Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 29 settembre 2012

RUSSIA - Pussy Riot, una voce dal carcere

In attesa della sentenza d'appello del processo per odio religioso a carico del gruppo punk russo, la leader Nadezda ha rilasciato un'intervista a "Elle". Ecco cosa ha detto.

(Elle) Com'è la vita in prigione?
(Nadezda Tolokonnikova) Come in un monastero. Ho sempre sognato di trascorrere parte della mia vita come un'asceta, dunque non mi lamento e non biasimo nessuno. Sono serena, imparo a conoscermi e lavoro su me stessa.

Come hai reagito all'immenso sostegno che le Pussy Riot hanno ricevuto?
Non ho la tv né i giornali. Posso solo immaginare quello che sta succedendo fuori di qui. Comunque i nostri avvocati ci riferiscono quel che accade. Vedo che la solidarietà nei nostri confronti diventa sempre più grande. Vedo che il sistema si divora da solo. Il nostro processo, in particolare, ne è una prova. Nonostante la massiccia propaganda mediatica di Putin, sempre più russi smettono di credere nello Stato e cominciano ad ascoltare noi attivisti, noi manifestanti.

Qual è il vostro stato d'animo?
Siamo positive e ottimiste. Il mio particolare stato d'animo è: niente emotività e niente rimorsi. Voglio essere attiva e comportarmi come sempre. Quando non si ha più niente da perdere, non si può che essere ottimisti. Siamo state condotte a un livello estremo di ottimismo! Non si è riusciti a nascondere o ad affossare il nostro caso. Generalmente il sistema russo fa di tutto affinché le iniziative sociali passino completamente inosservate. Le Pussy Riot sono riuscite a infrangere questa cortina.

Cosa pensi dell'intervento del primo ministro Dmitri Medvedev che si è espresso, a titolo personale, per la vostra liberazione?
Il parere di Medvedev in questa storia non conta niente.

Come trascorri le tue giornate?
Scrivo di tante cose: politica, idee, società, il coming out, la religione, la prigione... Quando si mette la testa in queste cose, tutto il resto va bene.

Come vedi il domani?
Il domani? Solo il tempo potrà dirlo.


Nathalie Dolivo
Articolo originale su Elle, traduzione di Belinda Malaspina

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