Domenica, 08
Luglio 2012 - Il Prof ha
incassato un prezioso appoggio, quello francese, sul tema caro dello scudo
anti-spread, protezione contro le pericolose impennate del differenziale tra
titoli di Stato.
Ad Aix-en-Provence Mario Monti è uscito dal bilaterale Italia-Francia rafforzato.
Perché al termine dell'incontro il ministro dell’Economia di Francois Hollande, pierre Moscovici, ha accelerato: «Dobbiamo parlare subito, già nell'Eurogruppo del 9 luglio, di unione bancaria e scudo anti-spread per aiutare chi, come l'Italia, ha un problema con la volatilità dei tassì».
Il presidente del Consiglio italiano sta insomma cercando di dettare l'agenda europea.
«ORA UN NUOVO SISTEMA». Nell'ultimo vertice Ue, ha spiegato il francese, «abbiamo trattato le emergenze, ma ora dobbiamo creare un nuovo sistema» e, hanno aggiunto fonti francesi, la difficoltà dei prossimi giorni è proprio l'applicazione delle decisioni del vertice di Bruxelles.
Un nuovo Eurogruppo sulla crisi dell'euro, intanto, è stato programmato il 20 luglio.
MONTI: «MA NON SIAMO DEBITORI». Monti, poco dopo, ha registrato con piacere l'accelerata di Moscovici, pur togliendosi la soddisfazione di qualche precisazione: «È curioso che l'Italia sia considerata dai colleghi del Nord come un Paese debitore anche se non ha richiesto mai aiuti, e anzi abbiamo contribuito come gli altri, ovvero in proporzione alla grandezza, al sostegno di Grecia, Irlanda, Portogallo e ora in aiuto alle banche spagnole», ha detto il premier riprendendo in parte le parole del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che aveva parlato di 45 miliardi di euro versati da Roma per il salvataggio dei Paesi in difficoltà.
Ad Aix-en-Provence Mario Monti è uscito dal bilaterale Italia-Francia rafforzato.
Perché al termine dell'incontro il ministro dell’Economia di Francois Hollande, pierre Moscovici, ha accelerato: «Dobbiamo parlare subito, già nell'Eurogruppo del 9 luglio, di unione bancaria e scudo anti-spread per aiutare chi, come l'Italia, ha un problema con la volatilità dei tassì».
Il presidente del Consiglio italiano sta insomma cercando di dettare l'agenda europea.
«ORA UN NUOVO SISTEMA». Nell'ultimo vertice Ue, ha spiegato il francese, «abbiamo trattato le emergenze, ma ora dobbiamo creare un nuovo sistema» e, hanno aggiunto fonti francesi, la difficoltà dei prossimi giorni è proprio l'applicazione delle decisioni del vertice di Bruxelles.
Un nuovo Eurogruppo sulla crisi dell'euro, intanto, è stato programmato il 20 luglio.
MONTI: «MA NON SIAMO DEBITORI». Monti, poco dopo, ha registrato con piacere l'accelerata di Moscovici, pur togliendosi la soddisfazione di qualche precisazione: «È curioso che l'Italia sia considerata dai colleghi del Nord come un Paese debitore anche se non ha richiesto mai aiuti, e anzi abbiamo contribuito come gli altri, ovvero in proporzione alla grandezza, al sostegno di Grecia, Irlanda, Portogallo e ora in aiuto alle banche spagnole», ha detto il premier riprendendo in parte le parole del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che aveva parlato di 45 miliardi di euro versati da Roma per il salvataggio dei Paesi in difficoltà.
Il Prof e la Merkel
in coro: «Unione europea, serve più coesione»
La chiave
per intravedere la luce in fondo al tunnel della recessione è sempre la stessa:
l'unità del continente, politica ed economica, soprattutto nelle difficoltà.
«Serve una coesistenza armoniosa all'interno dell'area euro», ha chiarito Monti.
ALTRIMENTI GLI USA SI ALLARMANO. Perché divergenze e litigi possono proiettare «all'esterno un'immagine che fa preoccupare, per esempio gli Stati Uniti», come si è visto durante l'ultimo vertice del G20 dove l'Europa è stata messa «sul banco degli imputati».
Sull'argomento, a distanza è arrivata la stessa visione da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel: «L'euro non è abbastanza forte» e per questo bisognerà passare all'«unione politica», anche se sarà una «fatica di Ercole», ha detto a Reims, dove ha incontrato Hollande a 50 anni dalla riconciliazione franco-tedesca.
«Serve una coesistenza armoniosa all'interno dell'area euro», ha chiarito Monti.
ALTRIMENTI GLI USA SI ALLARMANO. Perché divergenze e litigi possono proiettare «all'esterno un'immagine che fa preoccupare, per esempio gli Stati Uniti», come si è visto durante l'ultimo vertice del G20 dove l'Europa è stata messa «sul banco degli imputati».
Sull'argomento, a distanza è arrivata la stessa visione da parte della cancelliera tedesca Angela Merkel: «L'euro non è abbastanza forte» e per questo bisognerà passare all'«unione politica», anche se sarà una «fatica di Ercole», ha detto a Reims, dove ha incontrato Hollande a 50 anni dalla riconciliazione franco-tedesca.
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