Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


venerdì 6 luglio 2012

ALGERIA - Il bluff su Le Monde

Polemica per lo speciale sul giornale.
Sedici pagine su uno dei quotidiani più importanti del mondo. Sedici pagine di approfondimenti e interviste per celebrare i 50 anni dell’indipendenza dell’Algeria, finendo, quasi sistematicamente, per rivangare le glorie - a dir poco claudicanti - dell’odierno Stato nordafricano.
Così il foglio parigino Le Monde ha scelto di onorare l’affrancamento dell’ex colonia dalla Francia imperialista. Attirando su di sé l’ira dei giornalisti del quotidiano francese e le critiche della stampa d’opposizione algerina, pronti a denunciare quella che a molti è parsa più come una polposa ‘marchetta’ a favore dell’attuale esecutivo di Algeri che come un insieme di reportage indipendenti.
SUPPLEMENTO CURATO DA UN'AGENZIA. E in effetti, il supplemento Strategie internazionali, speciale Algeria, uscito il 4 luglio in Francia, con un richiamo in prima pagina, è stato realizzato da un’agenzia di comunicazione d’Oltralpe ed è tempestato da annunci pubblicitari su grandi e medie imprese algerine.
A ciò si aggiungono diverse interviste ai maggiori esponenti politici di Algeri, a partire dal presidente Abdelaziz Bouteflika, l’unico vero sopravvissuto, tra i protagonisti degli ‘ancien regime’ maghrebini, all’ondata della Primavera arabe.
PROTESTA DEI REDATTORI DI LE MONDE. Tutti elementi che hanno fatto gridare allo scandalo i redattori de Le Monde, che in un comunicato hanno protestato contro la pubblicazione del supplemento 'pubblicitario', che «fa confusione con il giornalismo indipendente, sia nella sostanza sia nella forma», ha denunciato la Società dei redattori del giornale - equiparabile al nostrano Comitato di redazione - spogliandosi di qualsiasi responsabilità.
«Siamo stati ingannati», hanno infatti sottolineato i redattori, denunciando come l’agenzia di comunicazione che ha curato lo speciale abbia annunciato la sua uscita in una nota, rilanciata poi da numerosi media nazionali, in cui si attribuiva l’intervista a Bouteflika a Le Monde e non all’effettiva autrice - esterna alla redazione - la scrittrice Marie Hourtoule, creatrice di ‘Guidiplo’, una sorta di annuario degli ambasciatori.
L'AFFARE DAVANTI AL COMITATO ETICO. E, lungi dal fermarsi alla mera polemica, i giornalisti hanno già annunciato di volersi rivolgere al Comitato etico e deontologico del quotidiano per chiedere spiegazioni alla direzione del gruppo, rea di aver minato la credibilità del prestigioso foglio parigino, tradizionale riferimento degli intellettuali progressisti d’Oltralpe.
Gli stessi, che nei mesi scorsi si sono precipitati a sostenere quell’ondata rivoluzionaria nordafricana che aveva proprio nella caduta di Bouteflika uno dei suoi principali obiettivi.

Solo un accenno ai disordini del 2011 e alla Primavera araba


Il leader algerino nella lunga intervista realizzata a «Sua Eccellenza Abdelaziz Bouteflika, presidente della Repubblica popolare d’Algeria» - questa la pomposa dicitura adoperata - ha fatto poco più che un accenno ai disordini dell’inverno del 2011 quando Algeri, assieme a Tunisi, si impose come una delle prime piazze delle rivolte arabe.
Il presidente, invece, si è soffermato sui rapporti tra la Francia e l’ex colonia, dicendosi «deliziato dal fatto che, nonostante alcuni, ricorrenti problemi e turbolenze, una nuova dinamica stia ora segnando le relazioni tra i due Paesi».
AMICIZIA CON GLI EX COLONIZZATORI. Bouteflika, con un occhio rivolto al inquilino dell’Eliseo François Hollande, ha quindi solennemente affermato che «l’Algeria potrebbe ritenersi soddisfatta del livello dei rapporti con la Francia», auspicando che i due Paesi, nel prossimo futuro, possano condividere l’enorme potenziale che il loro legame racchiude: una vera e propria dichiarazione di amicizia, pubblicata nelle stesse ore in cui, sulla spiaggia di Sidi Fredj, dove nel 1830 sbarcarono le prime truppe coloniali francesi, centinaia di migliaia di algerini celebravano l’indipendenza della propria nazione, ottenuta dopo una rivolta che fece milioni di morti.
ATTACCO DELL'OPPOSIZIONE ALGERINA. L’intervista a Bouteflika ha tra l’altro innescato la reazione della stampa d’opposizione di Algeri.
Il quotidiano El Watan ha, per esempio, bollato l’operazione come una pura manovra di marketing e propaganda del governo, che per l’occasione ha «comprato 16 pagine di uno speciale su Le Monde».
Mentre il Partito per la cultura e la democrazia (Rcd) ha denunciato la «manipolazione del servizio», pilotata da un governo che vuole «nascondere la verità al proprio popolo: il bilancio è pesante. L’avvenire è ombroso».
DOPO IL VOTO MANCA ANCORA IL GOVERNO. L’Algeria rischia «l’implosione sociale dopo anni di abusi», ha tuonato il Rcd, che ha boicottato le elezioni del 10 maggio. Voto che ha visto trionfare l’ala laica e filogovernativa algerina, a scapito di quella islamica. Ma che, a due mesi dalla tornata elettorale, non ha ancora prodotto un governo, complici le lotte intestine tra i partiti vincitori.
In un Paese che, nel giorno della sua indipendenza, ha forse riscoperto un’insperata unità in un contesto di divisioni etniche, politiche e sociali. Che rendono l’Algeria un luogo ben lontano da quel ‘Paese delle meraviglie’ presentato dal supplemento del progressista e libertario Le Monde
(Michele Esposito)

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