Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


sabato 25 febbraio 2012

FIAT: Bersani dichiara Marchionne preoccupante, ne parli con Governo

Suo ragionamento apre problema di rilevanza enorme per il Paese
Milano, 25 feb. - Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, considera "preoccupante" il contenuto dell'intervista all'ad della Fiat, Sergio Marchionne, pubblicata ieri dal Corriere della Sera e invita il numero uno del Lingotto a parlare con il Governo dei problemi evidenziati. "Marchionne non mi è piaciuto, ma al di là di quello che può piacere o meno a me - ha detto Bersani intervistato da Fabio Fazio per 'Che tempo che fa' - certamente quello che ha detto è preoccupante".

"Un personaggio come Marchionne e un'azienda come la Fiat - ha ricordato il segretario del Pd - un anno fa ha detto 'facciamo un progetto Fabbrica Italia' con 20 miliardi di investimento, un incremento netto della produzione d'auto in Italia e così via dicendo purché, purché, purché. Questo purché però si è fatto come hanno detto loro, coi contratti e le organizzazioni. Adesso invece sento dire che la speranza degli stabilimenti italiani è esportare negli Usa".

Questo, secondo Bersani, "corrisponde a una equivalenza, cioé che la sovracapacità produttiva che c'è in Europa abbiamo deciso che ce la paghiamo noi. E' un ragionamento che meriterebbe forse di non essere detto solo in un'intervista e forse bisogna che con il Governo italiano una chiacchiera la si faccia. Queste non sono noccioline, stiamo parlando di un problema di rilevanza enorme per il Paese".

Marchionne:patto con sindacati e governo per competitività

La proposta dell'ad del Lingotto in una intervista al Corsera

Roma, 24 feb. - Un patto per la competitività. A proporlo a sindacati e governo è Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler, in una intervista al Corriere della Sera.

"L'indebolimento dell'euro verso il dollaro aiuta, non chiederò più rottamazioni, ma servono costi competitivi, l'utilizzo pieno e flessibile degli impianti e una regia nel rapporto tra l'industria e la ricerca", ha detto Marchionne.

"Gli Usa hanno fatto quanto l'Europa si è illusa di poter evitare: chiudere un certo numero di fabbriche. E questo offre una straordinaria opportunità alla Fiat. Negli Stati Uniti, un terzo della domanda di auto potrà essere soddisfatta solo da Messico, Canada e dall'Europa. E Chrysler non riaprirà i siti ceduti alla liquidazione. Dunque - ha proseguito Marchionne - è Fiat che potrà esportare negli Usa. Questo penso di fare per l'Italia ed è per questo che trovo insopportabilmente razzista dipingerrmi come un uomo senza patria".


Marchionne: Export in Usa o chiuderemo 2 fabbriche Italia

E' da razzisti dipengermi come un uomo senza patria

Torino, 24 feb. - "Tutti gli stabilimenti (italiani, ndr) staranno al loro posto. Abbiamo tutto per riuscire a cogliere l'opportunità di lavorare in modo competitivo anche per gli Stati Uniti, ma se non accadesse dovremmo ritirarci da due siti dei cinque in attività". Parola dell'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchonne, che in una lunga intervista al Corriere della Sera per la prima volta dice chiaramente che dopo la chiusura di Termini Imerese, gli altri stabilimenti italiani saranno salvi "solo se esporteranno in America".

Il manager tuttavia non va oltre. E non indica nessuno degli stabilimenti a rischio chiusura tra Mirafiori, Cassino Atessa, Melfi e Pomigliano. Se la cava con una citazione cinefila del film 'La scelta di Sophie', in cui un nazista chiede a Sophie, la protagonista, uno dei suoi due figli. "In caso contrario li avrebbe ammazzati tutti e due. Sophie resiste, ma alla fine deve scegliere e passa il resto della sua esistenza con l'incubo di quella decisione. Dunque, per favore, non me lo chieda" ha concluso Marchionne.

All'inizio dell'intervista Marchionne ha messo subito in chiaro: "Chrysler non riaprirà i siti ceduti alla liquidazione. Dunque, è Fiat che potrà esportare negli Usa. Questo penso di fare per l'Italia ed è per questo che trovo insopportabilmente razzista dipingermi come un uomo senza patria"

Fiat/ Sberbank pronta a finanziare sbarco Lingotto in russa Zil

Sul piatto 500 mln Usd. Casa italiana favorita nei negoziati

Mosca, 21 feb. - Mosca vuole che le italiane Fiat e Iveco assemblino negli stabilimenti moscoviti della casa automobilistica Zil e la prima banca russa Sberbank potrebbe essere l'investitore del nuovo progetto di ammodernamento della fabbrica che un tempo produceva per i vertici del Pcus, con una cifra pari a mezzo miliardo di dollari.

"Sberbank sta prendendo in considerazione l'operazione, ma non c'è ancora niente di scritto" ha spiegato una fonte vicina ai negoziati a TMNews.

Intanto la stampa specializzata russa sottolinea la predilezione per Fiat - rispetto ad altri player stranieri in trattativa come il gruppo sudcoreano Hyundai, la malese Proton - del municipio di Mosca, che controlla la Zil. Il Lingotto per i russi è il partner più adatto: già tre settimane fa Ria Novosti, citando fonti vicine al sindaco, scriveva: "Alla Zil verranno prodotti i Ducato".

Dopo quasi un secolo la Fiat potrebbe di nuovo avviare l'assemblaggio di veicoli commerciali leggeri presso la mitica Zil, l'azienda automobilistica di Mosca che ai tempi di Stalin sfornava auto per il 'magnifico georgiano', e che dal 1916 al 1919 produsse camion su licenza della casa torinese.

Nessun commento:

Posta un commento