Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 14 febbraio 2012

GRECIA: Una realtà europea

Oggi consiglio ministri, non ci sarà rimpasto

Voridis resterà ai trasporti anche se espulso da suo partito

Atene 14 feb. - Il governo greco si è riunito oggi alle tre ora di Atene per discutere una serie di questioni relative al nuovo pacchetto di misure di austerity. Secondo quanto scrive il quotidiano ekatimerini il premier Lucas Papademos non dovrebbe annunciare alcun rimpasto della compagnine governativa che nei giorni scorsi ha visto sei esponenti dell'esecutivo lasciare il governo.

Secondo la tv Skai, tra l'altro, Papademos è intenzionato a mantenere al governo anche il ministro dei trasporti Makis Voridis, della formazione di destra Laos, che ha votato a favore delle riforme lunedì scorso e per questo è stato espulso dal suo partito.

Ieri il portavoce del governo greco Pantelis Kapsis, all'indomani del voto favorevole del Parlamento sul nuovo programma di austerità richiesto dall'Ue e dall'Fmi per sbloccare un nuovo prestito ad Atene, ha annunciato le legislative anticipate in aprile.

Questo governo ha a disposizione un mese e mezzo di lavori (...) chiuderemo a marzo (il lavoro sul prestito e sul piano di disindebitamento) e le elezioni si terranno in aprile", ha dichiarato ieri Kapsis alla stampa.

Il popolo greco vuole che restiamo nell'euro e noi faremo quanto necessario per rimanervi", ha ribadito il portavoce, preannunciando una riunione "molto difficile" dell'Eurogruppo di mercoledì.

Domani Eurogruppo su nuovi aiuti, Pil va a picco: -7%

Atene deve ancora ottemperare a due condizioni richieste

Atene, 14 feb.  - Dopo aver subito senza danni apparenti un'altra raffica di declassamenti di rating, i ministri delle Finanze dell'area euro si ritrovano domani nel tentativo di compiere un passo decisivo verso un nuovo piano di aiuti alla Grecia. Servono ad evitare una insolvenza sui pagamenti, mentre per presentarsi con le carte in regola Atene dovrà aver individuato economie di bilancio supplementari da 325 milioni di euro l'anno, per completare il duro pacchetto di nuove misure di austerità appena approvato dal suo Parlamento. Inoltre il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos dovrà anche poter esibire l'impegno scritto dei due partiti sopravvissuti - che sostengono il governo - a portare avanti i piani richiesti da Unione europea e Fondo monetario internazionale anche dopo le elezioni di aprile. Intanto però l'economia ellenica sprofonda sempre più nella recessione.

Per parte sua l'Eurogruppo, convocato per l'ennesimo vertice straordinario sulla questione, dovrebbe procedere verso quel nuovo piano di sostegni da 130 miliardi di dollari, che combinato allo sperato "contributo volontario" degli investitori privati - prevalentemente banche, che dovrebbero accettare di alleggerire di circa 100 miliardi di euro il fardello debitorio greco - darebbe vita al più grande intervento di sostegno mai realizzato a favore di un paese. Ma sono molti i dettagli dell'intricata vicenda che devono andare al loro posto, e l'esito resta incerta fino all'ultimo, e potrebbe profilarsi un via libera parziale.

Tanto che oggi il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, responsabile di Affari economici e dell'euro, ha dovuto confermare lo stesso svolgersi dell'Eurogruppo. "E' essenziale averlo - ha detto durante una conferenza stampa - per concludere il secondo programma di aiuti, se saranno state rispettate le condizioni" chieste ad Atene.

Meno accomodanti altre voci, come quella del ministro delle Finanze del Lussemburgo Luc Frieden, che ieri sera da Washington - dove si trovava in visita - ha minacciato di cacciare la Grecia dall'area euro. "Il nostro scenario preferito è che la Grecia" rispetti le promesse sottoscritte "che la zona euro apporti i fondi supplementari e porti avanti una stretta sorveglianza". Ma "se non lo facessero - ha avvertito Frieden - penso che allora dovremmo continuare con 16 paesi" nell'area euro, che attualmente ne conta 17. "Penso che si escluderebbero”

Eurogruppo di domani 'declassato' a teleconferenza

Lo affermano fonti del Consiglio Ue, atteso comunicato Juncker

Bruxelles, 14 feb. - La riunione straordinaria dei ministri delle Finanze del'Eurozona sulla crisi greca, programmata per domani ma mai convocata dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, sarà con tutta probabilità 'declassata' a una teleconferenza. Lo affermano, da Bruxelles, fonti del Consiglio Ue, precisando che si attende da un momento all'altro un comunicato di Juncker che spieghi la decisione.

Secondo altre fonti, citate dalla France Presse, non sarebbero ancora pronti i documenti, attesi da Atene, necessari a sbloccare il nuovo programma di aiuti da 130 miliardi di euro per la Grecia. Una riunione 'ordinaria' dell'Eurogruppo era comunque già prevista per lunedì prossimo, 20 febbraio, e potrà prendere le decisioni sulla Grecia, osservano le fonti.

Elezioni legislative anticipate in aprile

La decisione all'indomani del voto del Parlamento su austerity

Atene, 13 feb. - In Grecia si terranno elezioni legislative anticipate in aprile. Lo ha annunciato il portavoce del governo greco Pantelis Kapsis, all'indomani del voto favorevole del Parlamento sul nuovo programma di austerità richiesto dall'Ue e dall'Fmi per sbloccare un nuovo prestito ad Atene.

"Questo governo ha a disposizione un mese e mezzo di lavori (...) chiuderemo a marzo (il lavoro sul prestito e sul piano di disindebitamento) e le elezioni si terranno in aprile", ha dichiarato Kapsis alla stampa
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Grecia, il volto dei nuovi poveri: in coda per un pasto caldo

Andreas, pescivendolo in pensione, senza soldi per mangiare

Atene - "Le cose cambieranno. Faremo sacrifici ma sopravviveremo. Sopravviveremo, è sicuro. Siamo sopravvissuti per quasi 5.000 anni e sopravviveremo ancora".

Andreas è un pescivendolo in pensione. Il suo è uno dei tanti volti della nuova povertà in Grecia.

Fa la fila insieme ad altri ex impiegati, commercianti, pensionati, davanti alle mense pubbliche per avere un piatto caldo.Andreas, che se la cava con l'inglese, racconta di non aver ricevuto la pensione per cinque mesi e ora non riesce più neanche a comprarsi da mangiare."Questo cibo è buono e fresco, e aiuta molte persone povere, me incluso".

Molti però a differenza di Andreas si vergognano di essere in coda alla mensa dei poveri e non vogliono essere ripresi neanche con la telecamera. Come Alexander, un uomo di 72 anni, che accetta di parlare solo se non inquadrato. Dice che la sua famiglia era proprietaria di due negozi di abbigliamento ad Atene poi la crisi li ha portati via "La gente - dice - non può più permettersi abiti firmati".All'estero tutti pensano che la crisi finanziaria greca sia un problema di debito pubblico, ma dall'interno la situazione sembra completamente diversa. In coda alle mense dei poveri oggi ci sono persone che appena un anno fa erano come tutti gli altri europei: avevano case di proprietà, un lavoro fisso, facevano spesa al supermercato. Poi di colpo il loro standard di vita è precipitato sotto il peso della crisi. E' questa la realtà della tragedia greca dei giorni nostri.

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