L'euro? Al 60% soccomberà, parola di Nobel.
Martedì, 03 Luglio 2012 - L'economista Paul Krugman, in un'intervista a El Paìs, ha spiegato: «È ancora troppo ampia la distanza tra quello che si dovrebbe fare per salvarlo e quanto la politica ha proposto finora. La speranza di vita dell'euro è del 40%».
Il futuro della moneta unica, in ogni caso, è legato indissolubilmente a quello dei Paesi ora in crisi: «Se la Spagna non ha successo, non lo avrà neanche l'euro». La via perché Madrid esca dalla situazione attuale, secondo Krugman, non è quella del salvataggio, che al contrario potrebbe rivelarsi «disastroso»: «La Spagna ha bisogno di un cambio nella politica macroeconomica europea, che la Bce compri bond per ridurre i tassi». L'Eurotower, infatti, «è l'unica (banca) con gli strumenti sufficienti per agire».
Incalzato sugli ultimi accordi presi a Buxelles, Krugman ha spento gli entusiasmi: «Sono appena il 5% di quello che c'è da fare», ha detto l'economista, anche se «l'ultimo vertice è stato di certo migliore dei precedenti».
«LA CRISI DEL '31 NON HA INSEGNATO NULLA». Con lo scenario attuale, «è sempre piú chiaro che l'Europa assomiglia molto a quella degli Anni 30 e alcune economie europee stanno oggi peggio che in quel periodo in quanto a Pil o disoccupazione». Alcuni esempi? È presto detto: «La Spagna sta sostanzialmente peggio, cosí come l'Italia», ha detto Krugman.
Guardando alle politiche nei vari Stati, ha concluso il premio Nobel, «è difficile essere del tutto sicuri che abbiamo imparato qualcosa dal collasso finanziario del 1931: i discorsi di David Cameron o di Angela Merkel sono molto simili a quelli di Herbert Hoover del 1932».
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