appuntamento è per il prossimo Eurogruppo
del 9 luglio. Proprio per questo, il tema dello scudo è al centro delle
negoziazioni e, l’abilità di Monti si misurerà nella sua capacità di portare
allo scoperto le ambiguità sia della Merkel che di alcuni membri del Partito
Popolare europeo.
IL VETO
DI OLANDA E DEI FINLANDIA – E ci si mette anche il veto
delle “triple A” Olanda e Finlandia a rendere le cose difficili al premier
italiano intenzionato a portare a casa un patto per la stabilizzazione del
mercato europeo basato sul Meccanismo di Stabilità (Esm) in grado di
intervenire per evitare gli attacchi speculativi contro i debiti sovrani.
Nonostante l’immediata reazione alla posizione dei due paesi del presidente del
Consiglio europeo, Herman Van Rompuy che aveva dichiarato che «le decisioni del
vertice sull’eurozona sono state prese all’unanimità» e che «si parte dal
presupposto che saranno rispettate», Olanda e Finlandia pesano pur sempre sul
raggiungimento di un accordo complessivo. Per questo “super Mario” ha
sottolineato con forza che l’Italia non ha necessità di chiedere l’intervento
del fondo salva-Stati, perchè «quest’anno avremo un disavanzo di circa il 2%
che è la metà della media Ue e l’anno prossimo l’Italia avrà un avanzo in
termini strutturali». Monti ha anche precisato l’intenzione di «proseguire
sulla strada del contenimento del bilancio pubblico, della disciplina fiscale,
delle riforme strutturali e in prospettiva della crescita».
Roberto
Capocelli
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