Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 4 luglio 2012

ITALIA - Di Pietro: «Fornero ha imbrogliato gli italiani»

L'ex pm sulla sfiducia al ministro: «Ha mentito sugli esodati».
Mercoledì, 04 Luglio 2012 - Mario Monti si è stretto a difesa del suo ministro del Welfare,  Elsa Fornero, mentre da molte parti politiche sono arrivate accuse su accuse, sfociate nella mozione di sfiducia che hanno presentato Idv e Lega.
Il 4 luglio, giorno in cui è prevista la votazione del provvedimento, ha puntato il dito contro Fornero proprio il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro.
«Sarò sobrio nella mia dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Fornero, e lo farò mordendomi la lingua perché ho rispetto sia del suo ruolo sia del fatto che sia una donna» ha dichiarato in aula, aprendo il suo inttervento sulla sfiducia.
«SAPEVA DI MENTIRE». La richiesta è dovuta a ragioni di «merito e metodo. Il ministro», ha spiegato Di Pietro, «ha mentito sul numero degli esodati: sapeva che il dato da lei riferito era falso e lo ha confermato comunque».
Per l'ex pm questo è stato «un imbroglio gravissimo, affermando il falso mentendo sapendo di mentire», di conseguenza, ha aggiunto, «chiediamo la sfiducia per i suoi atti e comportamenti individuali che non meritano di essere rappresentati in questa Aula».
«HA VIOLATO LA COSTITUZIONE». Di Pietro ha criticato in particolare, «l'arroganza del ministro nel violare l'articolo 1 della Costituzione, fatto gravemente offensivo per gli italiani».
Ma ha accusato anche le dichiarazioni di Fornero in merito al sommerso in Italia, «come fa a dire che un'illegalità è un rischio che la sua riforma può determinare? Ricorda», ha aggiunto gravemente, «quel ministro della prima repubblica che diceva che la mafia era un rischio con cui bisognava convivere».
Infine, ha concluso l'ex pm, «il fatto che Monti dica di condividerne le scelte è un'aggravante e non un'attenuante».

Monti, scudo per la Fornero

Il Prof: «La sfiducia a Elsa boccia tutti».

Forte dei risultati ottenuti in Europa, il Prof ha guardato negli occhi i partiti cercando di sedare gli animi inquieti che minacciano la tenuta della sua maggioranza.
AVANTI FINO AL 2013. Al Senato Mario Monti ha rivendicato la vittoria della sua linea anti - spread nel summit Ue e ha ribadito di essere determinato ad arrivare «fino a primavera del 2013».
A condizione però che il rapporto tra esecutivo e partiti avvenga «in una prospettiva più serena», meno puntellato di ultimatum da parte di forze politiche e sociali.
Bisogna insomma combattere quella “conflittualità” che anche il presidente della repubblica Giorgio Napolitano aveva denunciato.
TAGLI, SONO GIORNI TESI. L'auspicio del premier è arrivato nel giorno in cui i sindacati sono usciti sul piede di guerra dall'incontro a Palazzo Chigi in tema di spending review.
E alla vigilia, il 4 luglio alla Camera, del voto sulla mozione di sfiducia, presentata da Italia dei valori e Lega Nord, contro il ministro del Lavoro Elsa Fornero, nel mirino per gli ultimi pasticci di governo, il nodo esodati su tutto.
Il Professore ha intenzione di intervenire in difesa della Fornero in Aula, avvisando che un voto contro il ministro sarebbe una presa di posizione contro tutto il governo.
DENTRO APPLAUSI, FUORI GRATTACAPI. A Palazzo Madama Monti ha comunque raccolto il riconoscimento dei partiti di maggioranza per la determinazione con cui ha ottenuto misure come lo scudo anti-spread a Bruxelles (e ha aperto alla cancelliera Angela in vista dell'incontro del 4 luglio a Roma).
Ma fuori, tra Palazzo Chigi e la Camera, il clima di politica, sindacati e enti locali nei suoi confronti è stato tutt'altro che positivo.

Bersani: «Siringhe meno care, no ai tagli agli infermieri»


Il Partito democratico ha chiesto di essere ascoltato nel merito nella definizione dei decreti sulla spending review che dovrebbero essere approvati venerdì 6 luglio in Consiglio dei ministri.
«Sono d'accordo sulla spending review e d'accordissimo su evitare l'aumento dell'Iva», ha avvertito Pier Luigi Bersani, «ma non sui tagli al sociale. La differenza sta in questo: è giusto abbassare costi di una siringa, ma non tagliare il posto di un infermiere».
Monti potrebbe illustrare i decreti sulla spending review pure al trio Abc, anche se per ora non è arrivata nessuna chiamata per Palazzo Chigi.
L'AVVISO DI MONTI AI CAPIGRUPPO. Alla Camera, invece, il Prof ha 'convocato' i capigruppo di maggioranza - Fabrizio Cicchitto (Pdl), Dario Franceschini (Pd), Gian Luca Galletti (Udc) e Benedetto Della Vedova (Fli) - per avvisarli in vista del voto sulla mozione di sfiducia al ministro del Lavoro.
Zero rischi, gli ampi margini di vantaggio numerico lasciano al sicuro il presidente del Consiglio e scacciano preoccupazioni.
Ma il governo teme che l'ok al ministro sia accompagnato da critiche alla riforma delle pensioni e del lavoro che sono di fatto il 'cuore' dell'azione dei tecnici.
SAREBBE UNA BOCCIATURA TOTALE. Per questo Monti è pronto a parlare, mettendo in chiaro che le eventuali bordate non sarebbero rivolte solo al ministro Fornero, ma valutate come una bocciatura di tutto l'esecutivo.
E il Prof vuole metterci la faccia e materializzare un altro scudo, dopo quello anti-spread: contro le frecciate alla sua squadra.

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