06/09/2012 -Dopo la notizia data
da Milano Finanza l’altroieri e ripresa da Repubblica ieri, il ministero si è
affrettato a precisare che l’Imu dovuta dalla Chiesa per gli immobili
commerciali verrà pagata, e che il regolamento attuativo sta arrivando.
Valentina Conte su Repubblica ci spiega cosa è successo:
Un altro modo per dire che il decreto ministeriale,
atteso per la fine di maggio, ancora non c’è, come riferito ieri da Repubblica.
Ma ci sarà «a breve». «In data odierna», ovvero solo ieri, scrive ancora il
dicastero guidato da Grilli, «il ministro ha trasmesso al Consiglio di Stato,
per il prescritto parere, lo schema di regolamento di attuazione dell’articolo
91 bis». Modello indispensabile a Chiesa – ma anche partiti, sindacati,
fondazioni, associazioni – per calcolare (entro il 2012) quanta parte degli
immobili a «utilizzazione mista » sarà sottoposta all’imposta (nel 2013) e
quale no.
E distinguere, così,
tra attività commerciale e culto, volontariato, politica, assistenza:
Il dicastero di via Venti Settembre rivela poi l’invio di
una «risposta puntuale» anche alla Commissione europea e alla sua «richiesta di
informazioni relativa al caso C26/2010». Per chiudere così l’indagine aperta a
Bruxelles contro l’Italia per aiuti di Stato, “mascherati” con la storica esenzione
Ici agli immobili degli enti ecclesiastici. L’accelerazione dell’Economia
arriva dopo una giornata di rimpalli con Palazzo Chigi, dove il testo del
regolamento sembrava giacere in atteso di un “visto”. Alla fine, però, la
precisazione. E così «l’esame complesso della materia», che ostacolava l’iter
Imu, si è sbloccato. La nota spiega che il decreto ministeriale, con lo schema
per gli enti, riguarda solo il comma 3 dell’articolo 91 bis. Articolo aggiunto
in extremis al Cresci-Italia, il provvedimento sulle liberalizzazioni diventato
legge il 24 marzo, dal presidente del Consiglio in persona. Per due motivi:
evitare le sanzioni Ue e sciogliere il nodo su una «materia delicata», così la
definì, visti i malumori crescenti tra i proprietari di case (prime comprese),
costretti a versare già da quest’anno un’imposta pesantissima.
Il comma 3 di
quell’articolo è relativo proprio agli immobili ad uso misto, la realtà più
diffusa negli enti non commerciali:
Laddove cioè non è immediato stabilire quanti metri quadri
fanno utile (un bar in parrocchia che va ri-accatastato, però) e quali no.
Detto in altro modo, laddove «non è possibile procedere al distinto
accatastamento della frazione di unità immobiliare nella quale si svolge
l’attività di natura non commerciale». Il regolamento dovrebbe far luce su
questi casi e indicare una modalità di calcolo. La partita, secondo stime Anci
(Comuni), potrebbe valere oltre 600 milioni. Entità mai confermata dai vescovi
italiani (Cei), che però non ne hanno mai offerta una alternativa. Il
censimento si farà solo grazie a queste nuove direttive. Ovviamente sono e
saranno esenti dall’Imu (comma 1) tutti gli immobili destinati «esclusivamente
» ad attività non commerciali, e non più «prevalentemente». L’Imu intanto si
conferma
Il
governo fa sapere che la Chiesa pagherà l’Imu
05/09/2012 - Il
comunicato del ministero dell'Economia e delle Finanze
In
data odierna il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha trasmesso al
Consiglio di Stato, per il prescritto parere, lo schema di regolamento di
attuazione dell’articolo 91 bis, comma 3, del decreto legge n. 1 del 2012,
convertito in legge n. 27 del 2012.
è stata inoltre inviata ai servizi della Commissione europea – si legge in una nota – la risposta puntuale alla richiesta di informazioni relativa al caso C26/2010.
Si ricorda che è già in vigore, senza necessità di ulteriori provvedimenti attuativi, il primo comma dell’articolo 91 bis, che precisa che sono esenti soltanto gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali “destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali” delle attività istituzionali.
è stata inoltre inviata ai servizi della Commissione europea – si legge in una nota – la risposta puntuale alla richiesta di informazioni relativa al caso C26/2010.
Si ricorda che è già in vigore, senza necessità di ulteriori provvedimenti attuativi, il primo comma dell’articolo 91 bis, che precisa che sono esenti soltanto gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali “destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali” delle attività istituzionali.
Nessun commento:
Posta un commento