Pensare Globale e Agire Locale

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mercoledì 5 settembre 2012

ITALIA - «Euro salvo in tre tappe»

Intesa tra Monti e Hollande a Roma.

Martedì, 04 Settembre 2012 - La strada per salvare l'euro deve essere percorsa su tre tappe fondamentali: «Applicare le decisioni del consiglio Ue di fine giugno, risolvere i problemi di Grecia e Spagna e realizzare l'Unione bancaria».
Lo hanno detto a una sola voce Mario Monti e François Hollande, i quali hanno dato vita al secondo incontro bilaterale a Roma negli ultimi tre mesi per rafforzare l'asse italo-francese verso la crescita.
I due hanno parlato di «identità di vedute sul clima da ristabilire per rilanciare l'economia europea e per dare stabilità all'Eurozona».
«L'UE RICONOSCA GLI SFORZI». Ma hanno anche chiesto, parole di Monti, che «ci sia un riconoscimento da parte dell'Ue» dei progressi dei Paesi in modo da combattere gli spread, il cui livello reale “dovrebbe scendere a 200 punti” secondo Bankitalia.
«Fare i compiti a casa è necessario ma non sufficiente», ha aggiunto il Prof, che ha parlato di «grande sinergia» con Hollande.
Quest'ultimo ha ricambiato spiegando che esiste una «relazione fiduciosa e seria» tra Francia e Italia, le quali condividono l'obiettivo di raggiungere la stabilità nel Vecchio Continente attraverso misure per la crescita.
«NO DUBBI SULL'EURO». «Se vogliamo ripristinare la fiducia, non dobbiamo avere dubbi sulla zona euro», ha aggiunto il capo dell'Eliseo, riferendosi alla revisione al ribasso dell'outlook Ue da parte dell'agenzia di rating Moody's a cui «dobbiamo rispondere» coi fatti.
«Credo che l'Europa non decida abbastanza in fretta. Non possiamo aspettare ancora che la Grecia e la Spagna presentino nuovi rischi. Bisogna agire subito», in attesa delle decisioni della Bce del 6 settembre.

Monti sprona le parti sociali: «Si sforzino per creare lavoro»


Hollande non ha citato le difficoltà dell'Italia, considerata da molti esperti come la prossima pedina del domino a cadere, ma Monti ha affrontato il tema focalizzando l'attenzione sul lavoro.
Il premier ha sollecitato le parti sociali ad «acuire gli sforzi» per rilanciare la produttività e la competitività. «Mentre il governo si sforza per aumentare la produttività, occorre che chi rappresenta il lavoro e l'impresa acuisca i suoi sforzi», ha affermato.
Parole arrivate poco dopo l'appello del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui “ Monti dovrebbe pensare al lavoro, non solo al rigore”.
PASSERA VUOLE UN PATTO FORTE. E il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, ha detto di aspettarsi un patto con imprese e sindacati che «serva a rimetterci nella Champions League della produttività. Per poi fare, come politica e governo, tutto ciò che si può fare per appoggiarlo e renderlo ancora più efficace».
Sulla riforma delle pensioni, il Prof ha evidenziato che «se fosse stata realizzata anni fa, questo avrebbe dato respiro alle nuove generazioni».
«LA TAV SI FARÀ». I leader di Italia e Francia si sono trovati d'accordo anche su altri argomenti di interesse comune, come il fatto che in Siria sia necessario un «governo alternativo» e soprattutto che la Tav debba essere portata a termine.
Ad inizio dicembre è in programma un nuovo bilaterale a Lione, che secondo Monti è «un altro segno concreto dei due Paesi di dare piena realizzazione all'opera dell'alta velocità, che è un'opera di fondamentale interesse».

Asse per un memorandum 'light' in chiave anti-spread


Spalleggiato da Hollande, Monti ha sostenuto il cosiddetto memorandum 'light' da imporre ai Paesi virtuosi che chiedono l'attivazione dello scudo europeo anti-spread.
In pratica, gli Stati che chiederanno l'intervento del Fondo di stabilità europeo dovranno siglare un'intesa che conterrà il percorso di risanamento già concordato dal Paese con Bruxelles. Principio che Roma, Madrid e Parigi interpretano così: niente compiti a casa aggiuntivi, nessun impegno supplementare.
LA BCE RASSICURA I FALCHI NORDICI. Ma i governi rigoristi la pensano diversamente e il timore dell'Italia è che in fase negoziale tentino di imporre nuove e più pesanti condizioni sul modello dei programmi della Troika per la Grecia.
Nella partita si inserisce anche la Bce, il cui presidente Mario Draghi ha parlato di «severe condizioni» alle quali subordinare il suo intervento sul mercato secondario per i titoli a breve scadenza. Parole tese a rassicurare i falchi nordici e a convincere la Bundesbank.
L'ITALIA PRENDE TEMPO. In privato, però, l'Italia sta giocando la carta della tattica dilatoria per rinviare il più possibile il negoziato sulle condizioni cui saranno obbligati i governi che ricorreranno al Fondo di stabilità.
L'obiettivo è quello di evitare ulteriori spaccature in Europa che avrebbero effetti negativi sui mercati. (Gabriele Perrone)

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