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lunedì 16 luglio 2012

ITALIA - L'Ilo boccia l'austerity:"Aggrava la recessione"Disoccupazione al 9,7%

Nella sua scheda sull'Italia l'agenzia internazionale del lavoro dell'Onu parla di "trappola dell'austerità" rinviando ancora l'inizio della ripresa
Andare avanti sulla strada dell'austerità - insistendo solo sull'austerità - può essere molto pericoloso per l'Italia. C'è il rischio, infatti, "di alimentare ulteriormente il ciclo di recessione e di rinviare ancora l’inizio della ripresa economica e il risanamento fiscale". A sottolinearlo è l’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), che nella sua scheda sull’Italia scrive che la pressione fiscale per ridurre il deficit dovrebbe raggiungere il 45% nel 2012.

L’organizzazione dell'Onu evidenzia che in Italia la ripresa è frenata dalla contrazione dei consumo privati e che essa "è aggravata dal fatto che gli stipendi crescono meno velocemente rispetto all’inflazione".

Dati tutt'altro che rassicuranti sul debito pubblico - sottolinea l’Ilo - "è schizzato dal 103% del Pil nel 2007 al 120% nel 2011. A seguito dell’aumento dei tassi di interesse nazionali sono anche sorti dubbi sulla tenuta delle finanze pubbliche". Con il secondo debito pubblico più alto dell’Ue, l’Italia non può sottrarsi alle misure di risanamento di bilancio. Ma "anche gli investimenti pubblici sono importanti per stimolare la domanda interna e compensare gli effetti negativi delle misure di austerità". Insomma, è necessario un equilibrio. Perché guardare solo al rigore dei conti pubblici vorrebbe dire cancellare ogni speranza di ripresa economica.

Allarme disoccupazione

La disccupazione in Italia - evidenzia l'Ilo nel suo rapporto - raggiunge nel quarto trimestre 2011 il livello più alto dal 2001, al 9,7%. Ma "il tasso reale potrebbe essere più alto" perché ai quasi 2,1 milioni di disoccupati si aggiungono 250mila lavoratori in cig". Allarme anche per i giovani "neet", acronimo che identifica coloro che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione: in Italia "ha raggiunto il livello allarmante di 1,5 milioni".

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