CALDEROLI ESULTA, VIZZINI SI DIMETTE - L’intesa tra Pdl e Lega è salutata con entusiasmo da Roberto Calderoli, autore dell’emendamento, che ha dichiarato: «Dopo più di vent’anni di battaglie, con il mio emendamento otteniamo due risultati storici: da una parte la riduzione del numero dei senatori e dall’altra la creazione del Senato federale, lo strumento con cui il Paese può diventare finalmente federalista, rispetto ad un centralismo che ha rovinato il Paese e la sua economia». Ma, il relatore del Ddl, Carlo Vizzini senatore del Partito socialista italiana, intervistato dall’Avanti!online, sottolinea come la mossa potrebbe avere come fine quello di far saltare il banco delle riforme. E’ proprio per questo che ha deciso di dare ieri stesso le sue dimissioni dal ruolo di relatore: «L’approvazione si è data con un margine che va da 4 a 12 voti e dunque, di fatto, porta su un binario morto la riforma per alcuni anni». Di diverso parere Calderoli, secondo cui «grazie a tutte le forze responsabili che ci sono in Parlamento» si è in grado di raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi che «consentirà di ridurre il numero dei parlamentari, di avere il Senato Federale e di far eleggere direttamente da parte del popolo il Presidente della Repubblica già dalla primavera prossima».
Senatore Vizzini, cosa l’ha spinta a
dimettersi dopo il voto del Senato?
Io avevo avuto un mandato come
relatore che si è dato su un testo condiviso dal PdL dal Pd e dal terzo polo, e
quindi da un numero superiore ai 273 che garantiva una percentuale di voti per
una riforma costituzionale senza bisogno di chiamare gli elettori ad un
referendum abrogativo. È successo che fuori dal testo discusso sono spuntati
degli emendamenti del Popolo delle Libertà in merito alla riforma del governo
in senso semipresidenziale alla francese. A questi si sono sommati quelli della
Lega, che ha tirato fuori il famoso emendamento sul Senato federale con
presenza dei consiglieri regionali. Se fosse approvato a maggioranza semplice,
c’è bisogno di un referendum che non può venire prima delle elezioni politiche
e dell’elezione del Capo dello Stato.
Quale pensa che sia la migliore
strategia da tenere a questo punto?
Ritengo sia meglio che i partiti che
hanno preso questa decisione rimandino tutto ad un dibattito più sereno, perché
non credo ci siano i termini per portare a termine il progetto. Avevo anche
proposto, per poter arrivare alla riduzione del numero dei parlamentari un
provvedimento autonomo. Ma la mia richiesta é caduta nel vuoto
Qual è il significato politico di
quello che è successo?
Il ragionamento mi sembra semplice:
ci sono prove di nuova intesa tra la Lega e il Pdl che cercano di salvarsi per
le loro esigenze di bandiera elettorale. Sono esigenze che si basano sulla
convinzione da parte di soggetti politici ritengono che la campagna elettorale
si possa giocare su punti come questi.
Secondo lei è testimonianza di un
problema di tenuta del governo Monti?
Fibrillazioni ce ne sono, e lo
dimostra il voto di ieri. Credo che Berlusconi, che nonostante tutto è dotato
di una maggiore lucidità rispetto ai propri dirigenti, riesca ad immaginare che
se ad ottobre dovessimo fare una campagna elettorale di scontro, in un momento
drammatico per la necessità di riforma del Paese, sarebbe disastroso. A
pensarci mi vengono in mente le immagini della Grecia.
Non crede che possa prevalere in
alcune forze politiche la paura di arrivare all’appuntamento elettorale così in
là nel tempo?
La paura della perdita di consenso
vale per tutti, anche se credo che il Pdl, che gli ultimi sondaggi danno al
18%, più di così difficilmente può continuare a scendere. Anche per Bersani è
un problema perché prima si vota meno cresce il consenso intorno a Renzi. Se ci
fossero oggi Moro e Berlinguer avrebbero spiegato la necessità, per senso di
responsabilità istituzionale, di mantenere in piedi una coalizione, aggiungendo
che forse si sarebbe dovuti andare avanti con l’alleanza anche dopo le
elezioni. Ma mi rendo anche conto che Berlusconi e Bersani non sono Moro e
Berlinguer.
Roberto Capocelli
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