“L’Ue mette sotto
tutela la Spagna”, titola El Pais, all’indomani della pubblicazione del memorandum
firmato dal governo di Mariano Rajoy e dall’Ue che contiene le condizioni per
il salvataggio delle banche spagnole:
Nulla ci impedisce di
considerare le 32 condizioni incluse nel memorandum come un vero e proprio
intervento [esterno], anche se non formale, nei confronti del settore bancario.
L’Eurogruppo impone infatti una revisione completa del funzionamento della Banca
di Spagna, obbliga il ministero delle finanze a cedere alcuni poteri di
sanzione nei confronti della Banca centrale ed esige la nomina di un
supervisore indipendente della politica fiscale. […] Ma ci sono anche buone
notizie: l’approvazione del salvataggio bancario, il versamento anticipato
questo mese di 30 dei 100 miliardi di euro previsti, una scadenza del prestito
abbordabile (14 anni) e un tasso d’interesse attorno al 4 per cento. In ogni
caso l’Eurogruppo lascia chiaramente intendere che la troika (Commissione
europea, Bce, Ue) controllerà l’operazione di salvataggio.
L’11 luglio il primo
ministro Mariano Rajoy ha confermato nuovi tagli al bilancio per un ammontare
complessivo di 65 miliardi di euro per i prossimi due anni, da realizzare
attraverso una riforma della pubblica amministrazione, una riduzione dei
sussidi di disoccupazione e un aumento dell’Iva (dal 18 al 21 per cento). Il
quotidiano madrileno critica però la reazione “tardiva” del governo:
È necessario
effettuare una lettura politica del memorandum. Davanti alle pretese europee
possiamo concludere che le riforme avviate dal ministero delle finanze sono
state insufficienti, e che i tagli al bilancio per l’istruzione e la sanità non
sono riusciti a ridurre il deficit. La gestione della crisi da parte del
governo non è stata abbastanza credibile da ispirare la fiducia dei mercati e
dei partner europei.
El Mundo insiste
invece sulla cessione di sovranità e sulla perdita di controllo in un “settore
chiave” per l’economia del paese. Il quotidiano conservatore punta il dito
sulla gestione del governo attuale ma anche di quello precedente, guidato da
José Luís Rodríguez Zapatero :
Si tratta di un
enorme fallimento del governo Zapatero […] ma anche di un fiasco per
l’esecutivo di Rajoy, perché la timidezza della sua riforma finanziaria ha
aggravato i problemi del settore. La nazionalizzazione precipitosa di Bankia [a giugno] riassume perfettamente
la vicenda. A questo punto possiamo immaginare cosa ne sarebbe della Spagna se
l’Ue fosse costretta a salvare la nostra economia nel suo complesso, umiliando
e mettendo a repentaglio la sopravvivenza del governo popolare. A Rajoy resta
un’ultima carta da giocare per impedire un intervento esterno di questo tipo:
portare a termine una profonda riforma dello stato.
Nessun commento:
Posta un commento