Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 8 settembre 2012

SPAGNA - Sfida all'Opus dei in Cantabria e Andalusia

Stop ai finanziamenti alle scuole separate dell'Opera.

di Silvia Ragusa

Sabato, 08 Settembre 2012 - Alle prese con il rincaro di quaderni e diari, anche quest'anno in Spagna circa 100 mila alunni entreranno da porte separate: da una parte i maschietti, dall’altra le femminucce.
In compenso le classi distinte, previste dal sistema d'istruzione nazionale, non potranno più ricevere finanziamenti pubblici.
Lo ha stabilito, con due sentenze choc, la Corte suprema di Madrid che ha legittimato la decisione delle regioni Cantabria e Andalusia di bloccare le sovvenzioni statali alle scuole separate, andando per la prima volta a toccare un'istituzione tabù: l'Opus dei, che in Spagna controlla i maggiori centri d'insegnamento privati e di ispirazione religiosa.
LE CLASSI SEPARATE SONO «DISCRIMINANTI». Le due autonomie, alle prese con i conti in rosso, avevano fatto appello all’articolo 84 della Legge organica sull'educazione (Loe) che disciplina la materia scolastica e secondo il quale devono essere abolite le «discriminazioni per motivi di nascita, razza, sesso, religione, opinione o altra condizione personale e sociale» negli istituti.
REGIONI AUTONOME CONTRO IL GOVERNO. I giudici hanno approvato a pieni voti la decisione dei governatori locali. «Lo Stato non può concedere ai centri scolastici privati lo status di istituti paritari, poiché è espressamente proibita dalla vigente legislazione la discriminazione su basi sessuali», ha scritto la Cassazione spagnola.
Sfidando un governo che, tra i suoi ministri ultra-conservatori, conta una nutrita schiera di aficionados della prelatura personale fondata da Josemaría Escrivá de Balaguer.

La moda del college: 150 istituti privati separati


Da Sud a Nord, in Spagna si contano 150 istituti privati che adottano la separazione tra i sessi e, secondo i dati del ministero dell’Educazione, almeno 70 tra questi, considerati paritari, hanno finora ricevuto sovvenzioni pubbliche.
Un bel numero: anche perché negli ultimi anni nel Paese è nata la moda dell'istituto unico con classi distinte come i college statunitensi, in aggiunta al modello classico d’insegnamento con istituti maschili e femminili.
SOVVENZIONI STATALI PER 100 MILIONI. Ognuna delle scuole aventi diritto riceve dai 75 ai 100 milioni di euro l’anno dalle casse pubbliche statali.
Molte di queste sostengono di avere iscritti di tutte le classi sociali. I detrattori, invece, parlano di centri di élite che potrebbero ben mantenersi senza finanziamenti pubblici.
Nel tentativo di dare testimonianza del suo buon operato la scuola Tajamar, nel quartiere madrileño di Vallecas (1.800 alunni, tutti ragazzi), ha addirittura sfoggiato una media generale del 7, a dimostrazione che l’educazione per sessi funziona.
I GENITORI: «NO AL MODELLO SESSISTA». Ma al di là dall’annosa questione sull’efficacia dell’insegnamento in classi miste o separate - dibattito che in Spagna riemerge ciclicamente sin dall’epoca franchista della coeducazione vietata - la Confederazione delle associazioni dei genitori di alunni (Ceapa) ha plaudito alla storica sentenza.
I soldi pubblici devono essere destinati a scuole che «promuovono l’uguaglianza»: «La parità di trattamento è un concetto cardine a scuola. L’educazione separata contribuisce solo a creare un muro tra uomini e donne», hanno spiegato i genitori spagnoli con una nota ai media.

Opus dei, educazione di Stato


Se poi alla base della separazione tra sessi nelle aule scolastiche c’è un’idea religiosa e dietro quest'idea c'è anche la mano dell’Opus dei, la questione si complica e la protesta degli spagnoli si fa ancora più dura.
Almeno 24 di questi istituti privati appartengono infatti al gruppo dei centri d’insegnamento legati alla potente prelatura personale della Chiesa cattolica.
Non a caso, il governo di Mariano Rajoy ha reagito con una levata di scudi alla sentenza del Tribunale supremo spagnolo. Il ministro della Pubblica istruzione José Ignacio Wert, favorevole al sistema separato, si è detto da subito contrario alla sospensione dei finanziamenti, annunciando l'intenzione di modificare la legge del 2006 sulla quale si basa la sentenza.
RAJOY BLOCCA ZAPATERO. In difesa dei detrattori delle classi miste, Wert ha fatto riferimento a una convenzione dell’Unesco del 1960, siglata da Madrid, secondo cui «l’educazione differenziata, se non comporta disparità di opportunità tra maschi e femmine, non è una forma di discriminazione»
Molti spagnoli la considerano invece tale. A maggior ragione se, a pagarla di tasca loro in un periodo di crisi, sono tutti i cittadini.
Già nel 2011, il governo di José Luis Zapatero presentò una proposta legislativa per escludere dai finanziamenti pubblici le scuole per soli maschi o sole femmine.
Il premier socialista non ebbe però il tempo di approvarla: dopo le sue dimissioni alla Moncloa arrivarono gli uomini del Partido popular, da sempre contrari al progetto di legge.
I MINISTRI SEGUACI DI ESCRIVÁ. Nulla di strano. Nei governi di José María Aznar, tra il 1996 e il 2004, membri dichiarati dell’Opus dei come Federico Trillo e Isable Tocino furono addirittura nominati ministri. Perfino l’ex procuratore generale di Stato Jesús Cardenal è membro della prelatura della Chiesa cattolica.
Nel governo di Rajoy, invece, sono apertamente vicini all’Opus dei il ministro degli Interni Jorge Fernández Díaz, il ministro degli Esteri José Manuel García-Margallo, il ministro della Difesa Pedro Morenés e Ana Mato, ministro della Sanità.

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