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giovedì 27 settembre 2012

USA - Swing States: Obama stacca Romney

Il presidente è sempre più avanti: 10 punti in Ohio e 11 in Florida.

di Ugo Caltagirone

È oramai una battaglia senza esclusione di colpi quella tra Barack Obama e Mitt Romney per la conquista degli 'swing state', gli Stati chiave fondamentali per vincere le presidenziali del 6 novembre.
Gli ultimi segnali sono positivi per Obama: aumenta proprio negli Stati chiave come Ohio e Florida il vantaggio del presidente sul suo avversario, secondo l'ultimo sondaggio New York Times/Cbs.
SFIDA IN OHIO. Nell'industriale Ohio - profondo Midwest degli Stati Uniti - i due si sono resi protagonisti di un'appassionante sfida a breve distanza: l'inquilino della Casa Bianca alla Bowling Green State University, a Sud di Toledo; l'ex governatore a Westerville, alla periferia di Columbus, circa 200 chilometri più a a Sud.
E parlando praticamente in contemporanea, con le tivù americane che rimpallavano le immagini di Obama che in un comizio ha accusato il rivale di «cancellare la metà degli americani» e quelle di Romney che in un dibattito pubblico ha rinfacciato al presidente una crisi dell'occupazione senza precedenti.
«BASTA OBAMA, DOBBIAMO CAMBIARE». «Non possiamo permetterci altri quattro anni di Obama, dobbiamo fare meglio», ha affermato l'ex governatore del Massachusetts, che ha assicurato in caso di sua elezione una svolta non solo in politica economica ma anche in politica estera.
Promettendo soprattutto una linea dura contro la Cina, rea di porre in atto politiche commerciali sleali che danneggiano le imprese e i lavoratori americani. Una linea molto più dura di quella dell'attuale presidente, che da sempre i repubblicani accusano di essere debole, accondiscendente, poco risoluto: non solo nei confronti di Pechino, ma anche di Teheran e di altre capitali del mondo islamico.
In contemporanea - in un botta e risposta che ha anticipato il primo vero dibattito presidenziale del 3 ottobre - Obama ha replicato colpo su colpo. Ha affermato come sul fronte della politica estera Romney «non è credibile», come non sono credibili i suoi «toni duri contro la Cina».
«ROMENY IGNORA METÀ AMERICA». Poi il presidente è tornato sulla famigerata frase del candidato repubblicano che in un video 'rubato' ha affermato di disinteressarsi del 47% degli americani meno benestanti: così «Romney cancella la metà del Paese», ha tuonato Obama, ripetendo come il suo rivale non abbia in alcun modo a cuore le sorti della gran parte della middle class, e pensi solo ad agevolare i più ricchi.
Ohio, dunque, campo di battaglia, come altri nove Stati che possono essere decisivi per eleggere il nuovo presidente. È soprattutto Mitt Romney che spera di uscire rafforzato nelle prossime ore, visto che il vantaggio di Obama nei principali sondaggi aumenta sempre di più.
E aumenta proprio negli Stati chiave come l'Ohio, che insieme alla Florida assegna il maggior numero di grandi elettori (rispettivamente 18 e 29): secondo l'ultima rilevazione New York Times/Cbs, nel primo dei due Stati l'inquilino della Casa Bianca è in testa di 10 punti; nel secondo di 11 punti.
Un divario che comincia a essere difficile da colmare. Anche se il candidato repubblicano sa di avere alle spalle una vera e propria macchina da guerra, soprattutto per quel che riguarda le risorse finanziarie. Soldi in grado di cambiare la situazione nelle ultime settimane prima del voto. Ecco perché nello staff di Obama la parola d'ordine è 'estrema prudenza', nonostante i sondaggi.

Ansa

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