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martedì 24 luglio 2012

CUBA - Giallo sulla morte di Payà

Il governo: «Incidente». Dissidenti: «Omicidio».

Lunedì, 23 Luglio 2012 - A Cuba è mistero e scontro tra autorità e dissidenti sulla morte il 22 luglio in un incidente stradale, di Oswaldo Payà.  Secondo il governo di Raul Castro si tratterebbe semplicemente di quello che sembra, una morte in strada, senza niente di intenzionale.
Ma i familiari di Payà sono convinti che l'incidente sia stato provocato dal regime.
Payà, un ingegnere di 60 anni, era uno dei più noti esponenti della dissidenza e leader del Movimiento cristiano liberacion (Mcl).
MORTO UN ALTRO ATTIVISTA. Non è stato l'unico a perdere la vita a Bayamo, circa 900 chilometri dall'Avana. Nell'incidente è morto anche un altro attivista dell'Mcl, Harold Cepera, e due stranieri simpatizzanti di Payà sono rimasti leggermente feriti.
La versione delle autorità è semplice e lineare. «Due persone sono morte in un grave incidente d'auto nella provincia Granma», è il titolo della breve notizia riportata stamane dal sito ufficiale Cubadebate, ricordando che l'uomo alla guida dell'auto «ha perso il controllo e la vettura si è quindi schiantata contro un albero».
Nel titolo non vengono nemmeno citati i nomi di Payà e Cepera, mentre nell'articolo viene spiegato che sulla dinamica dell'incidente «le indagini sono in corso».
«UN CAMION GLI È ANDATO CONTRO».Dichiarazioni diametralmente opposte quelle rilasciate da una parte consistente della dissidenza sia dai familiari di Payà.
Già il 22 luglio, quando la notizia è iniziata a rimbalzare sui social network , la nota blogger anti-Castro Yoani Sanchez aveva riferito che un camion aveva urtato la vettura di Payà e dei suoi amici.
È quanto afferma anche la figlia del leader dissidente Rosa Maria, secondo la quale il camion avrebbe tamponato la vettura per farla uscire dalla carreggiata.

Il fratello: «Riceveva minacce frequenti»


Il fratello di Payà, Carlos, ha denunciato le continue minacce ricevute da Oswaldo, raccontando che qualche giorno prima della sua morte, all'Avana, la sua macchina si era ribaltata dopo lo scontro con un'altra vettura. In quell'occasione il dissidente era uscito illeso.
Ma secondo alcuni testimoni, tra cui una donna che abita nell'area dell'incidente, a Bayamo, al momento dello schianto «c'era una forte pioggia. La strada ha dei tratti molto pericolosi».
LA SPAGNA VUOLE LA VERITÀ. A voler vederci chiaro è ora anche il ministero degli esteri spagnolo, il quale ha chiesto all'Avana «tutte le informazioni disponibili».
Anche perché a bordo dell'auto c'era uno spagnolo, Angel Carromero, accompagnato dallo svedese Jens Aron Modig, entrambi politici cattolici vicini a Payà.
Carromero è tra l'altro dirigente di un movimento giovanile del Partido Popular, la formazione del premier Mariano Rajoy.
Secondo alcune fonti dell'Avana, alla guida della vettura c'era proprio lui.
IL CORDOGLIO CONTINUA IN TUTTO IL MONDO. La morte del leader dissidente cattolico continua d'altra parte a essere al centro di centinaia di messaggi Twitter, testi scritti soprattutto da alcune delle 'capitali' estere dell'anti-castrismo, per esempio Madrid o la Florida.
In Italia, l'aula della Camera ha ricordato con un minuto di silenzio e con un applauso Payà, mentre in una nota il presidente dell'Internazionale Democristiana, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto «immediata chiarezza sulle modalità di questo strano incidente che ha tolto di mezzo un testimone scomodo per il regime».
Per la Casa Bianca, Payà è stato «un campione dei diritti civili e umani a Cuba».

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