Si avvicinano le elezioni (a qualcuno potrà
non piacere ma per Costituzione entro Aprile occorre votare) ma nessuna sa
ancora con quale sistema gli italiani potranno scegliere (speriamo…) i propri
parlamentari e magari (di nuovo speriamo) chi dovrà guidare il governo.
Assistiamo oramai da mesi, da parte del Pdl, ad una serie infinita di giravolte
sulla legge elettorale utili a prendere in giro gli elettori sulla reale volontà
di cambiare il “porcellum” oppure a mascherare quello che truffaldinamente
proposto come un accoglimento dell’appello del Presidente della Repubblica a
cambiare. La proposta capestro, con un premio del 15% alla prima lista ed uno
sbarramento al 5%, appare certamente utile a comprimere la rappresentanza ma di
certo non a garantire la governabilità, rinviando alla successiva sede
parlamentare il formarsi della maggioranza necessaria per il governo del paese,
con il rischio, che appare quanto mai concreto di alimentare forme di
trasformismo parlamentare dettate dalla necessità di conquistare maggioranze
numeriche in aula anziché nelle urne.
Se è vero che al peggio non c’è mai fine
attenzione a non adottare rimedi peggiori del male. Nel frattempo Matteo Renzi
ha annunciato la sua candidatura alle primarie come se il sistema elettorale
fosse un optional e non il presupposto su cui tarare le modalità di scelta
della leadership. Affidare l’opportunità di guidare una grande nazione al caso
o, peggio ancora, al caos, è l’ultima ferita che può essere inferta all’Italia.
Se le primarie sono di coalizione, le regole non possono essere fissate da un
solo partito. Evitando divisioni tra chi le vuole “aperte” e chi “blindate”
occorre che prevalga il buon senso, consentendo di partecipare a tutti, ma solo
a quelli, cittadini che votano per il centro-sinistra. Serve dunque un albo
pubblico degli elettori. Se si rievocano gli Usa, si faccia come negli Usa.
Votano gli iscritti al partito o quelli che in sede di primarie decidono di
iscriversi.
Nel corso di questi anni abbiamo assistito a
diverse forme di ‘primarie’, nessuna regolamentata con norme trasparenti e
certe. Ancora vivo è il ricordo delle file di cinesi democratici sgomitare
fuori dai gazebo e conoscenti integrati nel Popolo della Libertà sostenere
candidati del fronte opposto. Evitiamo che chi vota Storace scelga il nostro
candidato. Siamo davvero al limite del tempo massimo: Pd, Sel e Psi condividano
riforma elettorale e regole delle primarie, facendo in modo che chi vince
queste e poi le elezioni conquisti il diritto a governare.
(Marco Di Lello coordinatore nazionale PSI)
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