Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 13 febbraio 2012

ETICA: Quando per i “media” faziosi Berlinguer era un’ icona morale e Craxi un “criminale matricolato”

Nel  recente animato dibattito sui “costi della politica” è spesso riemerso il nome del segretario Pci Enrico Berlinguer come primo promotore –fin dagli anni ’70- della “questione morale”. Quella di Berlinguer fu in realtà una classica polemica politica: come ha argomentato il sociologo Francesco Alberoni nel suo saggio “Valori” (ed. Rizzoli, 1993) “la lotta politica è praticamente quasi tutta combattuta con accuse di immoralità”. Infatti dal Pci non potevano provenire rilievi morali di sorta. Il Pci (e poi il Pds/Ds, fino a sconfinare nell’attuale Pd) è stato il ricettacolo più ampio di finanziamenti illeciti della politica. Ricettacolo illecito per quanto riguarda i soldi provenienti da Mosca (si veda il libro basilare per memorie dirette di Gianni Cervetti –capo dell’organizzazione comunista durante la segreteria berlingueriana- “L’oro di Mosca”, ed. Baldini&Castoldi, 1993): un paese straniero avversario dell’Italia finanziava in maniera illecita la politica di un partito italiano, influenzando in maniera assolutamente incostituzionale la nostra dialettica istituzionale. Ricettacolo illecito –in secondo luogo- per quanto riguarda i soldi trasmessi attraverso il sistema Coop e Unipol, di cui abbiamo visto gli ultimi bagliori dopo l’eclatante caso dell’ex presidente Unipol, Consorte, e con la vicenda di Filippo Penati, già presidente della Provincia di Milano e sindaco di Sesto S.Giovanni, da cui appunto si è mediaticamente manifestato il “metodo Sesto S.Giovanni”, paradigma di un più esteso –ma infinitamente meno “indagato”- finanziamento del sistema comunista e post-comunista italico, paradigma svelato solo ora con immenso ritardo dalla magistratura.
Scrive al proposito l’insospettabile prof. Michele Salvati, intellettuale vicino al Pd: “ La ‘diversità’ del vecchio Pci evocata da Berlinguer si riferiva all’onestà personale e alla devozione dei militanti e dei funzionari al loro partito, non alla loro osservanza della legge e delle regole di uno stato liberdemocratico: in tasca loro non doveva restare nulla,ma tutto ciò che serviva per rafforzare ed estendere l’influenza del partito –dalle tangenti alle nomine- non trovava ostacoli nella ‘superiorità etica’ del Pci” (cfr. M. Salvati, inCorriere della Sera del 6.8.2011, p.13). Tuttavia la ‘vulgata’ dei moralisti mendaci che hanno prodotto l’operazione ‘Mani Pulite’ degli anni ’90, ha ‘salvato’ il Pci/Pds/Ds fino a giungere al Pd  a cui non a caso si riferisce il citato articolo di Salvati intitolato significativamente “La corruzione e gli argomenti del Pd”) e ‘sommerso’ invece per finanziamenti illeciti i partiti laici e cattolici di centro-sinistra. E quest’ultimi -oltre ad aver tenuto un rapporto più leale con lo Stato e la Costituzione repubblicana, senza flirtare con Stati avversari che traevano i finanziamenti passati al Pci da uno spietato trattamento riservato ai loro popoli -  dal punto di vista morale personale dei loro militanti e dirigenti si comportarono con la stessa dignità dei militanti comunisti evocati dal prof. Salvati. Agli increduli -che possono riferirsi a specifiche situazioni personali davvero inaccettabili che pur sono emerse sia a proposito di esponenti dei partiti del centro-sinistra pentapartitico sia di taluni comunisti-  va rammentato l’esempio emblematico del segretario socialista Craxi, a proposito del quale il vicecapo della Procura di Milano, Gerardo D’Ambrosio (poi diventato parlamentare Ds e Pd) sentenziò: “La molla di Craxi non era l’arricchimento personale, ma la politica” (dichiarazione del 23.2.1996). Eppure per i media faziosi, mentre Berlinguer poteva essere un’ icona morale, Craxi doveva per forza essere un “criminale matricolato”.
Certamente la Storia si incaricherà di mettere le caselle a posto, guardando anche  ai casi riferibili agli illeciti degli eredi del Pci. Non ci sono solo i casi Unipol e Sesto S. Giovanni tra quelli che la discrezionalità e parzialità dell’azione penale ha fatto solo intravedere in questi anni. C’è una denuncia del prof. Galli della Loggia sul Corriere della Sera del 31 luglio 2011: “Perché insistere a chiedere all’ onorevole Bersani risposte sincere ed esaurienti sui gravissimi sospetti di corruzione che da settimane colpiscono il Pd? Perché correre il rischio di sembrare di avercela per partito preso con la sinistra, quasi che così si volesse fare un favore alla destra? Perché attirarsi l’ accusa di essere al servizio niente di meno che di una «macchina del fango» rivolta contro l’ opposizione? Una prima risposta a chi si facesse queste domande (e temo che l’ onorevole Bersani sia tra questi) la fornisce il Fatto di ieri: un giornale con il quale spesso si è costretti a non essere d’ accordo ma al quale va riconosciuta una notevole indipendenza politica. Ebbene, sulFatto di ieri Ferruccio Sansa – un giornalista che è a sinistra e ha lavorato al Messaggero, a Repubblica , al Secolo XIX - racconta con abbondanza di particolari come per esperienza personale «chi tocca il centrosinistra muore»: e cioè che «i fastidi che (gli) hanno procurato le inchieste sul centrosinistra non hanno eguali» rispetto a quelle sul centrodestra, dove per «fastidi» si devono intendere «le calunnie, gli insulti, le telefonate a direttori ed editori» che le suddette inchieste gli hanno attirato in un ambiente come quello di Genova, pesantemente e capillarmente dominato dalla macchina politico-burocratica del Pd. Ecco, fuori dai diffusi opportunismi e dai riguardi malriposti questa è l’ Italia vera, quella descritta da Sansa: come sa bene chiunque conosca il Paese, le sue città, i suoi ambienti e le pratiche abituali con cui viene governato.”
Dunque proprio questa è “La pozzanghera del malaffare” -titolo dell’articolo di Galli della Loggia- nella quale si muovono quelli che ora si sono appropriati della qualifica di rappresentanti del «centrosinistra», insomma gli eredi di Berlinguer e della sua “questione morale”, finta e fittizia fin da principio.   (Nicola Zoller Segretario Psi del Trentino-Alto Adige)

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