IL COMMENTO DI PIER
LUIGI BERSANI -
In un’intervista, il leader del Pd si è espresso anche sulla Fiat, dichiarando
che il governo «è stato troppo cauto. Avrebbero dovuto incalzare Marchionne,
anche perchè era evidente che il progetto “Fabbrica Italia” non è mai
esistito». Bersani ha poi promesso che adotterà strumenti parlamentari affinchè
l’esecutivo «faccia piena luce. E se poi mi dicono che c’è la crisi del mercato
dell’auto, a maggior ragione un governo deve cercare di capire che cosa si
possa fare».
LE DICHIARAZIONI DI
SUSANNA CAMUSSO - Il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso ha
commentato l’intervista di Marchionne, dichiarando che l’ad della Fiat «ha
tenuto una posizione molto difensiva, nella quale, però, non dà le risposte di
cui il Paese ha bisogno». Sulla situazione dell’industria automobilistica
Camusso ha detto che: «Se, Fiat è orientata a ridimensionare la produzione, il
governo deve interrogarsi su come attirare un altro produttore. Il nostro Paese
ha sempre dato per scontato che le auto le produce la Fiat o nessuno – ha poi
proseguito – invece è da affermare il concetto che la produzione dei mezzi di
trasporto nel Paese non può essere il risultato delle scelte di una singola
azienda». Camusso ha poi invitato a non giustificare la mancata realizzazione
del progetto “Fabbrica Italia” con la crisi, «perchè quel piano è stato
annunciato nel 2010, a crisi scoppiata e consolidata». Il leader della Cgil ha
inoltre auspicato che la situazione Fiat venga affrontata «con unità» dai
sindacati.
L’ESORTAZIONE DEL
LEADER DELLA CISL - Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl ha
invitato l’ad di Fiat a convocare subito i sindacati e «di chiarire un solo
aspetto: se il “Piano Fabbrica Italia” lo mantiene e lo utilizza quando
riprende il mercato oppure, a prescindere da questo, lui non vuole più
utilizzarlo». Bonanni ha inoltre esortato Marchionne a chiarire «con chi si è
preso ogni volta responsabilità pur di ottenere certezze per l’occupazione e
per la difesa dei posti di lavoro. Ha il dovere di farlo per lealtà». Secondo
il leader della Csil, l’ad della fabbrica automobilistica farebbe bene a
incontrare i pubblici poteri «anche perchè ci sono molti siti industriali della
Fiat che hanno bisogno di una maggiore efficienza di servizi e soprattutto di
infrastrutture».
L’ATTACCO DI AIRAUDO
DELLA FIOM -
Il responsabile auto della Federazione Impiegati Operai Metallurgici (Fiom),
Giorgio Airaudo ha criticato le modalità di Marchionne, dichiarando che «se la
Fiat non è in grado di rispondere, il governo deve lavorare affinché entrino
nuovi produttori. Non possiamo più permetterci un regime di monopolio, non
possiamo più affidarci alla clemenza, anche perché la Fiat, quando viene
lasciata fare da sola, sbaglia sempre». Airaudo non è dunque per nulla convinto
dalle rassicurazioni di Marchionne che rassicurazioni non sono «è solo un modo
per prendere tempo. Non è la prima volta che dice che mantiene gli stabilimenti
in Italia con le vendite ed i profitti fatti all’estero quindi penso che sia
sempre piu urgente che questo paese stabilisca un patto con la Fiat, serve un
accordo e solo il governo può farlo. Serve uno dei tanti accordi che la Fiat ha
fatto in giro per il mondo», ha poi concluso il sindacalista.
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