Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 13 luglio 2012

RUSSIA – Ritorno all’URSS, «agenti stranieri» ong con fondi esteri

In pericolo le associazioni che monitorano le elezioni.

Venerdì, 13 Luglio 2012 - “Soviet style” aveva titolato un mese fa il New York Times ricordando che l'istinto bullistico da ex ufficiale del Kgb non consente a Putin di tollerare alcuna sfida o un forte dibattito politico.
Nella sua ultima seduta estiva, la Duma, il ramo basso del parlamento, ha approvato il 13 luglio altre due controverse leggi .
Secondo i manifestanti, che hanno protestato tutto il giorno, hanno ridotto lo spazio del dissenso prima dell'annunciata ripresa dei sit-in nti Putin in autunno.
ONG COME AGENTI STRANIERI. La prima legge ha evocato apertamente l'epoca sovietica definendo stalinianamente «agente straniero» e sottoponendo ad uno stretto controllo le ong che esercitano attività politica e ricevono fondi stranieri.
Durante gli anni delle Purghe, «inostranni aghent» era sinonimo di spia e portava dritto alla fucilazione o alla deportazione nei gulag.
I deputati del partito putiniano Russia Unita, promotore della legge, hanno tentato di giustificare l'espressione sostenendo di averla mutuata dalla legge statunitense Fara del 1938, che prevede la registrazione e il controllo dell'attività dei foreign agents.
Ma negli Usa la definizione non ha il fosco potere evocativo russo e in ogni caso, sottolineano alcuni esperti e Hrw, la legge non riguarda le ong ma chi opera nell' interesse di uno Stato o di una organizzazione straniera.

In pericolo soprattutto le ong che mionitorano le elezioni


Ora in Russia le ong che ricevono fondi esteri, compresa la fondazione Gorbaciov, devono sottoporsi a rigorosi controlli finanziari ed emettere un rendiconto della loro attività due volte l'anno.
In caso di violazione sono previste multe pesanti o addirittura due anni di prigione.
Il Cremlino ha sostenuto che la legge è necessaria per proteggere il Paese da ogni tentativo esterno di influenzarne la politica interna.
POCHI FONDI DALLO STATO. Putin ha più volte accusato gli Usa e l'Occidente di finanziare e manovrare l'opposizione di piazza. Molte ong hanno spiegato invece di essere costrette a cercare fondi stranieri perché quelli dello Stato russo sono inesistenti o irrisori.
La promessa del premier Medvedev di aumentare i contributi è condizionata ad una valutazione utile e positiva dell'attività delle ong.
Rischiano quindi di essere escluse quelle scomode, a partire da quelle che monitorano le elezioni.
STESSI MEZZI USATI DALL'URSS. La legge, contestata dai difensori dei diritti umani e dall'opposizione liberale, è passata con 374 voti, grazie al sostegno anche di comunisti e liberaldemocratici, entrambi ostili a qualsiasi ingerenza occidentale. Il partito di centrosinistra Russia Giusta non ha votato.
Uno dei suoi deputati, Ghennadi Pomomariov, ha denunciato che si tratta di una «nuova iniziativa che discredita la società civile mettendo i cittadini gli uni contro gli altri».
«L'unico obiettivo è quello di avere un pretesto per dichiarare gli oppositori mercenari stranieri», ha commentato l'ong Memorial ricordando che «un tale mezzo fu utilizzando varie volte anche ai tempi dell'Urss».
La veterana dei difensori dei diritti umani, Liudmila Alexeieva, responsabile del gruppo di Helsinki, ha annunciato che la sua organizzazione rinuncerà ai fondi esteri piuttosto di subire l'onta di essere definita 'agente straniero', ma sarà costretta a ridurre personale e attività.

Fino a cinque milioni di rubli per chi offende le istituzioni


Il partito di Putin si è ritrovato da solo alla Duma nell'approvare una seconda legge che restituisce al codice penale il reato di diffamazione prevedendo multe salate o lavori obbligatori.
Le pene più alte, con ammende sino a 5 milioni di rubli, pari 125 mila euro, scattano per chi offende le istituzioni e i suoi rappresentanti.
È prevista anche l'interdizione dalla professione in caso di mancato pagamento della multa. Contrari 91 deputati, i comunisti invece hanno abbandonato l'aula.
I giornalisti hanno manifestato davanti alla Duma sostenendo che è una legge intimidatoria che riduce la libertà di stampa.
RETROMARCIA DI PUTIN. Da presidente, Medvedev aveva liberalizzato la legge sulle ong e depenalizzato la diffamazione.
Tornato al Cremlino, Putin non solo ha fatto marcia indietro ma ha inasprito le pene. La sua morsa sull'opposizione continua a stringersi sempre di più, dopo la legge sulle maxi multe per i raduni non autorizzati e la lista nera per i siti internet proibiti.
L'opposizione si sente colpita ovunque, in piazza, sul web, sui media e nell'attività delle ong. Non è l'Urss, ma ci sono molte cose che la ricordano. Il dipartimento di Stato Usa ha espresso preoccupazione per le nuove leggi, ma per il ministero degli esteri russo è «un grossolano tentativo di ingerenza interna».
  

Claudio Salvalaggio

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