Il secondo caso è quello di Federico Coen che prima
fece parte del gruppo giolittiano dell’Ufficio del Piano e poi a lungo diresse
il mensile “Mondoperaio” negli anni ’70 concorrendo a farne uno straordinario
laboratorio politologico al quale parteciparono Norberto Bobbio, Paolo Sylos
Labini, Gino Giugni, Giuliano Amato, Luciano Cafagna, Federico Mancini e tanti
altri. Con polemiche che investivano l’essenza stessa del Pci. A partire da
quella di Bobbio sulla inesistenza di una dottrina marxiana dello Stato per
finire al saggio sul togliattismo di Ernesto Galli della Loggia. Ebbene,
sull’”Unità”, si è messo in luce soprattutto il fatto che anche Federico Coen
venne rimosso da Bettino Craxi (al quale il gruppo di “Mondoperaio” aveva
cercato di contrapporre, allo stesso Midas, Antonio Giolitti quale segretario).
Molto meno invece che la rivista socialista avesse condotto una polemica
costante, non volgare certo, contro la linea del compromesso storico che fu a
lungo l’asse portante del berlinguerismo. Insomma, i socialisti sono da ricordare
soltanto se e perché non craxiani? Il resto, la sostanza del loro pensiero
proprio non conta?
Vittorio Emiliani
Commentino
I socialisti vengono ricordati non solo per
la loro collocazione anti, ma anche in morte.
Si declamano le loro virtù politiche ed intellettive “post mortem” specialmente dai compagni dell’ex PCI.
Solo allora scoprono le lungimiranze politiche dei socialisti.
La nostra ‘ una storia lunga ed ingombrante, e nello stesso momento nuova di 120 anni.
Riescono a definirsi ( gli ex pci) riformisti, progressisti, perbacco! ma mai socialisti.
Si declamano le loro virtù politiche ed intellettive “post mortem” specialmente dai compagni dell’ex PCI.
Solo allora scoprono le lungimiranze politiche dei socialisti.
La nostra ‘ una storia lunga ed ingombrante, e nello stesso momento nuova di 120 anni.
Riescono a definirsi ( gli ex pci) riformisti, progressisti, perbacco! ma mai socialisti.
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