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lunedì 20 febbraio 2012

PD: Parte scontro 2013, piano di Bersani per correre da leader

Accordo con Sel e nuova l.elettorale. 'Montiani' pensano ad altro

Roma, 20 feb. - Dopo mesi di dibattito sotterraneo, lo scontro sulle alleanze del Pd per il 2013 esce allo scoperto e non è solo a causa dell'intervista a Walter Veltroni pubblicata ieri da Repubblica. Il tema è 'caldo' da settimane, l'ala 'laburista' del partito ha già messo in moto le macchine per preparare la volata del segretario Pier Luigi Bersani in vista delle elezioni mentre il fronte 'montiano' di Veltroni, Enrico Letta, Giuseppe Fioroni da tempo andava sussurrando che "dopo il Governo Monti cambierà tutto", sottintendendo che il Pd dovrà guardare innanzitutto a chi ha condiviso l'eperienza di sostegno a Monti come futuri alleati. Due strategie diverse, da una parte Bersani e i suoi che ripetono "questo non è il nostro governo", dall'altra i 'moderati' del Pd che per il partito immaginano un solo futuro, nell'immediato: come eredi delle riforme di Monti.

Che le cose stiano così, lo ha confermato lo stesso Veltroni, oggi, nel tweet con il quale ha replicato alle critiche: "Il problema non è l'art.18, sul quale ho detto molto meno di quanto detto mille volte da Bersani. Il problema è il giudizio su Monti". Dal giudizio su Monti, infatti, deriva la strategia che si immagina per il Pd nel 2013.

I bersaniani come Stefano Fassina, Matteo Orfini e Andrea Orlando sanno bene cosa c'è nella testa dei loro colleghi-rivali 'montiani' del Pd, "cambiare linea senza un congresso", come ha più volte detto proprio Orfini, che aveva anche suggerito a Bersani di convocare un congresso anticipato per andare alla 'conta' e ribadire la linea laburista. Ipotesi che finora Bersani ha stoppato, convinto che sia meglio evitare strappi. Il segretario preferisce muoversi con cautela, lavorare (come sta facendo attivamente) per disinnescare la mina dell'articolo 18 e tenere un rapporto saldo con Sel di Nichi Vendola. D'altro canto, anche oggi Bersani, ai segretari regionali, ha ribadito che il Pd sostiene Monti con lealtà, ma anche con voce critica: "Noi sosteniamo il governo che deve arrivare fino alla fine, non staccheremo mai la spina, ma vogliamo che la spina sia attaccata meglio". Bersani vuole chiarire che Monti è solo una parentesi necessaria, che il Pd accetta per senso di responsabilità, al termine della quale si torna al 'centrosinistra che si rivolge ai moderati'.

Se si andrà o no ad un vero e proprio congresso lo si vedrà nelle prossime settimane, ma un esponente di area franceschiniana ammette: "Dopo le amministrative servirà una vera discussione nel partito per decidere quale linea dobbiamo seguire".

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