Pensare Globale e Agire Locale

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mercoledì 5 settembre 2012

ITALIA - Primarie, decide la coalizione

Le regole stabilite da Pd, Sel e Psi.

Mercoledì, 05 Settembre 2012 - L'accordo politico, suggellato nello scorso giugno a Sassari da Massimo DiAlema e Pier Ferdinando Casini, c'è già: il Pd organizzerà il campo dei progressiti, l'Udc quello dei moderati e, dopo il voto, si andrà uniti al governo del Paese.
L'ACCORDO NEL CENTROSINISTRA. E le primarie? Seguiranno più o meno lo stesso schema. Pier Luigi Bersani, d'altra parte, non ha alcuna intenzione di venire meno a un impegno preso e sa di aver bisogno di una forte investitura popolare prima delle urne. Ma a scrivere le regole della competizione non sarà solo il Pd.
«Il Pd non scrive le regole. Non c'è nessuna bozza di regolamento in via di stesura», spiega a Lettera43.it Nico Stumpo responsabile Organizzazione della segreteria e uno dei collaboratori più stretti di Bersani. «Tutti quelli che parteciperanno al percorso politico sulla carta di Intenti, e faranno quindi parte della coalizione, decideranno anche le modalità di svolgimento delle primarie».
UDC ESCLUSA. Quindi anche l'Udc? «L'Udc al momento non fa parte della alleanza di centrosinistra. Lavora al campo dei moderati. Ma Vendola e Necini sì».
Il leader di Sel e il segertario del Psi, dunque, decideranno insieme con i democratici chi, come e quando voterà alle primarie di coalizione per la scelta del candidato premier.

Stumpo: «Sulle primarie Bersani non torna indietro


Una competizione alla quale potrà partecipare più di un esponente del Pd, prosegue Stumpo, anche se lo Statuto del partito prevede che il candidato alla premiership sia solo uno: il segretario.
LE DEROGHE ALLO STATUTO. «Bersani ha già detto di non volersi avvalere di quella norma e così farà», continua il dirigente piddino. «Se altri del Pd come Renzi e Boeri vorranno partecipare bisognerà approvare una norma che preveda deroghe temporanee allo Statuto, ma anche questo sarà deciso in un percorso collettivo che, ribadisco, sarà successivo alla costruzione politica di una alleanza che sottoscriva una comune carta di Intenti».
IL NODO DELLA LEGGE ELETTORALE. A chi, come Romano Prodi e Walter Veltroni, ha fatto notare in questi giorni che una eventuale riforma della legge elettorale in senso proporzionale priverebbe di senso le primarie, Stumpo risponde citando il caso tedesco: «Qualche anno fa in Germania i socialdemocratici di Schröder e i Verdi si presentarono alle elezioni con liste separate, ma governarono in coalizione come promesso prima del voto». Le primarie, dunque, «si faranno anche a prescindere dalla modifica o meno della legge elettorale».
Una riforma nella quale spera lo stesso D'Alema che alla festa democratica di Reggio Emilia è andato pure oltre. «Sono giunto alla conclusione che qualsiasi meccanismo che consenta di scegliere i parlamentari», ha detto, «sia meglio di questa situazione, che è insostenibile. Se non ci sarà la riforma elettorale noi le liste elettorali le faremo con le primarie».
L'IPOTESI DI UN ALBO. Se a votare saranno solo gli iscritti a un albo oppure no, è ancora presto per dirlo. L'ex presidente del Senato, Franco Marini, chiede che vengano definiti degli elenchi di ammissione. Nello Statuto del Pd non ce n'è traccia. E in ogni caso, se si tratterà davvero di primarie di coalizione, sembra difficile ipotizzare un registro di tutti gli elettori di centrosinistra, vendoliani e socialisti compresi, ammessi a partecipare al grande show delle primarie.

(Gabriella Colarusso)

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