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giovedì 16 febbraio 2012

ITALIA: La crisi colpisce i giovani, 80 mila occupati in meno in nove mesi

Il presidente dell'Istat Giovannini: ha un lavoro meno di una donna su due. Disoccupazione 15-24 anni è la più alta dopo la Spagna
Roma, 16 feb.  - Nei primi nove mesi del 2011 hanno lavorato 80 mila giovani in meno. Dopo la forte caduta nel biennio 2009-2010 l'occupazione del segmento fra i 18 e i 29 anni continua a calare: a fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre trimestri del 2011 l'occupazione giovanile ha subito una flessione del 2,5 per cento. Lo ha detto il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, alla Camera.

"Al contempo - ha spiegato Giovannini - il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni è sceso dal 20,5 per cento del primo trimestre 2001 al 18,6 per cento del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Tuttavia, se consideriamo la fascia d'età 15-24, come proposto dall'Unione europea, la disoccupazione sale al 31 per cento, la più alta dopo la Spagna".

Per quanto riguarda l'occupazione femminile, in Italia lavora meno di una donna su due. "Negli anni - ha concluso Giovannini - il part-time ha contribuito notevolmente alla crescita dell'occupazione femminile, ma l'Italia continua ad avere tassi di impiego parziale inferiori rispetto alla media europea e, insieme, livelli doppi per la componente di part-time involontario".

Fornero: Da Governo determinazione per riforma incisiva sul lavoro

Da sindacati disponibilità al dialogo, fiduciosa per riforma vera

 "C'è la ferma determinazione del Governo a fare una riforma incisiva e credibile per i mercati". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo a un convegno e ricordando che la riforma va fatta "in tempi brevi, entro fine marzo e i sindacati lo sanno".

Il ministro poi si è detta fiduciosa: "Ho visto una disponibilità al dialogo da parte dei sindacati e sono fiduciosa che si possa fare una riforma vera che - ha aggiunto con una battuta - possa mettere i francesi in assoluto stupore".

Il ministro ha poi assicurato che sul fronte della riforma del lavoro "non siamo vincolati dall'Europa". Dunque, "non ci sono vincoli, la lettera alla Bce è una lettera del governo italiano, non un'imposizione, ci sono cose - ha concluso - che dovremmo fare con piena sovranità del nostro paese".

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