Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


martedì 31 luglio 2012

ITALIA - Pd-Pdl, patto sul Porcellum

Riforma elettorale, intesa Cav-Bersani.
Martedì, 31 Luglio - Le cronache raccontano un’altra giornata di calma piatta sul fronte della riforma elettorale.
Il comitato ristretto della Commissione Affari costituzionali del Senato, che doveva riunirsi martedì 31 luglio, ha infatti rinviato l’incontro a mercoledì primo agosto.
Il Popolo della libertà ha comunque presentato il suo testo. Ma l’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anzi l’ultimatum piccato del capo dello Stato alle forze politiche perché si diano una mossa, sembra caduto nel nulla.
RIFORMA ELETTORALE, C'È L'ACCORDO. Sembra. Perché in politica spesso i fatti accadono lontano da occhi e orecchie indiscreti. Così nei corridoi di Palazzo Madama e in quelli di Montecitorio, si racconta, in realtà, un altro film. E cioè che la tirata d’orecchi di Napolitano sia servita eccome. E se è vero che l’accordo, a questo punto, verrà formalizzato dopo la pausa estiva, tra la serata del 30 luglio e il 31, qualcosa si è rimesso in moto.
Gli sherpa del Popolo della libertà, Partito democratico e Unione di centro, su mandato dei rispettivi segretari, a loro volta richiamati severamente dal capo dello Stato, si sono sentiti e incontrati.
PDL E PD: NO AL VOTO IN AUTUNNO. Nonostante le dichiarazioni ufficiali - che sembrano disegnare il solito muro contro muro - una via di intesa c’è. A patto, questa è la condizione del Pdl, o meglio di Silvio Berlusconi, che l’iter legislativo della riforma elettorale non cominci prima di settembre. L'obiettivo è evitare il voto anticipato, che il Cavaliere vede come fumo negli occhi. Ma anche tra i bersaniani non c’è tanta voglia di andare alle urne in autunno. Quindi questo ostacolo è ormai superato.

Il Pdl accetta che due terzi degli eletti siano scelti in collegi uninominali


Il compromesso sui cui si sta lavorando, e che potrebbe essere quello definitivo, prevede un dignitoso pareggio per i due concorrenti, Pdl e Pd.
Il partito di Berlusconi cede sulle preferenze, accettando che due terzi degli eletti siano scelti attraverso collegi uninominali. Come chiedeva il Pd. Mentre un terzo dei parlamentari (i fortunati) saranno eletti in liste bloccate su base proporzionale. Condizione, quest’ultima, che va bene a tutti.
IL PD CEDE SUL PREMIO DI MAGGIORANZA. Il Pd, a sua volta, cede sul premio di maggioranza. Che non andrà alla coalizione, come volevano i democratici, ma al partito, come chiedeva il Pdl e anche l’Udc. Dunque, ognuno correrà per suo conto. E il governo si deciderà dopo.
La base dell’intero sistema sarà proporzionale. Il premio di maggioranza sarà al 10%. E ci sarà una soglia di sbarramento al 5% (probabilmente con la clausola, in funzione leghista, che chi supera questo limite in almeno una Regione è salvo).
È quindi è fatta? Tra il dire e il fare c’è di mezzo agosto. E in politica un mese è un’eternità. Ma nei corridoi del Senato giurano che, se c’è la buona volontà, l’accordo è fatto. (Edda Guerrini)

Il testo Pdl: premio al 10% e preferenze

Presentata la proposta di riforma della legge elettorale in Senato.

Martedì, 31 Luglio 2012 - Dopo tanto duellare, flirtare, cercare l'inciucio politico o l’accordo con il Partito democratico, il Popolo della libertà ha scoperto le carte sulla riforma della legge elettorale: premio di governabilità al 10% alla lista che prende più voti sul piano nazionale e preferenze.
Sono queste alcune delle novità contenute nella proposta presentata dal partito di Berlusoni al Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali del Senato.
FINO A TRE VOTI ESPRESSI. In particolare, per ciascuna lista circoscrizionale 2/3 dei candidati sono scelti con i voti di preferenza e la restante parte con lista bloccata.
Ogni elettore può esprimere fino a tre voti di preferenza.
Nel caso se ne esprimesse più di uno, la scelta deve comprendere candidati di entrambi i generi, pena la nullità dei voti di preferenza successivi al primo.
Nelle circoscrizioni in cui si attribuiscono complessivamente fino a cinque seggi, ogni elettore potrà esprimere una sola preferenza.
OGNI LISTA DUE ELENCHI. Ogni lista deve essere composta da due elenchi di candidati.
Nel primo ci sono quelli la cui elezione è determinata in base ai voti di preferenza e il numero di questi non può essere inferiore a due terzi.
Il secondo elenco è costituito invece da quei candidati la cui elezione è determinata in base all'ordine di presentazione e il loro numero non può essere superiore ad 1/3.
SBARRAMENTO AL 5, 10 E 8%. Nel documento del Pdl e presentato dal vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello si prevede una soglia di sbarramento: il 5% a livello nazionale; il 10% in cinque circoscrizioni.
Per il Senato c'è una soglia di sbarramento dell'8% a livello regionale.

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