Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 25 settembre 2012

ITALIA - Sicilia, impresentabili in lista

I candidati che hanno guai con la giustizia.

di Giuseppe Pipitone

Martedì, 25 Settembre 2012 - Se c’è un record indiscutibile che l’ultima legislatura dell’Ars, l’Assemblea regionale siciliana, ha registrato è senza dubbio il numero dei deputati che per varie ragioni hanno stimolato l’interesse della magistratura.
All’ultima conta gli onorevoli siciliani indagati, inquisiti o condannati durante il governo di Raffaele Lombardo - pure lui sotto processo per concorso esterno a Cosa Nostra - erano 27, il 30%. Come dire che uno su 10 dei politici che si muovono tra i corridoi di palazzo d’Orleans hanno o hanno avuto problemi con la giustizia.
IL LEIT MOTIV DELLA CAMPAGNA. Logico dunque che il leit motiv dei partiti politici alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni del prossimo 28 ottobre abbia fatto rima con due parole: «liste» e «pulite».
A mettere al bando gli onorevoli «wanted» ci ha provato immediatamente il Pdl di Angelino Alfano, forse per giustificare lo slogan del suo candidato governatore, Nello Musumeci, che sui manifesti ha fatto scrivere: «Governare, con onestà».
Il Pdl ha quindi varato un codice etico che prevedeva lo stop ai candidati coinvolti in inchieste per reati di mafia, finanziamento illecito dei partiti, scambio elettorale e corruzione.
PDL, LA CANDIDATURA DI CORONA. Peccato, però, che alla presentazione del 'vademecum', il luogotenente di Silvio Berlusconi Dore Misuraca abbia dovuto confermare a mezza bocca la candidatura del deputato uscente Roberto Corona, arrestato lo scorso dicembre per reati finanziari e ora in attesa di giudizio. Fino a tre mesi fa gli era addirittura vietato dimorare in Sicilia.
«Dobbiamo tenere conto delle norme», ha spiegato Misuraca, «e il reato di cui è accusato Corona non rientra tra quelli previsti dal codice antimafia Pisanu per l'incandidabilità. Anzi, aggiungo che abbiamo fatto un codice di autoregolamentazione ancora più rigido».

Ce n'è per tutti i gusti: dal peculato all'associazione a delinquere


Il Pdl infatti alle prossime Regionali candiderà anche Giuseppe Buzzanca, giramondo delle cariche pubbliche condannato a sei mesi per peculato dopo aver utilizzato l’auto blu per andare in vacanza. In teoria doveva decadere dalla carica di sindaco di Messina, ma fu salvato da una leggina inventata per lui dal governo Berlusconi, che ovviamente prese il nome di legge ad Buzzancam.
CAPUTO E L'AFFAIRE DELLA MULTA. Prova a tornare a Palazzo d’Orleans col partito del predellino anche Salvino Caputo, deputato dai tanti comunicati stampa antimafia, e con una condanna in secondo grado a un anno e cinque mesi per tentato abuso d’ufficio: quand’era sindaco di Monreale, avrebbe tentato di far cancellare una multa all’autista del vescovo.
I MORSI DI FAZIO. Solo in primo grado è invece la condanna per violenza privata dell’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio, pure lui del Pdl, recentemente sorpreso a mordere il naso di un avversario politico al termine di un chiassoso Consiglio comunale nella città delle saline.
I DUBBI DI MICCICHÈ. Sarà forse per questo che le liste pulite non sono invece piaciute a Gianfranco Miccichè, ex braccio destro di Berlusconi ora candidato presidente con Grande Sud. «Il tema della legalità e delle liste pulite va affrontato, ma con prudenza», ha detto cauto l’ex manager di Publitalia che infatti ha candidato Riccardo Minardo, deputato uscente del Movimento per l’Autonomia, arrestato nel 2011 per associazione a delinquere, truffa e malversazione ai danni dello Stato.
IL PANORAMA NEL MPA. L’onta dell'ordinanza di custodia è stata vissuta anche da Fabio Mancuso, pure lui approdato sul fronte autonomista dopo una vita nel Pdl, arrestato per bancarotta nel 2011.
Alla corte di Lombardo si è ricandidato anche anche Giuseppe Arena, già esponente dell’Udc, condannato per falso in bilancio a due anni e nove mesi di carcere con l’interdizione dai pubblici uffici.

Il curriculum degli uomini di Rosario Crocetta


Qualche problemino con la giustizia si registra anche dalle parti dell’antimafioso doc Rosario Crocetta , candidato alla successione di Lombardo grazie all’appoggio dell’Udc e del Pd.
Nel partito di Pier Ferdinando Casini si è ricandidato Marco Forzese, indagato nell’inchiesta sulle promozioni facili al Comune di Catania dopo essere già stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il comune etneo con 4 mila e 850 euro.
NICOTRA SPINA DELL'UDC. In lista con l’Udc c’è anche Raffaele Nicotra, chiamato da tutti semplicemente Pippo. Nicotra era stato indagato per voto di scambio ma l'inchiesta poi era stata archiviata. Il suo slogan è «il nuovo si costruisce con l’esperienza». E nel suo caso l’esperienza racconta di una nomina a sindaco del Comune di Aci Catena, finita con uno scioglimento per mafia. Nel 1993 Nicotra si oppose al divieto di funerali pubblici per un giovane parente del boss della zona e, contrariamente alle direttive del questore, si recò platealmente al cimitero per abbracciare la famiglia del giovanotto defunto in odor di mafia. E siccome in Sicilia non ci facciamo mai mancare nulla, Nicotra è arrivato in seguito a fare parte della commissione antimafia regionale.
Al fianco di Crocetta c’è anche l’ex sindaco democratico di Alcamo Giacomo Scala, presidente dell’Anci, attualmente imputato per abuso d’ufficio e falso per alcune consulenze elargite quand’era primo cittadino della città in provincia di Trapani.
OMBRE SUGLI ASPIRANTI GOVERNATORI. Le famose liste pulite però non risparmiano neanche i candidati presidenti. È il caso di Cateno De Luca, ex autonomista ora aspirante governatore con il suo movimento Rivoluzione siciliana.
Nel giugno del 2011 fu arrestato e continua a essere indagato per tentata concussione e abuso d’ufficio, nonostante la Cassazione abbia sancito la nullità della sua custodia cautelare.
Di De Luca però rimarrà nella storia il giorno in cui presentò il suo movimento, arrivando in sala stampa coperto soltanto da una bandiera della Sicilia: quella volta nessuno tirò fuori le manette.

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